giorgia meloni joe biden

GIORGIA ON MY MIND! – AL G20 DI BALI LA MELONI HA AVUTO UN COLLOQUIO DI UN'ORA CON JOE BIDEN, CHE SI È CONGRATULATO CON LEI: “QUI SEI L'UNICA DONNA” – AL CENTRO DELL’INCONTRO (TUTTO IN INGLESE, SENZA TRADUTTORI) IL TEMA ENERGETICO: LA “DRAGHETTA” HA CHIESTO AL PRESIDENTE USA UNO “SCONTO” SUL GAS. LUI HA REPLICATO: “ME NE OCCUPERÒ”. IN CAMBIO ROMA È PRONTA A BLOCCARE GLI ACCORDI CON LA CINA SULLA VIA DELLA SETA

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

giorgia meloni joe biden g20

Finalmente si ritrovano uno di fronte all'altro, il vecchio pastore dei democratici americani e la giovane paladina dei conservatori europei. Joe Biden e Giorgia Meloni, un oceano di storia, anagrafe e cultura politica che li separa. Solo poche settimane fa il presidente americano metteva in guardia dalla possibile deriva all'italiana per le elezioni di Mid-term, se anche negli Stati Uniti avesse prevalso l'estrema destra sul modello Meloni. E solo pochi mesi fa la futura premier additava Biden come leader «del tutto inadeguato» per affrontare le conseguenze della guerra, «osannato dai grandi media in chiave anti-Trump».

 

giorgia meloni joe biden g20 3

Ma a Bali tutto si dimentica facilmente. Uno di fronte all'altro, nel bilaterale a margine del G20, non ci sono più avversari politici, ma alleati globali. E Meloni è proprio a quel leader «inadeguato» che è venuta a chiedere una mano. Sul gas. Il colloquio dura un'ora, e da entrambi le parti lo definiscono rilassato, come tra vecchi amici che si conoscono da tempo, e non solo da pochi minuti. Meloni si complimenta per il risultato del voto sul Congresso, e Biden davanti ai fotografi tiene la mano di lei stretta a sé, cercando di avvolgerla nella sua empatia: «Benvenuta – l'accoglie così – e complimenti perché sei l'unica donna in questa sala (tra i leader del G20, ndr)».

 

giorgia meloni joe biden g20 2

Parlano quasi sempre da soli, in inglese, senza traduttori. Quando il confronto entra nel vivo dei dossier e si tocca il tema dell'energia, la presidente del Consiglio però assume un tono più preoccupato. È lei a prendere il discorso. Vuole trasmettere a Biden tutto il terrore che prova al pensiero dei prossimi mesi in Italia, con l'inflazione e i prezzi del gas già alti e che potrebbero schizzare di nuovo. C'è una guerra che ha stravolto l'Europa. L'Italia continuerà a non far mancare gli aiuti all'Ucraina contro la Russia, ma le conseguenze del conflitto non sono uguali per tutti i Paesi dell'alleanza. «Per noi sono un fardello maggiore in termini economici e sociali» dice la premier. L'opinione pubblica è stanca, spaventata, e questa, intende Meloni, è una precondizione pericolosa, perché potrebbe spingere la politica ad allentare il sostegno a Kiev.

 

giorgia meloni joe biden g20 4

Meloni a Biden chiede maggiori forniture di gas liquido e a prezzi più competitivi. In modo da accelerare ancora di più il processo di affrancamento dal metano russo. Il presidente americano condivide l'analisi e garantisce che è già al lavoro per aiutare l'Italia. Secondo fonti del dipartimento di Stato la strategia esposta da Biden prevede due strade. La prima: gli Usa aumenteranno la propria capacità di Gnl. La seconda: sfrutteranno l'aumento volontario della produzione di gas liquido del Giappone per smistarlo verso l'Europa.

 

giorgia meloni joe biden g20 1

Entrambi i leader sono convinti che la Russia vada combattuta anche solo per aver trasformato l'energia in un'arma con cui combattere la sua guerra in Ucraina. Oltre ai morti, alla distruzione quotidiana, allo scempio del territorio ucraino. Biden siede davanti a una convinta atlantista. Ed è contento che Meloni sia «in assoluta continuità» con la linea di governo di Mario Draghi. «Siete un alleato eccellente», le dice.

 

Per l'aiuto militare, per le armi mai lesinate, per la logistica e gli uomini forniti alle truppe Nato. Anche in America è arrivata l'eco delle liti nella colazione di centrodestra, le frasi di Silvio Berlusconi in difesa di Putin, e le posizioni critiche di Salvini verso le sanzioni contro Mosca. Ma l'importante, spiega, è che «on board» ci siano la premier e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Sono loro a orientare la politica estera.

 

giorgia meloni joe biden g20 6

La guerra resta comunque una grande preoccupazione per Biden. È vero: le armi spedite a Kiev aiutano la resistenza ucraina ad avanzare, ma, confessa a Meloni, ci sono ancora troppe incognite con Putin. E i missili che hanno drammaticamente sconfinato in Polonia sono lì a dimostrarlo.

 

L'altra grande incognita è la Cina. Biden appare sollevato e soddisfatto di come è andato l'incontro con Xi a Bali, l'altro ieri. Le aperture sull'Ucraina e contro l'atomica sono significative, spiega all'alleata. Con Pechino, sostiene il presidente Usa, «bisogna trovare un modo di competere senza aggravare la situazione».

 

giorgia meloni xi jinping g20 bali indonesia

È il terzo capitolo del confronto con il capo della Casa Bianca. Per Meloni non c'è nessun attaccamento alla Via delle Seta, è la posizione che ha espresso più volte: la firma del protocollo di intesa con Pechino su vari settori d'affari è stato un errore di Giuseppe Conte. È quello che vuole sentirsi dire Biden. Il memorandum resta in sospeso, come deciso da Draghi. Detto questo, il mercato cinese è troppo importante per l'Europa e per l'Italia.

 

Senza gli investimenti in Oriente molte aziende italiane fallirebbero. Biden e Meloni devono parlare chiaro, anche perché oggi la premier vedrà Xi, e al presidente cinese intende chiedere un riequilibrio nell'interscambio commerciale. Secondo la diplomazia italiana la linea di comportamento con la Cina deve restare quella di sempre: bisogna farci affari senza esporre l'Allenza Atlantica a rischi sul fronte della sicurezza, tecnologica e delle infrastrutture.

joko widodo giorgia meloni xi jinping g20 bali

 

In serata, dopo la cena con i leader e la passerella negli abiti tradizionali, Meloni torna in hotel, e al tavolo del ristorante italiano Prego ritrova Giancarlo Giorgetti. Mentre allunga il passo verso l'ingresso, il ministro dell'Economia spiega come funzionerà il meccanismo di aiuti sul Gnl americano. «La produzione è in mano ad aziende private…». Al governo di Washington tocca la moral suasion. Poi Giorgetti siede al tavolo e sfoglia il menu dei vini. Le etichette italiane sono pochissime. Arriva uno dei responsabili di sala. «Ma Franciacorta – scandisce il leghista – non ne avete?».

 

giorgia meloni al g20 di bali 1

La sovranità alimentare è anche questo: il ministro dell'Economia che in un ristorante italiano a Bali chiede una bottiglia del famoso spumante che ai balinesi dice poco e la premier che si alza e scherzando sull'importazione aggiunge: «Questa cosa dei vini italiani dobbiamo risolverla».

 

 

 

 

 

 

GIORGIA MELONI AL G20 DI BALI joko widodo giorgia meloni xi jinping g20 bali giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…