1. QUEL CHE RESTA DEI GIORNALONI, CANI DA GUARDIA DEL POTERE: “LA KATANA SGUAINATA DAL SAMURAI RENZI…” (“LA REPUBBLICA” SI ECCITA PER IL MERCOLEDÌ DELLE PENTOLE) 2. IERI IL ROTTAM’ATTORE HA BOCCIATO L’IPOTESI DI LURCH COTTARELLI DI DRENARE SOLDI DALLE PENSIONI PIÙ ALTE, ”AVOCANDO COSÌ A PALAZZO CHIGI ANCHE LA SPENDING REVIEW” 3. GLI HANNO IMPOSTO IL SOLITO EUROMINISTRO DELL’ECONOMIA, PADOAN, E LUI ORA PROVA A ROTTAMARGLI IL DICASTERO, PORTANDOLO SOTTO IL DIRETTO CONTROLLO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO. COSÌ IMPARANO A FRENARE, QUESTI MALEDETTI RAGIONIERI. SOLO RE GIORGIO, E FORSE NEMMENO PIÙ LUI, PUÒ SVENTOLARE LA PALETTA IN FACCIA AL BOLIDE GUIDATO DA PITTIBIMBO. LA TELEVENDITA CONTINUA…

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - PROVA A PRENDERMI
Gli hanno imposto il solito euroministro dell'Economia e lui ora prova a rottamargli il dicastero. Renzie non toglie mai il piede dal pedale dell'acceleratore. "Corre perché se si ferma è morto, come ha capito dalle imboscate di questi ultimi giorni", scrive oggi Ezio Mauro sulla prima pagina di Repubblica.

Ieri il Rottam'attore ha bocciato seccamente l'ipotesi di Lurch Cottarelli di drenare soldi dalle pensioni più alte, "avocando così a Palazzo Chigi anche la spending review", osserva il Corriere (p. 5). E il Messaggero svela un piano per strappare anche la Ragioneria generale al controllo del ministro Padoan, portandola sotto il diretto controllo della Presidenza del consiglio (p. 3). Così imparano a frenare, questi maledetti ragionieri. Solo Re Giorgio, e forse nemmeno più lui, può sventolare la paletta in faccia al bolide guidato da Pittibimbo.

Non lo farà in questa prima fase neppure l'Europa. Non fino a quando i mercati, con l'indicatore dello spread, mostreranno di credere al ciclone Renzie. Adesso parte una settimana in cui il nostro Super Venditore proverà a intortarsi in prima persona Hollande, Merkel e la Commissione di Bruxelles. Lasceranno fare, perché prima di lui stavamo solo affondando in una triste palude. E poi perché tanto ci siamo legati le mani da soli con il "fiscal compact" e la riscrittura dell'articolo 81, con l'obbligo di pareggio di bilancio conficcato nella Costituzione come fosse un dogma assoluto.

I soldi per diminuire le tasse in busta paga, alla fine salteranno fuori. E pazienza se poi si scoprirà che la pressione fiscale, con il giochetto delle addizionali locali, non scenderà di molto. O che non tutti i tagli alla spesa pubblica sono indolori. L'importante è correre, poi si vede.

2 - LA TELEVENDITA CONTINUA
Renzie requisisce la conduzione di Porta a Porta al suo triste tenutario e spara nuove promesse a raffica: "Soldi in più a maggio o io sono un buffone". "Non toccheremo le pensioni". "Entro il 21 settembre, festa di San Matteo, tutti i debiti della pubblica amministrazione saranno sbloccati" (Repubblica, p. 2).

La Stampa del benedicente Marchionne interpella una serie di economisti e sentenzia: "Il taglio dell'Irpef può aumentare la crescita dello 0,4%. Per gli economisti tra i 5 e i 6 miliardi in più l'effetto sui consumi. In cima alla lista affitti, bollette, generi alimentari e vestiti" (p. 5). Poi, dalle parti di Mirafiori, si gioisce con altre previsioni: "Più flessibilità darà la scossa'. E il posto fisso si allontana" (Stampa, p. 6). Sì, si allontana e se ne va all'estero.


3 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
"La katana sguainata dal samurai Renzi, la spada per abbattere ‘il nostro nemico: quelli che ‘si è sempre fatto così'. Il pesciolino rosso che nuota nella sua boccia. Lo split screen, uno schermo diviso a metà per proiettare le slides e - simultaneamente - il volto del leader che le sta illustrando. Tutto è stato studiato nei minimi dettagli nella conferenza stampa-show dell'esordio del premier. Tutto". Repubblica si eccita a posteriori per il Mercoledì delle Pentole e con Francesco Bei confeziona un esaltante affresco dal titolo "Dietro lo show gli stessi guru delle primarie, ma decide tutto Matteo, anche il pesce rosso" (p. 4).

