TINTURE E TINTINNIO (DI MANETTE) ! ORA I CONSIGLIERI REGIONALI CAMPANI TEMONO IL PEGGIO (E IL GABBIO)

Carlo Tarallo per Dagospia

E adesso che succede? Il giorno dopo la "grande abbuffata" di inviti a comparire, recapitati dalla Guardia di Finanza ai 57 consiglieri regionali (su 60) accusati di peculato dalla Procura di Napoli (condotta dal pm Giancarlo Novelli e coordinata dall'aggiunto Francesco Greco) il parlamentino campano è scosso da timori, sospetti, ipotesi.

L'inchiesta sui 2 milioni di euro destinati all'attività istituzionale dei gruppi e finiti (secondo l'accusa) in spese assolutamente private, come giocattoli, tinture, viaggi, gioielli e così via, prosegue. E promette nuovi, imminenti colpi di scena. A dispetto di chi confida in un rapido affievolirsi della vicenda, anche e soprattutto dal punto di vista mediatico.

Sarebbero tre le posizioni più gravi, secondo alcune indiscrezioni attendibili, tra i consiglieri regionali indagati; tre protagonisti di primo o primissimo piano della vita politica campana sarebbero dunque fortemente a rischio. Intanto, i primi interrogatori sarebbero fissati per l'8 luglio prossimo. I consiglieri "semplici" saranno ascoltati dalla Guardia di Finanza, i capigruppo dai Pm.

Un tam-tam incessante, quello del "peggio deve ancora arrivare", che da quando la notizia dell'accelerazione dell'inchiesta ha iniziato a circolare su blog e social network si rincorre tra uffici, corridoi, androni, e che da ieri è diventato un vero e proprio incubo, con tanto di allarmatissimi conciliaboli su ordinanze di custodia cautelare respinte o in corso di esame.

Un incubo che ha la sagoma inquietante della Torre delle Manette, la sede della Procura, che si trova a poche decine di metri di distanza dalla sede del consiglio regionale. E dal carcere di Poggioreale...

2-DON MEROLA: "IO ASSOLVO BERLUSCONI E COSENTINO. E IL PM WOODCOCK STUDI DI PIÙ IL DIRITTO..."

Irene de Arcangelis per Repubblica.it
Sarà prete anticamorra, ma i suoi strali non sono contro i boss. E come ospite alla trasmissione radio "La zanzara" su Radio 24 spara bombe. E non sono esplosioni a basso potenziale.

Parla di Berlusconi e Cosentino, del magistrato Woodcock titolare di alcune delle inchieste sull'ex coordinatore del Pdl in Campania oggi in carcere, inquisito per i suoi rapporti con i Casalesi. Insomma, è proprio un exploit, quello di don Luigi Merola, ex parroco di San Giorgio ai Mannesi nei drammatici giorni della morte della quattordicenne Annalisa Durante e oggi, fondatore dell'associazione 'A voce de criature, opinionista sui grandi casi di attualità.

"Berlusconi? È un perseguitato - dice ai microfoni de "La zanzara" - I magistrati lo perseguitano tanto". Insiste: "Lo perseguitano come hanno fatto con Clemente Mastella. Alcuni magistrati sono politicizzati e ignoranti, devono leggere e studiare di più. Ci vuole la formazione permanente dopo il concorso. Berlusconi - aggiunge - è un peccatore come tanti altri. Sono stato a Roma tre anni per lavorare al ministero dell'Istruzione e dico che quello che fa Berlusconi lo fanno tutti, politici di sinistra e di destra, alti funzionari e magistrati. Tutta gente - svela il parroco anticamorra - che ha la seconda, la terza e la quarta amante da cui si fanno accompagnare con l'auto blu. Farò nomi e cognomi. Berlusconi lo assolvo per il fatto che fa mangiare ottantamila famiglie in Italia. Lo perdono con l'assoluzione per qualsiasi cosa abbia fatto".

Assoluzione senza confessione e pentimento. Meraviglia relativamente, visto il momento di forte feeling tra il Cavaliere e il parroco datato gennaio 2013.

Vigilia delle politiche, il Pdl corteggia don Merola. Lo vuole in lista. E Merola sta per accettare, visto che per il diritto canonico potrebbe (e comunque dovrebbe) ottenere una dispensa da parte del vescovo della Diocesi di appartenenza. Dunque si tratta, si vocifera. Preme per quella candidatura anche il governatore Caldoro. Ma infine, colpo di scena, don Merola rifiuta.

Motivo: in lista c'è il pluri inquisito per camorra Nicola Cosentino. E il parroco si considera incompatibile. Fin qui tutto bene.

Ma ieri, ai microfoni de "La Zanzara", arriva il colpo di scena. "Leggendo gli atti che riguardano Cosentino - dice Merola - mi sono fatto l'idea che non ci sono le prove per dire che è camorrista e per stare in carcere. È immorale e ingiusto che sia in prigione, non può inquinare le prove perché si è costituito e il procedimento è chiuso".

Parole che appena sei mesi fa sarebbero suonate assurde. Poi il parroco attacca il pm di alcune delle inchieste contro Cosentino, Henry John Woodcock: "Lo considero di estrema sinistra, ho saputo che è diventato magistrato dopo due bocciature al concorso. Come prete vengo a sapere tante cose, Woodcock potrà essere preparato sullo sport ma sul diritto deve studiare un po' di più".

 

DON LUIGI MEROLALuigi De Magistris BerlusconiNICOLA COSENTINO jpegHENRY JOHN WOODCOCK

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