grillo davigo di matteo

I MAGISTRATI GRILLINI ALL’ASSALTO DEL CSM – DAVIGO E DI MATTEO SI SPALLEGGIANO PER TIRARE CANNONATE SULL’ORGANO DI AUTOGOVERNO DEI GIUDICI – CAMPAGNA ELETTORALE IN CORSO: A LUGLIO IL VOTO. STRAFAVORITO L’UOMO DI “MANI PULITE”  

 

Giuseppe Salvaggiulo per la Stampa

 

DAVIGO TRAVAGLIO

All' ombra delle convulsioni dei partiti c' è un' altra campagna elettorale che sta entrando nel vivo: quella per il rinnovo del Csm. A luglio magistrati eleggeranno i 16 membri togati e il Parlamento gli 8 componenti laici. Il clima è stato surriscaldato negli ultimi giorni da tre fatti collegati: la pubblicazione di un libro sul caso Robledo che mette sotto accusa il Csm e il sistema delle correnti; la discesa in campo di Piercamillo Davigo a capo della corrente «anti-establishment» Autonomia e Indipendenza; la polemica contro Csm e Anm scagliata dal pm antimafia Nino Di Matteo all' indomani della sentenza del processo sulla trattativa Stato-mafia.

 

NINO DI MATTEO CON DI BATTISTA

Si delinea una resa dei conti elettorale. Il dibattito si è infiammato nelle assemblee e nelle mailing list dei magistrati a partire dalla pubblicazione del libro «Palazzo d' ingiustizia» (Marsilio). Il tema è lo scontro, partito nel 2014 nella Procura di Milano tra l' allora procuratore Bruti Liberati e l' aggiunto Robledo. L' autore, il giornalista Rai Riccardo Iacona, ricostruisce nei dettagli la vicenda ma la rilegge in chiave politica.

 

iacona libro

La tesi è che la sorte toccata a Robledo, trasferito e privato delle funzioni di pm per aver denunciato omissioni e insabbiamenti di indagini su politica e affari, sia esemplare del nuovo corso della magistratura: archiviato il ventennio berlusconiano di guerra con la politica, una casta di capicorrente gestisce in modo cooperativo i rapporti con governo e partiti, decide nomine e promozioni secondo canoni di fedeltà anziché di merito, isola e punisce chi non si adegua (nell' ultimo anno i procedimenti disciplinari sono cresciuti del 50%).

 

BRUTI ROBLEDO

La tesi è supportata da interviste a magistrati di peso. Una di queste è particolarmente dura: il magistrato veneto Andrea Mirenda accusa il Csm di utilizzare «metodi mafiosi». Dalla Anm e dal Csm si sono levate proteste, fino a invocare procedimenti disciplinari. Per difendere Mirenda è intervenuto Davigo. Negli stessi giorni il pm palermitano Di Matteo, forte della vittoria processuale sulla trattativa Stato-mafia, lamentava «l' assordante silenzio» della magistratura associata e del Csm (quindi, implicitamente, delle correnti «di sistema») a fronte degli attacchi subiti dal mondo politico.

DAVIGO

 

Un uno-due pugilistico che segna l' avvio della campagna elettorale più incerta e velenosa della storia del Csm. Inedita la sfida tra quattro correnti: Area di centrosinistra; Unicost centrista; Magistratura Indipendente originariamente collocata nel centrodestra anche se il leader Cosimo Ferri è appena stato eletto in Parlamento nel Pd. E poi c' è il quarto incomodo, il protagonista più battagliero e mediatico: Davigo.

 

DAVIGO - COLOMBO - DI PIETRO

L' ex dottor sottile del pool di Mani Pulite ha fondato la corrente Autonomia e Indipendenza con una scissione da Magistratura Indipendente. Il suo esordio elettorale in un convegno nel palazzo di giustizia di Roma è stato uno show. Ha irriso il Csm paragonandolo a Caligola per l' arbitrarietà delle nomine: «Ormai mi aspetto perfino la nomina di un cavallo» a capo di una Procura o di un tribunale. Pochi giorni dopo, in piena campagna elettorale, ha impugnato davanti al Tar la decisione del Csm di preferirgli Domenico Carcano come presidente aggiunto della Cassazione.

 

Davigo e Di Matteo sono i magistrati più stimati dal M5S. Entrambi hanno partecipato un anno fa a un convegno organizzato dal M5S alla Camera. Evocato polemicamente da Berlusconi come «il loro vero candidato premier», Davigo ha sempre smentito incontri con Grillo e velleità politiche. Ma il suo sodale Sebastiano Ardita, pm siciliano antimafia e candidato con lui al Csm, l' anno scorso era stato ospite applaudito alla kermesse di Davide Casaleggio a Ivrea. Dove quest' anno la star è stata Di Matteo.

IL PM NINO DI MATTEO

 

L' esordiente corrente di Davigo ha il vento in poppa, come tutti i movimenti anti-sistema. Vanta un leader carismatico e immacolato, ha posizioni riconoscibili, sa come farsi apprezzare da una base delusa. Agita le ultime contestate nomine del Csm, che hanno beneficiato toghe reduci da esperienze, anche lunghe, in partiti e Parlamento. I rivali la temono, tanto da aver rinunciato a opporre un avversario in grado di sbarrare la strada ad Ardita nel collegio dei pubblici ministeri. Davigo sbancherà tra i cassazionisti.

 

Circolano già tabelline su quali potrebbero essere i numeri del nuovo Csm. Autonomia e Indipendenza potrebbe eleggere tre, se non tutti i suoi quattro candidati, e scavalcare una, se non due correnti storiche. Contemporaneamente il M5S, che nel vecchio Csm aveva eletto solo uno degli otto membri laici, questa volta potrebbe indicarne tre.

NINO DI MATTEO

Gli uni e gli altri potrebbero costituire un blocco forte, radicato e ideologicamente coeso, mentre il patto tra correnti tradizionali scricchiola e si dimensiona il fronte di sinistra, con il Pd che potrebbe scendere da 4 a un seggio.

 

L' onda lunga del 4 marzo potrebbe provocare un clamoroso ribaltone negli equilibri di potere nella magistratura, con effetti a cascata su nomine nelle Procure più importanti, giurisprudenza disciplinare, poteri dei capi degli uffici, interlocuzione con il governo.

 

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)