giorgia meloni carlo nordio

VOLANO CEFFONI: IL GOVERNO VUOLE METTERE A TACERE LE TOGHE – IL PROVVEDIMENTO SULLA GIUSTIZIA, CHE ARRIVERÀ LUNEDÌ IN CONSIGLIO DEI MINISTRI, CONTIENE UNA NORMA CONTRO I MAGISTRATI CHE NON RISPETTANO IL “DOVERE DI IMPARZIALITÀ”: I GIUDICI CHE COMMENTERANNO PUBBLICAMENTE UNA LEGGE DEL GOVERNO, DOVRANNO POI ASTENERSI DAL TRATTARE CASI SU QUELL’ARGOMENTO. ALTRIMENTI ARRIVERANNO LE SANZIONI DEL CSM – UNA CHIARA REAZIONE AL CASO DEL DECRETO SUI PAESI SICURI – CHISSÀ COSA NE PENSA MATTARELLA, CHE SOLO POCHI GIORNI FA HA RICHIAMATO AL RISPETTO TRA POTERI DELLO STATO…

Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per “il Messaggero”

 

giorgia meloni carlo nordio

Un ammonimento alle toghe "politicizzate". Questa volta scritto nero su bianco. Hai criticato apertamente un decreto del governo con un editoriale, in un convegno, sui social network, e ti ritrovi a dover giudicare su quello stesso decreto? Devi astenerti, far spazio a un altro collega con la toga, per ragioni «di convenienza».

 

Altrimenti scattano le sanzioni del Consiglio superiore della magistratura: ammonimento, censura, perfino sospensione. È una norma che farà discutere, quella contenuta nel provvedimento sulla giustizia che il governo bollinerà lunedì prossimo in Consiglio dei ministri.

 

magistrati

Che fra l'altro introduce una stretta sui reati informatici e la violazione dei database all'origine degli scandali sui dossieraggi che da mesi preoccupano la premier Giorgia Meloni e l'intero governo: l'impulso sulle indagini, come anticipato, passerà alla procura Antimafia e per chi verrà sorpreso a trafugare informazioni riservate dai database pubblici scatterà l'arresto in flagranza. […]

 

Ma la novità che più avrà i riflettori addosso, in una fase che ha visto riaccendersi le tensioni tra maggioranza e magistratura, è quella sulle sanzioni disciplinari ai magistrati che vengono meno, per citare il Guardasigilli Carlo Nordio, al loro «dovere di imparzialità». È il vecchio sogno berlusconiano: se le toghe fanno politica devono togliersi la toga di dosso. Da sogno a realtà, si direbbe leggendo il testo abbozzato dal governo.

 

carlo nordio matteo salvini

Ebbene d'ora in poi alle ragioni che giustificano un intervento disciplinare del Csm se ne aggiunge un'altra: «La consapevole inosservanza del dovere di astensione nei casi in cui è espressamente previsto dalla legge l'obbligo di astenersi o quando sussistono gravi ragioni di convenienza».

 

È tutto qui, nell'ultima frase, il significato della svolta. I giudici hanno il «dovere di astenersi» se sono chiamati a giudicare su una vicenda per cui si sono già espressi ed esposti pubblicamente. A Palazzo Chigi non confermano.

 

Ma è chiaro come la nuova sanzione prenda le mosse dal recente tiro alla fune tra le sezioni immigrazione dei tribunali e il governo sul patto fra Italia e Albania per i riconoscimenti extraterritoriali dei migranti. Con la levata di scudi delle toghe e la richiesta di intervenire alla Corte di Giustizia europea contro il "decreto Paesi sicuri" approvato dal centrodestra per scavalcare l'ostacolo e far ripartire i trasferimenti in Albania.

 

Silvia Albano - foto lapresse

Nel fuoco di fila della maggioranza era finita, poche settimane fa, la giudice Silvia Albano, una delle toghe del tribunale di Roma che si è rifiutata di convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania.

 

Presidente di Magistratura democratica, la corrente togata "di sinistra" ai ferri corti con Palazzo Chigi, è finita nel mirino della maggioranza perché più volte, nei mesi scorsi, aveva apertamente e duramente criticato il governo per l'accordo albanese su cui si è ritrovata a emettere un verdetto.

 

[…] Insomma, toghe "di parte" avvisate. Facile immaginare che la nuova norma rialzi il polverone con l'Associazione nazionale magistrati, ormai da settimane impegnata a duellare con la destra al governo e a denunciare invasioni di campo.

 

carlo nordio sergio mattarella 1

E chissà cosa ne pensa Sergio Mattarella, il Capo dello Stato che solo pochi giorni fa ha richiamato al rispetto tra poteri dello Stato. Intanto il governo va avanti. Proprio come ha fatto spostando la competenza sui trattenimenti dei migranti dalle sezioni immigrazione dei tribunali alle Corti d'Appello. Presentato dalla responsabile immigrazione di Fratelli d'Italia Sara Kelany, l'emendamento è stato bollinato giorni fa dal ministero della Giustizia di Nordio. Dunque nessun passo indietro. […]

carlo nordio sergio mattarella fabio pinelli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”