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“STARLINK? MI SEMBRA CHE TUTTO SI SIA FERMATO” – IL MINISTRO DELLA DIFESA, GUIDO CROSETTO, CHE SECONDO SALVINI AGIREBBE DI SPONDA CON MATTARELLA PER TAGLIARE FUORI LA SOCIETÀ DI MUSK E CHIUDERE UN ACCORDO CON IL CONSORZIO “EUTELSAT”, DÀ PER CHIUSA LA PRATICA: “QUANDO POLEMICHE E TEMPI SI SARANNO CALMATI, CI SARÀ UN APPROCCIO TECNICO. IL PUNTO È: COSA È PIÙ UTILE E SICURO PER LA NAZIONE” – "LA TESLA? NON MI PIACCIONO LE AUTO ELETTRICHE" - I “POTERI FORTI CHE AMANO LA POLITICA DEBOLE” (QUALI SONO?) E LA DIFESA COMUNE EUROPEA: “NON CE N’È BISOGNO. LO SCHEMA È QUELLO DELLA NATO, CHE È EFFICIENTISSIMO…”

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Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2025/03/22/news/guido_crosetto_intervista_truppe_onu_ucraina-424078569/?ref=RHLF-BG-P1-S3-T1

 

 

guido crosetto giorgia meloni alla camera foto lapresse.

Ministro Guido Crosetto, come giudica il piano a 4 livelli di interposizione per l’Ucraina, con in prima linea l’Onu? L’Italia potrebbe aderire a tale tipo di missione, nel terzo livello, insieme ai volenterosi europei?

«La prima cosa è che sono contento. Dopo solo tre mesi che lo dico in ogni sede hanno preso atto che l’unica soluzione possibile sia l’Onu o comunque una forza multinazionale».

 

L’Italia potrebbe partecipare a una missione internazionale col forte coinvolgimento di partner extra Ue, anche senza l’ombrello formale delle Nazioni Unite?

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«[…] Il punto è che non può essere una missione solo “occidentale”. Credo, però, che l’Onu possa dare un framework, cioè una copertura, giuridica. Il che non significa missione Onu in senso stretto, ma anche solo sotto “l’egida” dell’Onu. Possono apparire sofismi da diplomatici, ma non lo sono. Ciò detto, le condizioni in cui potrà operare una qualunque missione, devono essere scritte prima nell’accordo di pace, poi vanno rese operative. È inutile discuterne adesso».

 

[…] Quando porteremo le spese militari al 2% del Pil?

«Al prossimo vertice Nato di giugno, decisivo ed epocale, probabilmente chiederanno di portare l’asticella al 3,5%, come dice Rutte. Trump, invece, ci chiederà il 5%, dicendoci: siccome siete rimasti indietro, dovete recuperare. Anche perché, in ambito Nato, è prevedibile una sostanziale riduzione della presenza militare americana in Europa.

 

GUIDO CROSETTO VISITA I MILITARI ITALIANI A HERAT, IN AFGHANISTAN - SETTEMBRE 2010

Un piano che, in realtà, era già stato previsto da Biden, ma ora il tema si ripropone con Trump, molto concentrato sul quadrante Est-asiatico. Perciò, deve aumentare il contributo delle nazioni europee. Stiamo lavorando su questo tema, non è facile, ma a giugno avremo fatto passi avanti».

 

Parliamo di difesa comune. Se cambiassero i trattati Ue, si potrebbe arrivare a un esercito comune europeo?

«Non ce n’è bisogno. Lo schema è quello della Nato, che è efficientissimo. Se fotocopiamo quel modello, già domani avremmo la difesa europea. L’ho detto anche a Parigi: creiamo intanto un centro di comando e controllo unico, sovrapposto a quello Nato».

GUIDO CROSETTO - STORIE DI UN RAGAZZO DI PROVINCIA

 

[…] Nella sua autobiografia appena uscita per Piemme, Storie di un ragazzo di Provincia, parla della naja come di «qualcosa che crea un legame fortissimo tra te e le persone che con te la vivono». Sul piano educativo la rimpiange?

