IL COMMERCIALISTA E GLI SPIONI - IL CORRIERE CONTINUA A ESALTARSI PER LA STORIA DEL FISCALISTA DEI CAMILLIANI PAOLO OLIVERIO - TRA I DOSSIER CE N’È UNO SU SABINA BEGAN (POTEVA MANCARE?) E UN MISTERIOSO VISTO TURISTICO

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

«File 0004888 denominato "visto Sabina Beganovic" che riporta un apparente visto turistico rilasciato alla stessa Beganovic». «File 000478 estorsione: Attenzione Franci, state marciando male tu, Paolo Oliverio... Se chiudete verifiche della Guardia di Finanza illegalmente e volete guadagnare solo voi state sbagliando. Franci la tua vita è in pericolo. Se volete continuare i lavori in tranquillità e stare sereni dovete pagare 150 mila euro al mese. Per il pagamento riceverete istruzioni tramite la I.T.R. di cui amministratore è Paolo».

«File 000455 denominato "Cell. spy 334" in cui viene descritta la procedura per l'installazione di un software denominato "spyphone" su un cellulare Nokia utile per procedere ad attività di intercettazioni di comunicazioni».

Eccoli i primi dossier sequestrati nell'archivio segreto del commercialista Paolo Oliverio, arrestato nell'inchiesta sui padri Camilliani e adesso sotto indagine per l'attività di ricatto che avrebbe effettuato su manager, politici, 007, alti ufficiali della Guardia di Finanza. Uno riguarda Sabina Began, l'Ape Regina di Silvio Berlusconi, e adesso si sta cercando di scoprire se fosse vittima di un ricatto o inserita nella lista dei clienti del professionista. Soprattutto si vuole sapere a che cosa serviva il «visto» e chi se ne è occupato.

Un altro sembra dimostrare la capacità di orientare le verifiche fiscali delle Fiamme Gialle, in cambio di decine di migliaia di euro. E poi ci sono i rapporti con ispettori di Equitalia, con banchieri, manager, politici. E ci sono soprattutto le intercettazioni illegali in un'attività di controllo e spionaggio che potrebbe avere sviluppi clamorosi. Anche perché alcuni documenti giudiziari riservati - compreso un fascicolo sulla cosiddetta loggia P3 - erano stati occultati nella cassaforte di padre Renato Salvatore, superiore generale dei Camilliani.

I PERSONAGGI DELLO SPETTACOLO
Quale fosse la capacità di ricatto di Oliverio lo spiega il giudice nell'ordinanza che gli nega la concessione della libertà ma anche dei domiciliari, proprio come aveva chiesto il pubblico ministero Giuseppe Cascini evidenziando «il quadro relativo alle attività criminose dell'indagato ben più ampio e allarmante di quello finora emerso».

E scrive: «Le esigenze indicate nella misura cautelare permangono immutate in ragione di quanto va emergendo dall'esame della documentazione informatica sequestrata. Si profilano attività di gestione di società, rapporti con l'amministrazione finanziaria, rapporti con persone del mondo dello spettacolo che paiono prevedere il ricorso a pratiche quali la captazione non autorizzata di conversazioni, l'estorsione, l'intervento su procedure di controllo».

Oliverio aveva informazioni sulla vita privata degli agenti segreti e dei generali delle Fiamme Gialle e avrebbe utilizzato queste notizie per ottenere favori per sé e per i propri clienti, tanto da evitare loro verifiche fiscali o successivi versamenti all'Erario. Ma avrebbe anche ricattato alcuni imprenditori e almeno un politico proprio grazie alle notizie segrete che gestiva. Tutti i nomi sono nei file trovati nella pen drive e nei computer sequestrati al momento dell'arresto che gli investigatori della Finanza guidati dal colonnello Cosimo De Gesù stanno analizzando in questi giorni.

LA CASSAFORTE DEL PRELATO
Dopo la cattura Oliverio ha ammesso di aver effettuato bonifici per circa 3 milioni di euro utilizzando anche alcuni conti correnti dei Camilliani per trasferire le somme all'estero. Un'operazione di riciclaggio del denaro in un «sistema» che mescola i beni dell'ordine religioso con quelli di provenienza illecita, probabilmente della ‘ndrangheta. E si è scoperto che padre Salvatore si è prestato - come lui stesso ha confessato ai magistrati - pure per custodire alcuni documenti riservati nella propria cassaforte. «Era per fargli un favore, non sapevo di che cosa si trattava», si è giustificato.

Durante la perquisizione è stato trovato un fascicolo relativo all'inchiesta sulla P3, l'associazione segreta per la quale sono indagati oltre a Flavio Carboni anche Denis Verdini e Marcello Dell'Utri, il governatore dela Sardegna Ugo Cappellacci, l'ex presidente della Corte di Cassazione Vincenzo Carbone, oltre a numerosi imprenditori.

E poi atti giudiziari che Oliverio sarebbe riuscito ad occultare, mostrando così la sua capacità di ottenere carte riservate proprio in virtù dei rapporti con 007 e investigatori. Persone con le quali aveva frequentazioni costanti anche al di fuori dell'ambito lavorativo e che adesso potrebbero essere convocate in Procura per chiarire la natura di questi legami.

 

 

SABINA BEGAN IN SARDEGNA DA OGGI jpegSABINA BEGAN IN SARDEGNA DA OGGI jpegORDINE DEI CAMILLIANI BERLUSCONI SABINA BEGAN GEORGE CLOONEYCENA BERLUSCONI CLOONEY A PALAZZO GRAZIOLI DA VANITY FAIR Flavio Carboni DENIS VERDINI MARCELLO DELLUTRI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....