franco locatelli gianni rezza silvio brusaferro

IL GOVERNO MELONI ALLA PROVA DELLO SPOIL SYSTEM DELLA SANITÀ – I TECNICI CHE HANNO CONSIGLIATO LE MOSSE SUL COVID AI GOVERNI CONTE E DRAGHI STANNO PER LASCIARE I LORO INCARICHI: TOCCHERÀ FARSI DA PARTE AL PRESIDENTE DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ, SILVIO BRUSAFERRO, E AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITÀ, FRANCO LOCATELLI – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, PREPARA LE NOMINE: IN POLE FRANCESCO VAIA, MATTEO BASSETTI E…

Estratto dell'articolo di Michele Bocci per “la Repubblica”

 

silvio brusaferro foto di bacco (3)

Il grande ricambio sta per compiersi, gli ultimi generali della battaglia contro il Covid, i tecnici che consigliavano la gran parte delle mosse ai governi Conte e Draghi, stanno per lasciare gli incarichi di vertice della sanità.

 

Più in generale, il ministro alla Salute Orazio Schillaci nel prossimo futuro farà molte nuove nomine di centrale importanza e dalle sue scelte si capirà anche quanto è autonomo e qual è invece il peso delle indicazioni degli altri esponenti del governo, a partire dalla premier Giorgia Meloni.

 

silvio brusaferro gianni rezza

Dopo Gianni Rezza, pensionato a maggio, e Nicola Magrini, allontanato a gennaio, toccherà a Silvio Brusaferro e più avanti a Franco Locatelli farsi da parte. Un altro membro del fu Cts, Giuseppe Ippolito, passato dallo Spallanzani al ministero della salute, avrebbe invece un altro anno di lavoro davanti, come direttore generale della Ricerca del ministero.

 

 

Brusaferro agli sgoccioli

silvio brusaferro foto di bacco

La prima decisione da prendere riguarda l’Istituto superiore di sanità. Quello di presidente è un ruolo di alto prestigio e anche operativo. Silvio Brusaferro scade il 24 luglio e per evitare la riconferma di uno degli scienziati invisi a una certa destra, nell’interpello, cioè l’atto con il quale il ministero invita i candidarsi a farsi avanti, c’è una trappola.

 

Si richiede infatti anche una “dichiarazione di non avere procedimenti penali in corso a proprio carico”, oltre a quella canonica di non aver avuto condanne. E visto che il professore friulano è indagato nell’inchiesta di Bergamo sulle prime fasi del Covid, teoricamente non potrebbe presentarsi. […]

ORAZIO SCHILLACI

 

Tra coloro che si giocano l’incarico con buone chance ci sarebbe Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di malattie infettive dello stesso istituto, ma anche Rocco Bellantone, chirurgo ed endocrinologo ordinario al Gemelli. Il suo è un nome che circola sempre quando ci sono da fare nomine nella sanità. Ma avrebbe delle carte da giocare anche Ferdinando Romano, oggi direttore della Asl dell’Aquila e tecnico con buoni rapporti nel centrodestra.

 

Candidato unico all’Aifa

francesco vaia foto di bacco (3)

L’Aifa vive una fase difficilissima. L’attività va a rilento in attesa che venga approvata la riforma, annunciata dal governo ormai da mesi, destinata a cambiare faccia all’agenzia che stabilisce quali farmaci si possono usare in Italia e a quale prezzo. La tensione è alta e di recente ci sono state anche dimissioni dalla Commissione tecnico scientifica (Cts).

 

Il direttore generale in carica durante il Covid, Nicola Magrini, è stato allontanato in base allo spoils system già a gennaio e da allora c’è una sostituta, Anna Rosa Marra. Dopo la riforma. il direttore non esisterà più ma a guidare l’agenzia resterà il solo presidente. E chi copre oggi questo incarico sta lavorando da tempo per essere confermato. Giorgio Palù, già ordinario di microbiologia e virologia di Padova considerato in quota Lega, sembra proprio destinato a succedere a se stesso.

 

ORAZIO SCHILLACI

Poco importa, visto che anche Fratelli d’Italia sarebbe d’accordo nella conferma, che a gennaio compia 75 anni. E poco importa se ogni tanto fa uscite un po’ così. Come quando ha sostenuto che l’idrossiclorochina funzionava contro il Covid malgrado il parere contrario di tutte le agenzie regolatorie, compreso la sua.

 

Le mire di Vaia

Del resto la questione età non sembra molto considerata per le nomine. È il caso di quello che sta per succedere in una delle due direzioni generali del ministero che cambieranno a breve. Per la prevenzione, fino a maggio guidata da Gianni Rezza, infettivologo che è andato in pensione, in pole position c’è Francesco Vaia.

 

francesco vaia foto di bacco (2)

I due sono nati nello stesso anno, il 1954. Vaia è convinto di farcela. È stato un uomo forte nella sanità del Lazio di sinistra, guidato da Nicola Zingaretti. Malgrado una condanna in giudicato per corruzione, l’allora assessore Alessio D’Amato, un tempo suo acerrimo nemico, lo ha messo alla guida dello Spallanzani. Vaia però è versatile e gode di ottime entrature nella destra, forse perché durante il Covid aveva un approccio molto tranquillizzante.

 

Con lui se la giocano altri tecnici, come Francesco Bevere, cavallo di ritorno del ministero e pure ex direttore di Agenas, l’agenzia sanitaria delle Regioni, ma anche Francesca Russo, che guida la prevenzione del Veneto. Anche Ferdinando Romano sarebbe in gioco.

 

[…]

 

L’addio di Locatelli

mario draghi roberto speranza franco locatelli

Infine non manca molto alla conclusione dell’incarico dell’oncoematologo Franco Locatelli come presidente del Consiglio superiore di sanità, organo di prestigio ma comunque consultivo. Schillaci sta preparando la riorganizzazione del suo dicastero, dove verranno tra l’altro creati quattro dipartimenti. Quando sarà approvata decadranno tutti gli incarichi, compreso appunto quello del Consiglio.

 

 Chi arriverà dopo l’oncologo? Matteo Bassetti, infettivologo di Genova ci spera. Ma questa volta sottotraccia, senza esporsi troppo come successo in passato per altri incarichi.

francesco vaia 3

il professore franco locatelli foto di bacco (8)orazio schillaci universita vita salute san raffaele

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…