Nella coraggiosa ricostruzione, "il capo dei creativi Giovanni Sasso" ammette che il Capo "è stato più bravo di Obama perché il presidente americano aveva un valletto che scorreva le slides (sic) per lui, Renzi invece ha chiesto il telecomando per sincronizzare le immagini con il suo ritmo di esposizione".

E poi, finale slurp-slurp con (ec)citazione colta: "La forma è sostanza, insegnava Aristotele. Ma se l'infiocchettamento grafico, la confezione del pacco, è stata importante, sui contenuti invece hanno lavorato tutti i ministri. La regia, la raccolta finale, l'hanno fatta in due: Renzi con il fidato Graziano Delrio, ormai deus ex macchina di Palazzo Chigi".

I demoni del buon giornalismo, però, sono sempre in agguato. Solo così si spiega che lungo questo letto di bava sia sfuggita un'incredibile ammissione come "la confezione del pacco".

4 - QUEGLI ODIOSI FRENATORI DEL NORD, MA ANCHE NO
Chiudete per un attimo gli occhi. Immaginate l'Europa senza l'Unione e senza i suo sceriffi tedeschi e scandinavi. Con uno come Renzie al potere saremmo già la Cina d'Europa. Ma con il sorriso sulle labbra. E invece no. Tutti a dirci cosa si può fare (aumentare le tasse, privatizzare, tagliare lo stato sociale) e cosa non si può fare.

Il Corriere mette in un taglio basso un pezzo un po' tecnico ma in fondo abbastanza esplicito: "I timori di Bruxelles per l''effetto contagio'. Dietro le dichiarazioni della Commissione l'allarme per possibili ricadute in altri Paesi. I messaggi cifrati nelle parole del portavoce O' Connor: per ora solo annunci, aspettiamo i fatti" (p. 2). Anche quando si schianta un aereo, a un certo punto arriva "un portavoce della compagnia" con dei fogli in mano.

Ai confini della realtà il titolone a tutta prima della Stampa: "Renzi tratta con la Ue sui conti". E non ci si sente meglio leggendo, a pagina 2, che "Renzi assicura l'Ue e la Bce: ‘I soldi ci sono'". Mentre Delrio garantisce: "L'Italia non è solo spaghetti e mandolino" (p. 2). Si dorme sereni anche grazie al Messaggero: "Per il premier in arrivo il via libero della Merkel" (p. 4).

Infine passa la Repubblica delle pentole e ci scherza sopra: "Renzi spinge sulla spending review. Palazzo Chigi decide, Padoan lo scudo con Bruxelles" (p. 6). Volevano dire "palo", ma gli sembrava sgarbato.

5 - ...E QUEL CHE RESTA DEI GIORNALONI, VERI CANI DA GUARDIA DEL POTERE
"Ieri sono stato estremamente orgoglioso, si muove nella direzione giusta, ha il mio totale appoggio. Renzi è un ragazzo veloce, io ci avrei messo un paio di settimane in più". Sergio Marchionne si schiera senza "se" e senza "ma" con il Rottam'attore (Repubblica, p. 9). E così, oltre alla Repubblica del Sor-genio De Benedetti, ora abbiamo anche Corriere e Stampa che sanno ufficialmente in che direzione scodinzolare. Di questo passo, saremo costretti a cercare le notizie sgradite sul Sole 24 Ore.

Comunque, anche alla luce della benedizione del gran capo Fiat, si spera che non saremo più costretti a leggere brutti trafiletti come "Manca un miliardo per la cassa in deroga" (Repubblica, p. 11).

6 - NANO DECADENCE
Mentre l'allievo supera il (gran) Maestro, dalle parti di Hardcore ci si tormenta con soglie e sondaggi. Lo racconta bene Ugo Magri sulla Stampa: "La soglia del 3% l'incubo del Cavaliere. Se passasse al Senato per il voto europeo poi se la ritroverebbe anche per le politiche. L'Italicum prevede uno sbarramento del 4,5% che potrebbe aiutarlo a tenere fuori i ‘nemici'. L'ex premier non può arrivare ai ferri corti con Renzi perché così salterebbero le riforme" (p. 9).

Sempre sul giornale della Fiat, Pupino Toti intanto avverte che il Banana sfiderà leggi e sentenze: "Sarà in lista alle elezioni europee di maggio". Poi ce la si vede con il Tar, semmai.

