BEPPE VA ALLA GUERRA - GRILLO FA DA SPONDA AL BANANA CONTRO I TECNICI: “CON MONTI, PASSERA E FORNERO È SCOPPIATA LA DISOCCUPAZIONE. GLI ITALIANI SONO TERRORIZZATI DA ALTRI 5 ANNI DI MONTISMO” - LE SUE “PARLAMENTARIE” PERÒ SONO MOSCE: 1400 CANDIDATI E SOLO 32 MILA VOTANTI - E MOLTI ATTIVISTI LAMENTANO POCA TRASPARENZA: "CHI CERTIFICA CHE IL CONTEGGIO È CORRETTO? I VERBALI SARANNO PUBBLICI? CHI HA VERIFICATO LE OPERAZIONI DI VOTO?”…

1 - LO SPREAD NON SI MANGIA...
Da "beppegrillo.it

Ancora tu? Ma non dovevamo rivederci più? La riesumazione di Berlusconi e le elezioni anticipate sono alle porte. Non sembra che gli italiani siano sconvolti o sorpresi, molti al grido di "arridatece il puzzone" vogliono liberarsi il prima possibile di Monti rimettendo allo psiconano ogni peccato. Rigor Montis ci ha messo del suo, insieme a una stampa montiana compiacente fino al leccaculismo più esasperato.

L'agenda Monti, sottoscritta con voluttà dal pdmenoelle, prevedeva un solo punto: lo spread, ma lo spread non si mangia e soprattutto non dipende da Monti, ma dalle agenzie di rating internazionali. Lo spread che è salito alle stelle in estate (colpa dei mercati?) e sotto i 300 punti a dicembre (merito di Monti?) è una variabile indipendente dal governo. E' un guinzaglio per tenere sotto controllo la politica italiana, una corda che si stringe a piacere in mano alla finanza internazionale. Non si vive di solo spread, e di spread, con la politica di Rigor Montis, si può solo morire.

Con il trio Monti, Passera, Fornero è scoppiata la disoccupazione, decine di migliaia di aziende hanno chiuso i battenti, la piccola distribuzione è alla canna del gas, il debito pubblico è aumentato come ai tempi di Tremorti, circa 100 miliardi all'anno. Macelleria sociale nella sanità e nella scuola, diminuzione dei diritti dei lavoratori, milioni di nuovi poveri e nessun taglio alle decine di miliardi di costi inutili, dai cacciabombardieri, alla Tav, alle pensioni d'oro.

Nessun recupero della Grande Evasione, come per i 98 miliardi del gioco d'azzardo o il recupero almeno parziale sui 100 miliardi dello Scudo Fiscale tassati al 5%. Nessun esempio dall'alto mentre si colpevolizzavano gli agriturismi e i tassisti. L'unico successo del Governo è aver ricomprato i nostri marci titoli di Stato dalle banche tedesche e francesi e aver finanziato banche sull'orlo del fallimento come MPS.

L'italiano è letteralmente terrorizzato da altri cinque anni di montismo, le aziende se possono scappano all'estero. Molti proprietari semplicemente le chiudono e portano i loro capitali altrove. Lo psiconano lo sa e lo sanno meglio di lui i suoi sondaggisti. Monti, i suoi aedi, la distruzione di una nazione in nome dello spread, non li sopporta più nessuno. Non si vive di solo spread. L'Italia è una pentola a pressione sul punto di esplodere. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.

2 - PARLAMENTARIE, I DUBBI DEI MILITANTI: "TRENTADUEMILA VOTANTI SONO ABBASTANZA?"...
Carmine Saviano per "Repubblica.it"

Votazioni chiuse da ventiquattro ore. L'elenco dei candidati per Camera e Senato già approntato. Una "festa della democrazia", dicono dal quartier generale del Movimento Cinque Stelle. La "prima volta in assoluto in cui la rete è usata per scegliere i rappresentati al Parlamento", aggiungono. Tutto a "costo zero". Ma i lati oscuri delle "parlamentarie" dei grillini permangono. Individuati e denunciati dagli stessi militanti che hanno preso parte alle votazioni. Scarsa trasparenza, problemi di accessibilità al portale, candidature e registrazioni "impossibili da effettuare". Il day after di Beppe Grillo è fatto di soddisfazioni, certo. Ma anche di qualche grattacapo.

