la giornata del def rissa alla camera

LA GIORNATA DEL DEF IN PARLAMENTO TRA PARLAMENTARI CHE BIASCICANO SCUSE COME PINOCCHI UBRIACHI. UN PASTICCIACCIO COSÌ BRUTTO È INAMMISSIBILE. LA MELONI, FURIBONDA, HA PRETESO L’ELENCO DEI 25 ASSENTI INGIUSTIFICATI (NOTEVOLE LA SCUSA DEL FORZISTA SQUERI) – IL LEGHISTA MOLINARI: “LE NOSTRE ASSENZE UNO SGAMBETTO A GIORGETTI? MA VI PARE?"- SVIENE IL VERDE BONELLI, IL MELONIANO FOTI CONTRO L’OPPOSIZIONE E IL DEM STUMPO CERCA LA RISSA – IL RACCONTO BY RONCONE – VIDEO

https://video.corriere.it/politica/def-bagarre-aula-foti-fdi-accusa-opposizione-guardate-vostre-assenze/3786f31e-e5ab-11ed-b98e-227d9ceb5d4e

 

 

Estratto dell'articolo di Fabrizio Roncone per corriere.it

 

la giornata del def alla camera stumpo rissa

Mai viste tante orecchie basse in Transatlantico. E facce biancastre. E parlamentari che biascicano scuse come pinocchi ubriachi.

L’ordine, tra i ranghi della maggioranza, è: minimizzare.

Alla buvette s’avvicinano e soffiano il loro mantra: può succedere di non avere i numeri necessari per approvare questo benedetto scostamento di bilancio, ma comunque tra poco rivotiamo, e buonanotte.

 

Chiacchiere: un pasticciaccio così brutto è inammissibile. Tanto più sei hai la presidente del Consiglio che è a Londra, a Downing Street, a incontrare per la prima volta il premier britannico e a rassicurare — come sempre accade quando Giorgia Meloni va all’estero — i mercati, sospettosi, e propensi a esserci ostili.

la giornata del def alla camera angelo bonelli

 

Ecco, appunto: c’è qualcuno di voi che ha parlato con la Meloni? (furibonda, ha preteso l’elenco dei 25 assenti ingiustificati di giovedì pomeriggio: 11 della Lega, 9 di FI, 5 di FdI).

 

(...)

Il cronista di un’agenzia ha il compito di verificare se, gli assenti di ieri, oggi si sono presentati (notare che, nel corridoio davanti all’ufficio postale, giacciono cinque trolley: si ipotizza pieni di calzoncini e bikini, pinne, creme abbronzanti. Ponte del primo maggio già mezzo saltato e molti parlamentari — anche della minoranza — bofonchiano perché essere costretti a lavorare pure di venerdì, con un sole così giaguaro lì fuori, fa proprio male).

 

tommaso foti

Comunque: confermato che il forzista Luca Squeri non c’era perché a Reggio Calabria doveva consegnare un encomio a un vecchio presidente dell’associazione benzinai (sembrava una fake news) e che il suo collega di partito, Francesco Maria Rubano, stava barricato in bagno («Una colica improvvisa, fitte terribili»: inverificabile, bisogna fidarsi). L’Umbertone Bossi aveva spedito il certificato medico. Il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, continua a giurare: «Non sono riuscito a votare per trenta secondi». Voce di poco fa: sembra stia per arrivare persino il leghista Antonio Angelucci, che di solito viene avvistato con la frequenza di un Amazilia dell’Honduras (presente a una votazione ogni cento: nel genere, un fuoriclasse).

 

 

Certezze: capigruppo sotto accusa per non aver saputo controllare le truppe (ai bei tempi andati di FI, il Cavaliere aveva affidato il comando della fanteria al temibile Denis Verdini: criniera bianca e orologio d’oro massiccio come i gemelli della camicia, scarpe di velluto tipo Briatore e voce cavernosa tipo ruggito, una volta tenne tutti i deputati in Aula per due ore, impedendo a chiunque anche di andare al bagno). Al posto di Verdini adesso c’è Paolo Barelli. Riccardo Molinari della Lega, leggermente — diciamo così — teso («Le nostre assenze uno sgambetto a Giorgetti? Ma le pare? È un nostro ministro, lo sosterremo sempre. Piuttosto, guardi: a voler essere severi con noi stessi, è stata sciatteria organizzativa». Il Fratello capogruppo Tommaso Foti, invece, se la tira: dei suoi mancavano solo in cinque (tra cui tre ricoverati).

bagarre camera sul def

 

Foti, oggi, compie 63 anni. Ed è chiaro che un po’ gli scoccia mettersi in ginocchio sui ceci. La capa, però, gli ha dato ordini precisi. Così, nelle dichiarazioni di voto, in Aula, prende la parola e dice: «Chiediamo scusa agli italiani…». Poi, di suo, aggiunge: «… e al presidente del Consiglio». Sembra tonda: hai fatto un casino, chiedi scusa. Fine. E invece Foti non si tiene: e comincia ad accusare l’opposizione. «Chi ci viene a dare lezioni di istituzioni, guarda caso proprio ieri ha scelto l’Aventino in commissione Giustizia solo perché si era presentato il sottosegretario Delmastro nel pieno delle sue funzioni!» (per spiegarvi chi è e di cosa è sospettato Delmastro, servirebbe una pagina intera: ma se cercate su Google, risolvete).

la giornata del def alla camera stumpo rissa

 

Segue scambio di insulti (nel frattempo, è pure svenuto il verde Angelo Bonelli). Dai banchi della maggioranza: «Fuori! Fuori!». Quelli del Pd cominciano a uscire. Tutti. Tranne uno: Nico Stumpo. Un calabrese tosto che, minaccioso, punta diritto verso gli scranni della maggioranza vestito come un vecchio comunista, jeans e giaccastra blu mezza lisa, si suppone disgustosa agli occhi della segretaria Elly Schlein, la quale a Vogue (rivista preferita dalla classe operaia), in un’intervista esclusiva, ha appena confessato di affidarsi (300 euro ogni seduta) a un’esperta di armocromia, l’arte di abbinare i vestiti alla carnagione.

 

riccardo molinari lega

I commessi hanno poi bloccato Stumpo.

La Schlein ha sorvolato sulla giacca del suo deputato.

Lo scostamento di bilancio, dopo mezz’ora, è stato approvato.

 

GIORGIA MELONI INCAZZATA PER IL CASINO IN PARLAMENTO SUL DEF - MEME BY OSHO TOMMASO FOTI 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...