7 - GHIZZONI "AIUTERA' LE IMPRESE". MA CON REPUBBLICA TACE SU SORGENIA
E ancora a proposito di cani da guardia del potere, ecco una bella intervista di Marco Panara a Federico Ghizzoni sulla Repubblica del Sor-genio ("Aiuteremo le imprese acquistando 10 miliardi di crediti", p. 30). Niente sconti al gran capo di Unicredit, con domande coraggiose sulle grandi magagne, industriali e creditizie, che rispondono al nome di Ilva e Alitalia.

Spazio anche a quella sorta di "bad bank" interna che stanno creando a Piazza Cordusio per gestire la bomba-sofferenze. Voli pindarici con previsioni sull'economia mondiale. Endorsement ufficiale ai provvedimenti annunciati da Renzie ("Vanno nella direzione giusta, ma ora contano la rapidità e la qualità dell'implementazione") e mannaggia, lo spazio è finito e sulla voragine Sorgenia manco una mezza riga. Sarà sicuramente per la prossima volta.

8 - E OGNI TANTO, BILANCI "PULITI"
Nella sarabanda delle sinfonie d'interessi editoriali non delude mai neppure il Corriere delle banche: "Generali fa il pieno di utili, cedola doppia. ‘Profitti in crescita nel 2014'. Via da Telco alla prima occasione. In Italia ‘una ristrutturazione gigantesca'. Greco: è un bilancio pulito, il primo da anni senza poste straordinarie" (p. 39). E' il primo bilancio pulito da anni, verrebbe da dire, ma i giornali non se n'erano accorti.

Sul fronte Telecom, la Stampa scrive: "Telco verso lo scioglimento. Per la presidenza avanza Tononi. Il Leone prepara l'uscita: ‘Senza l'intesa con Telefonica altre perdite" (p. 23).

9 - ULTIME DA UN POST-PAESE/ LA GOGNA DEI MUSSOLINI
Scampoli da un pomeriggio da cronisti davanti a casa Fiorani-Mussolini, per lo scandolo delle baby-squillo. "L'ex capitano della Finanza si materializza nella villetta vicino a Villa Torlonia. Va a casa (...). E' elegante e asciutto dietro gli occhialini da manager. Nel cortile interno c'è la Smart nera di Alessandra con il pass del Senato. Sarà in casa anche lei? Ci sarà la resa dei conti? O forse il perdono?". "Il campanello suona a vuoto. Forse Alessandra - "che tanto lo farà nero", come chiosano i portieri dei palazzoni della Nomentana - è dalla sorella, Elisabetta, il notaio" (Messaggero, p. 12).

Ci fermiamo qui e vi risparmiamo il piccolo Mussolini che esce con iI borsone del calcio mentre il papà fa segno che non può parlare, perché "i portieri della Nomentana che chiosano" sono più che sufficienti.


10 - LA GIUSTIZIA CHE FUNZIONA (PER GLI IMPUTATI)
Storia di ordinaria follia giudiziaria - o di grande paraculaggine? - svelata da Luigi Ferrarella sul Corriere: "Avvocato via dall'albo, udienze da rifare su Mediatrade. Luca Mucci ha cancellato l'iscrizione all'ordine senza avvisare nessuno, il tribunale costretto ad annullare gli atti compiuti in aula. Il processo riguarda tra gli altri Piersilvio Berlusconi, Fedele Confalonieri e il produttore Agrama. I giudici saranno costretti a richiamare una serie di testimoni che hanno già deposto". Giudici allibiti, ma l'avvocato è stato descritto "da persone del suo entourage come frastornato da intervenuti problemi di salute" (p. 20).

11 - MA FACCE RIDE!
Silenzio parla Fucksas, il compagno architetto della Nuvola che non c'era. E dice al Fatto: "Essere un architetto di sinistr, al di là di ogni retorica, vuol dire che ogni progetto che fai è legato al contesto, alle persone che ci lavoreranno e ci vivranno. Il mio cliente non è il sindaco, è l'essere umano" (p. 11)

 

Ezio Mauro FABIO FAZIO EZIO MAURO COTTARELLI RENZI E PADOAN PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE ANGELA MERKEL E FRANCOIS HOLLANDE HOLLANDE E MERKELANDREA AGNELLI MARCHIONNE ELKANN Enrico Letta Graziano Delrio BERLUSCONI E GIOVANNI TOTI ALLA BEAUTY FARMASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA FEDERICO GHIZZONI E LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO FOTO LA PRESSE sorgenia LOGOALESSANDRA MUSSOLINI E IL MARITO MAURO FLORIANILa Nuvola di Fuksas MATTEO RENZI A PORTA A PORTA

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