
“GLI ATLETI ISRAELIANI VANNO ESCLUSI DALLE COMPETIZIONI SPORTIVE INTERNAZIONALI” – L’APPELLO, PUBBLICATO SU CHANGE.ORG, DAL RESPONSABILE SPORT DEL PD, MAURO BERRUTO, SCATENA UN PANDEMONIO NEL PARTITO. LA SEGRETARIA DEM ELLY SCHLEIN E I PRESIDENTI DEI GRUPPI CHIARA BRAGA, FRANCESCO BOCCIA E NICOLA ZINGARETTI NON FIRMANO PERCHE’ NON CONCORDI NEL MERITO MA ANCHE INDISPETTITI DAL METODO: GLI ELETTI IN PARLAMENTO HANNO STRUMENTI DI PRESSIONE DIVERSI RISPETTO A UNA PETIZIONE SU INTERNET…
Adriana Logroscino per corriere.it – Estratti
Escludere gli atleti israeliani dalle competizioni sportive internazionali. La richiesta è arrivata da un pezzo — minoritario — del Pd. E ha provocato prima incredulità poi dispetto. Incredulità per come l’iniziativa — una raccolta di firme su una piattaforma utilizzata da associazioni e singoli — è stata promossa via chat a parlamentari ed europarlamentari dem, e dispetto relativamente al merito della proposta. E mentre la polemica interna si manifesta con la scarsa adesione alla petizione, Lega e FdI insorgono: «Atto razzista, irricevibile».
L’appello, pubblicato su Change.org, è stato promosso da Mauro Berruto, responsabile Sport nella segreteria del Pd, in vista della partita Italia-Israele in programma a Udine il 14 ottobre. Si rivolge ai componenti italiani del Cio (comitato olimpico internazionale) e ai presidenti di Fgci e Coni, perché si facciano portavoce della richiesta di sospendere Israele da tutte le competizioni sportive internazionali. «Non si tratta di un gesto di vendetta — si legge nel testo — ma di un atto di responsabilità. Non si vuole punire un popolo, ma affermare che lo sport non può restare neutrale davanti a una politica di annientamento».
L’appello sottolinea che «da quasi due anni la striscia di Gaza è teatro di uno sterminio che ha già cancellato decine di migliaia di vite civili, tra cui almeno 636 atleti e atlete palestinesi». Quindi riporta la denuncia che oltre il 90% delle infrastrutture sportive a Gaza è stato distrutto, pregiudicando l’attività sportiva anche nei prossimi anni.
«Non un effetto collaterale dei bombardamenti — secondo Berruto — ma una scelta politica per colpire un popolo anche nello spirito e nella speranza». Mentre «lo sport deve rimanere coerente con i valori di pace, uguaglianza e dignità umana sanciti nelle Carte e negli Statuti olimpici e federali». L’appello ricorda i precedenti storici come la sospensione di Germania e Giappone dopo la Seconda guerra mondiale, di Sudafrica, Iraq e Afghanistan, più di recente, e della Russia, ancora oggi.
Dentro il Pd l’iniziativa è stata accolta piuttosto tiepidamente: solo in 44 hanno firmato, circa un terzo del totale degli eletti tra Camera, Senato ed Europarlamento. E, soprattutto, tra loro non ci sono né la segretaria (e deputata) Elly Schlein, né i presidenti dei gruppi Chiara Braga, Francesco Boccia e Nicola Zingaretti. Non concordi nel merito ma anche indispettiti dal metodo: gli eletti in Parlamento hanno strumenti di pressione più raffinati rispetto a una petizione su internet.
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