GOLPE ALLA PECHINESE? - A PECHINO DA DUE SETTIMANE TIRA ARIA DI GOLPE - DIETRO L’ARRESTO DI 6 PERSONE E BLOGGER S’AGITA IL FANTASMA INGOMBRANTE DI BO XILAI, IL LEADER “NEO MAOISTA” COSTRETTO IL 15 MARZO A LASCIARE LA POLTRONA DI SEGRETARIO DEL PARTITO DI CHONGQING, UNA MEGALOPOLI DA 32 MILIONI DI ABITANTI - E SU INTERNET SI DIFFONDE LA VOCE DI UNA MOBILITAZIONE MILITARE DEI FEDELISSIMI DI BO XILAI…

Gian Micalessin per "il Giornale"

Mario Monti pensa agli affari, ma il premier Wen Jiabao e gli altri suoi convitati cinesi hanno altre preoccupazioni. A Pechino da due settimane tira aria di golpe. Ufficialmente nessuno ne parla, ma la tensione è palpabile. La prova più evidente di tanta agitazione è l'arresto di sei persone - accusate di «aver disseminato voci» - seguito dalla chiusura di 16 pubblicazioni internet colpevoli di aver riferito di misteriosi movimenti di truppe nella capitale.

Dietro quei provvedimenti s'agita il fantasma ingombrante di Bo Xilai, il leader «neo maoista» costretto il 15 marzo a lasciare la poltrona di segretario del partito di Chongqing, una megalopoli da 32 milioni di abitanti testa di ponte dello sviluppo economico delle regioni occidentali. La rimozione è il sintomo una guerra fra bande capace di segnare il futuro del paese. E a tingere tutto di giallo s'aggiunge il cadavere di Neil Heywood, un uomo d'affari inglese assai vicino alla moglie di Bo Xilai, ritrovato morto a novembre in un albergo di Chongqing.

Il clima da congiura che circonda la visita in Cina del nostro presidente del Consiglio fa da sfondo alle grandi manovre in vista del 18˚ Congresso del Partito del prossimo ottobre. Il 63enne Bo Xilai contava sul quell'appuntamento per metter piede nel Comitato Permanente del Comitato Centrale, l'organo di nove membri responsabile delle sorti del paese.

E su di lui puntava l'agguerrita fazione revisionista convinta che lo sviluppo economico abbia trascinato la Cina lontano dagli insegnamenti del «Grande timoniere» alimentando delinquenza, corruzione e ineguaglianza. Per mettere alla prova il proprio pupillo i vari epigoni del neo maoismo, tra i quali il capo dei servizi segreti Zhou Yongkang, avevano scelto Chongqing, una città considerata - a causa del suo tasso di criminalità - la vera «mela marcia» della nuova Cina. Bo non li delude.

Nel 2007, dopo essersi conquistato i galloni di segretario del partito della megalopoli, lancia una vera guerra alla delinquenza organizzata dando carta bianca a un esercito di poliziotti che arresta, in poco tempo, 2000 fra delinquenti, capi banda e funzionari corrotti. Dietro quella campagna per la legge e l'ordine si nasconde un utilizzo assai disinvolto - anche per gli agili standard cinesi - di tortura, arresti arbitrari e detenzione illegale.

Alla spregiudicata lotta contro il crimine Bo Xilai affianca la concessione d'una serie di sussidi e sovvenzioni contro il divario sociale, che lo rendono assai popolare. In cambio chiede soltanto oceaniche partecipazioni alle cerimonie convocate nei parchi cittadini per far riscoprire a giovani e anziani le vecchie canzoni orgoglio del comunismo nazionale. A vegliare compiaciuto su questi sforzi c'è sempre il capo dei servizi di sicurezza Zhou Yongkang.

L'ormai 70 enne eminenza grigia della vecchia guardia maoista, costretto per limiti di età a lasciare a ottobre la sua poltrona di membro del Comitato permanente, vede in Bo Xilai un fedele e devoto successore. Ma il vero obiettivo dei due è impedire la nomina a presidente di Xi Jinping, attuale vice e successore designato di Hu Jintao.

Dopo la misteriosa morte a Chongqing di quell'inglese considerato il socio d'affari occulto di Gu Kailai, intraprendente moglie di Bo Xilai, qualcosa incomincia ad andare storto. Ai primi di marzo Wang Lijun, il capo della polizia di Chongqing legato a doppio filo a Bo Xilai e informatissimo su tutti i dettagli della morte dell'inglese viene accusato di progettare una fuga all'estero e subito arrestato. Due settimane dopo arriva la deposizione di Bo Xilai. E mentre giornali e siti internet alimentano le voci sull'acquisto di 50mila fucili finiti nei depositi del signore di Chongqing i signori di Pechino vivono nell'incubo d'un golpe capace di far spiccare alla Cina un grande salto nel proprio passato.

 

 

Bo Xilai Gu Kailaibo xilaiBO XILAI WEN JiabaoChongqing Chongqing Chongqing

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…