Il primo punto riguarda "l'affluenza". E' lo stesso Grillo a dare le cifre: novantacinquemila voti. Le repliche arrivano secche: "Ragazzi, che brutta figura! 95mila voti a tre preferenze per votante significa solo 32mila votanti. E il bello è che c'erano 1400 candidati".

Si fa presto a tirare le somme: "Vuol dire che ogni candidato è riuscito a farsi votare solo da una trentina di persone, praticamente dagli amici del bar sotto casa, o poco più". La replica: "I trentaduemila che hanno votato sono gli iscritti a un portale, ovvero quelli che ci hanno messo la faccia e hanno deciso di attivarsi e partecipare". Ancora: "Potevamo essere 950 o 9 milioni: è la stessa cosa. Qui uno vale uno e chi non partecipa vale zero".

Poi la trasparenza delle operazioni. A scrivere a Grillo è un elettore del MoVimento, informatico di professione. Commenta: "Ho votato ma rimangono ancora dei lati oscuri. Mi sarei aspettato, al momento del voto, di vedere il numero dei votanti complessivi e il numero di voti presi per il candidato votato".

Due parametri senza i quali "tutto può essere manipolato". Le domande sono incalzanti: "Chi mi garantisce la regolarità della votazione? E' come giocare nei poker online, chi ti garantisce che il software non agisca secondo logiche diverse dall'obiettività?". Infine: "Non è per mettere in dubbio l'onesta di Grillo, ma è sempre per una questione di trasparenza che francamente mi aspettavo".

Parole al vetriolo anche per il portale realizzato da Casaleggio: "La piattaforma faceva pena e non dava la possibilità di farsi un'idea almeno un po' precisa di chi si andava a votare". Certo è la prima volta, "si può migliorare: ma almeno due parole su queste mancanze da parte di Grillo le avrei apprezzate".

Non manca l'autocritica: "Qui sembriamo tutti infallibili ma non è così. Primi tra tutti Beppe e Casaleggio: tornate con i piedi per terra e un po' più di umiltà per favore, prendere esempio dalla maggior parte dei candidati, gente seria e umile. Attenti a non prenderci troppo sul serio". E sono numerose le mail inviate al MoVimento da parte di chi, pur avendo tutti i requisiti, non è riuscito a votare. C'è chi scrive: "Ho provato, ma non ci sono riuscito: quindi nel dubbio alle politiche non voterò". Ancora: "Iscritto e registrato. E due volte verificato: ma non ho ricevuto alcuna mail di avviso dello svolgimento delle votazioni".

E nelle ultime ore ricompaiono in rete le venti domande al MoVimento, riprese anche da Servizio Pubblico, la trasmissione condotta da Michele Santoro. Sono numerosi i militanti che chiedono a Grillo e Casaleggio di rispondere per "mettere a tacere le voci sul nostro MoVimento". Tra le questioni: "Chi e come certificherà che le votazioni sono libere, reali e che il conteggio sarà corretto? I verbali dei risultati come verranno resi pubblici? Sarà possibile per tutti i cittadini verificare le operazioni di voto, scrutino e proclamazione degli eletti? Nel caso di controversie o ricorsi chi e come si deciderà?". Infine, le polemiche sul costo zero. Altre domande a Grillo: "Costo zero? Chi ha pagato sito, server e gli informatici per fermare i cattivi hacker?".

3 - QUEI PARENTI TRA I CANDIDATI A 5 STELLE...
Emanuele Buzzi per "Corriere.it"

L'identikit non è semplice: svolgono le professioni più disparate, sono in maggioranza donne e in molti casi ventenni o trentenni. Tra loro, però, secondo accuse che spuntano sulla Rete, c'è anche qualche parente di troppo. Parliamo dell'esercito dei Cinque Stelle che prepara le truppe e punta su Roma. Disoccupati, insegnanti, avvocati, casalinghe, impiegati. Le file dei candidati ora hanno nomi e cognomi. Ognuno con una storia alle spalle.

