ignazio la russa giorgia meloni 1

GIORGIA HA IL QUID, GARANTISCE IGNAZIO LA RUSSA: “LA LEADERSHIP DELLA MELONI? NACQUE CON LA FRASE DI BERLUSCONI SUL QUID DI ALFANO” - L’INCROCIO IN AN, IL GOVERNO INSIEME, LE CELEBRAZIONI PER 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA: “LA CONOSCO DA QUANDO AVEVA 16 ANNI. NEL 2011 AVEVO GIÀ CAPITO CHE SOLO CON LEI LE NOSTRE IDEE AVREBBERO POTUTO ANDARE AVANTI. INFATTI LA INCONTRO NEL MIO UFFICIO E LE DICO…"

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

ignazio la russa giorgia meloni guido crosetto

«Be', con i se non si può fare la storia. Però questa cosa può essere stata un po' una sliding door », una di quelle porte scorrevoli della vita che, a seconda che il protagonista riesca a varcarla o meno, cambia il corso degli eventi. Ignazio La Russa sta raccontando la genesi di Fratelli d'Italia e della leadership di Giorgia Meloni quando a un certo punto, dal suo album dei ricordi, riaffiora la storica frase sul «quid» con cui Silvio Berlusconi sbarrò ad Angelino Alfano la strada per la guida dell'allora Popolo della Libertà.

IGNAZIO LA RUSSA SILVIO BERLUSCONI

 

Senza quella frase, marzo 2012, il partito dei Fratelli d'Italia (forse) non sarebbe nato e la Meloni (forse) non sarebbe qua a contendere a Salvini la leadership del centrodestra. «Giorgia la conosco da quando aveva sedici anni», racconta La Russa. «Pensi che quando poi è diventata presidente di Azione giovani, l'organizzazione giovanile di Alleanza nazionale, il gruppo mio e di Maurizio Gasparri sosteneva la sua candidatura nonostante lei venisse da un gruppo più vicino alla Destra sociale.

berlusconi alfano

 

Tempo qualche anno, siamo nel 2011, avevo già capito che solo con la sua leadership le nostre idee e i nostri valori avrebbero potuto andare avanti, nel futuro. Infatti la incontro nel mio ufficio e glielo dico a voce: "Giorgia, io punto su di te, per me sei la nostra leader di domani".

 

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

Qualche mese dopo, stavamo ancora tutti nel Pdl, Berlusconi apre alla nostra idea di scegliere il segretario con le primarie; io e Gasparri, per evitare che ci ripensasse, prendiamo la palla al balzo e decidiamo di sostenere il suo candidato, che era Alfano. Meloni, però, non fu d'accordo con noi.

 

Mi disse "Ignazio, mi voglio candidare alle primarie". A Gasparri la cosa non piacque... Per fortuna, poi, Berlusconi se ne uscì con la frase sul quid di Alfano, le primarie non si fecero e il Pdl andò a morire...».

 

IGNAZIO LA RUSSA - SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA

La Russa e Meloni, un tandem indissolubile, mai una gelosia, mai una lite pubblica. «Discussioni sì, tante. Ma è come se discutessi con una sorella minore», dice. Quando lui è uno dei leader del Fronte della Gioventù milanese e guadagna una ribalta nazionale anche grazie al filmato finito nei titoli di testa di Sbatti il mostro in prima pagina , film di Marco Bellocchio del 1972, lei non è neanche nata.

 

guido crosetto giorgia meloni ignazio la russa

Si incrociano in An, diventano un tandem nel governo Berlusconi, con lui ministro della Difesa e lei al dicastero della Gioventù. Racconto inedito: le celebrazioni del 150mo anniversario dell'Unità d'Italia li portano, assieme, a un passo dalle dimissioni. «Berlusconi e un pezzo di FI, per non far dispiacere a Bossi, decidono di commutare le celebrazioni del 150mo in una cosa light, due ore di stop dal lavoro e dalle scuole e basta.

giorgia meloni ignazio la russa

 

Io, dopo aver parlato col presidente Napolitano, vado in consiglio dei ministri e minaccio le dimissioni. Giorgia mi segue e minaccia le dimissioni anche lei. Ne nasce una discussione di ore ma alla fine l'abbiamo vinta noi. E le celebrazioni diventano quello che ricordate: la doppia Coppa Italia di calcio, la serata al Festival di Sanremo, la rievocazione del viaggio in treno del milite ignoto...».

 

ignazio la russa giorgia meloni 3

Neanche due anni dopo, pochi giorni prima del Natale 2012, Fratelli d'Italia vede la luce. «Io ero andato da Berlusconi a dirgli che volevo fare una separazione consensuale e lui, con la cortesia dell'ospite che però non vede l'ora di mandarti a casa, mi diceva "ma no, Ignazio, rimanete, c'è spazio per tutti". "Silvio, ma tu vuoi rifare Forza Italia, che c'entriamo noi?".

 

fabio rampelli giorgia meloni ignazio la russa

Poi lancio Centrodestra nazionale in diretta da Vespa. Arrivano Giorgia, Guido Crosetto e Rampelli, poi tra cento nomi decidiamo che quello con più appeal è Fratelli d'Italia», dice La Russa. Oggi Meloni studia da presidente del Consiglio. «Ecco, si fermi qua. Vede, noi, che abbiamo vissuto la storia di Gianfranco Fini, siamo vaccinati. E Giorgia quindi sa benissimo che meno lavori con l'obiettivo unico di fare il presidente del Consiglio e più possibilità hai di diventarlo».

 

Schema di gioco? «Meloni fa l'unica punta. Io faccio il centrocampista, non la seconda punta e nemmeno il trequartista o il regista», scandisce La Russa. Il risolvi problemi. «Un po' alla Lodetti o, per usare un riferimento contemporaneo, alla Niccolò Barella».

crosetto alemanno meloni la russa rampelligiorgia meloni ignazio la russaignazio la russa giorgia meloni giancarlo giorgettiignazio la russa giorgia meloni 1 ignazio la russa giorgia meloni ignazio la russa giorgia meloni 2la russa e meloni alla camera

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…