«Posso raccontare la mia esperienza: sono entrato in camerata con un ragazzo che era un delinquente delle Vallette, noto e malfamato quartiere di Torino. La prima settimana picchiava tutti. Dopo 45 giorni, era diventato quasi normale. Solo l’ultimo giorno mi si avvicina e mi fa: ti ho portato un regalo. E tira fuori un’autoradio che aveva staccato da un’automobile: “L’ho rubata per te stamattina”».

 

E lei l’ha accettata?

«Ma no! Però, a parte questo episodio, aveva seguito un percorso di crescita importante: all’inizio era un delinquente, poi non più. La naja permetteva a tanti giovani, anche emarginati, di incontrare lo Stato e imparare regole. Oggi, sul piano educativo, un percorso sarebbe utile, non so se militare o civile, ma di formazione».

 

GIORGIA MELONI ELON MUSK

Nel suo libro racconta di quando comprò una Ferrari da ragazzo, rivendendola subito. E di quando da sottosegretario preferiva girare in Smart, per la disperazione del suo autista. La Tesla la comprerebbe?

«Non mi piacciono le auto elettriche e finché sarà possibile, viaggerò con un motore tradizionale. Che con i nuovi carburanti ecologici dell’Eni inquina meno nel ciclo completo».

 

Elon Musk le piace?

«È un genio visionario che ha portato a una vera rivoluzione, più nello spazio che nelle auto».

 

Il governo è vicino a un’intesa con Starlink?

tommaso foti guido crosetto foto lapresse

«Mi sembra che tutto si sia fermato, anche perché il tema è passato da Starlink alle dichiarazioni della e sulla persona. Non si discute del piano tecnico. Quando polemiche e tempi si saranno calmati, ci sarà un approccio tecnico. Il punto è: cosa è più utile e sicuro per la nazione».

 

C’è un capitolo del suo libro molto duro su alcuni magistrati, quando parla di Tangentopoli. Vede ancora oggi un’offensiva delle toghe contro il governo?

«Intanto, parlo di una piccolissima minoranza di magistrati militanti. Poi, le critiche sono il presupposto della democrazia e le accetto da chiunque. Il tema è lo scontro tra poteri. Chi utilizza il suo potere per combatterne un altro».

 

Perché alcuni magistrati vi combatterebbero?

guido crosetto federico mollicone giorgia meloni ignazio la russa presentazione primo simbolo di fratelli d italia

«Non noi, gli altri poteri. Il punto, per me, riguarda solo alcuni di loro: difendono lo squilibrio tra poteri che nasce da Tangentopoli, con il Parlamento diventato tra i più deboli del mondo, mentre chi ha distrutto vite di innocenti non paga mai. Qualcuno vuole mantenere questo squilibrio ed il potere di infamare, che supera tutti gli altri».

 

FdI quando era all’opposizione non era così garantista...

«Io ho sempre difeso gli avversari politici perché sono un garantista vero e da sempre. Molti di FdI erano giustizialisti quando si era all’opposizione e adesso, stando dall’altra parte, si sono resi conto che, invece, era sbagliato. Ma nel mio partito, su questo, sono sempre stato un po’ un panda.

 

starlink satelliti

Ed è stata anche una fortuna: venendo da un’altra storia politica, la Dc, sono stato al riparo anche da certi rancori. Nel libro racconto le riunioni sulla fondazione di FdI, con La Russa e altri, dove si misero a rivangare decenni di liti tra correnti... E allora mi chiedevo: ma io, che c’entro? Me ne feci una ragione e non sbagliai».

 

Certo, lei ha esordito nella Dc, con Goria, De Mita... La classe dirigente della prima Repubblica era migliore di quella di oggi?

«Enormemente migliore come palestra: nessuno si ritrovava catapultato in Parlamento a caso. Poi, certo, come in ogni luogo, c’erano anche le mele marce. Cosa ha distrutto però le istituzioni è stato l’approccio grillino dei Cinque stelle. E alcuni poteri forti che amano Parlamenti e politica debole».

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