Si va dall'assistente dello scenografo EmanueleLuzzati al ricercatore della Nasa, passando per molti, moltissimi giovani. Ci sono i grillini della prima ora come Vito Crimi o Riccardo Nuti, ma anche qualche new entry. In Piemonte, forse, ci sarà un senatore No Tav: si tratta di Marco Scibona, che già faceva parte dello staff del gruppo consiliare grillino piemontese. Ma la vera novità è rappresentata dalla valanga rosa, che conquista il 55% dei posti in lista.

«Noi donne abbiamo una marcia in più», commenta Arianna Spessotto, ventisettenne, trionfatrice in Veneto. Un bel salto per lei, senza lavoro, e ora prossima a sbarcare in Parlamento: «Sono agitata, devo ancora elaborare». E poi spiega: «Sono disoccupata da tre mesi, ho una laurea in economia e alcune esperienze a tempo determinato alle spalle, oltre a quattro stage che non mi hanno portato da nessuna parte».

Lavora e studia, invece, Dalila Nesci, 26 anni, giornalista pubblicista, futura capolista in Calabria: «Mi sto laureando in giurisprudenza, ma al momento lavoro al Tropea Festival». Anche per lei un eventuale approdo a Montecitorio sarebbe «una grande emozione, felicità, ma anche un forte carico di responsabilità per quello che dovremo fare». Tanto che quasi si ritrae: «Noi candidati siamo solo portavoce delle idee del movimento».

Chissà se le quote rosa grilline contribuiranno a togliere al movimento l'etichetta di machista legata al caso Salsi. «Sono state polemiche strumentali, non sono mai stata discriminata per il mio essere donna» dichiara Donatella Agostinelli, 38 anni, prima nelle Marche. E guarda ai prossimi impegni: «Sono serena, ma la campagna elettorale è tutta da costruire. Di cosa mi vorrei occupare? Mi sono spesa in passato per la tutela dell'ambiente, mi piacerebbe riportare al centro del dibattito politico i beni comuni».

Per adesso, sul web ha fatto molto discutere il risultato di una donna, Laura Castelli, molto vicina al consigliere regionale piemontese Davide Bono. Ma a gettare un'ombra sul risultato complessivo delle Parlamentarie è un post di Gino Camillo, che su Facebook contesta la vittoria di Yvonne De Rosa nel Vecchio Continente.

«Non riesco a capire come possa risultare la prima eletta nella circoscrizione Europa - scrive - dato che si è iscritta al MeetUp di Londra solo il 6 novembre 2012 e che prima di questa data era venuta a un solo MeetUp il 19 ottobre per accompagnare il suo ragazzo Roberto Fico (primo tra i candidati nella circoscrizione Campania 1 e volto storico dei grillini, ndr )». E attacca: «Parentopoli e paracadutati all'ultimo minuto in politica sono cose che fanno i partiti. Non il Movimento 5 Stelle».

In effetti, scorrendo le liste dei candidati non sono pochi i legami affettivi o familiari. In Sicilia corre Azzurra Cancelleri, sorella di Giovanni - eletto all'Ars e candidato grillino alla presidenza della Regione -, con un passato nello staff di Sonia Alfano (europarlamentare idv, candidata con gli Amici di Beppe Grillo nel 2008).

In Liguria sarà capolista Cristina De Pietro, sorella del consigliere comunale genovese Stefano. In Lombardia, passa le forche caudine delle primarie Tatiana Basilio, mentre difficilmente sarà in lista il marito (anche lui alle Parlamentarie) Simone Ferrari. Al Senato potrebbero arrivare in coppia dalla Puglia Maurizio e Tiziana Buccarella, fratello e sorella, primo e quarta in lista per Palazzo Madama.

Ma proprio Maurizio, il più votato in regione, rigetta l'idea di una parentopoli grillina: «Io mia sorella non l'ho votata - assicura -. Anzi, non si è votata neppure lei. Non c'è nessun familismo perché nessuno può nominare nessuno, nessuno può manovrare il voto: nel movimento non ti candidi, ma ti candidano». Sarà. Però c'è anche chi pur avendo tutti i requisiti non è scesa in campo. Come Cinzia Piastri, moglie del sindaco di Parma Federico Pizzarotti.

 

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