MATTARELLA, SALVACI TU! – MELONI VOLEVA BRUCIARE I TEMPI PER IL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA, TEMENDO LA RIMONTA DEL FRONTE DEL “NO”, E PUNTAVA AD ANDARE ALLE URNE IL 1° MARZO 2026. INVECE, QUASI CERTAMENTE, LA CONSULTAZIONE POPOLARE SI SVOLGERA’ A FINE MARZO – LA VOTAZIONE SARÀ IN DUE GIORNI (DOMENICA E LUNEDÌ), COME HA STABILITO IERI IL CONSIGLIO DEI MINISTRI, APPROVANDO UN DECRETO LEGGE – LE TOGHE CONTABILI SONO SUL PIEDE DI GUERRA PER LA RIFORMA DELLA CORTE DEI CONTI, CHE SARÀ APPROVATA DAL SENATO ENTRO FINE ANNO: "PROFILI DI INCOSTITUZIONALITA'..."
Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”
[…] Da un lato, il governo sembra costretto a cedere, sul referendum per la separazione delle carriere, nell'individuare una data che vada oltre l'equinozio di primavera; dall'altro, tornano preoccupazioni e argomentate critiche da parte dei giudici contabili che, sulla riforma della Corte dei Conti, chiedono all'esecutivo correttivi «necessari, se non si vuole incentivare le cattive condotte dei pubblici amministratori», mentre l'esecutivo punta a portare a casa quel ddl, con via libera definitivo in Senato, previsto sabato 27, tra Santo Stefano e San Silvestro.
Sul referendum. Si voterà in due giorni, domenica e lunedì, come ha stabilito il cdm approvando il decreto legge sulle consultazioni del 2026. Ma Meloni e Nordio dovranno rinunciare al pressing sulla data, gli italiani avranno forse un po' più di tempo: l'ipotesi del voto ora è 29 marzo.
Per l'ultima parola sulla riforma – che separa i pm dai giudici, crea un'Alta Corte disciplinare e due Csm (con le toghe sorteggiate) – il governo puntava al primo marzo: ma è costretto a frenare, dopo che 15 "volenterosi", guidati da un avvocato, Carlo Guglielmi, hanno depositato in Cassazione un più ampio quesito, avviando la raccolta firme. [...]
La temperatura sale: come atto simbolico il comitato del sì filo-governativo, con l'ex giudice costituzionale Zanon e le due laiche del Csm, apre i suoi 150 metri quadri proprio di fronte alla Cassazione.
Sulla riforma Corte dei Conti, si riaccendono le critiche. È un appello fermo e insieme accorato, ieri, quello dell'Anm dei giudici contabili, presidente Donato Centrone, con i colleghi Elena Papa, Paola Briguori, Angelo Quaglini.
Sul tavolo ecco sviscerati «profili di incostituzionalità», il rischio di «una eccessiva de-responsabilizzazione per i dipendenti pubblici», soprattutto la maxi-strenna per chi sbaglia e sperpera denaro pubblico: «Su un milione di danno, se va bene si risarcirà solo il 30 per cento, 300mila appena». Peserà l'impatto sul Pnrr. «Insomma: una riforma in tutta fretta, senza recepire nessuno dei nostri contributi». Pericolosa, avvertono i giudici.
carlo nordio - approvazione del ddl separazione delle carriere dei magistrati - foto lapresse


