IMPUTATI DI SINISTRA: IL PD PARTE CIVILE AL PROCESSO PENATI

Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

Il partito dei Ds parte civile contro Penati, ex coordinatore della segreteria di Bersani nel Pd. Sembrava che la prima udienza oggi al Tribunale di Monza dovesse essere solo di smistamento del processo al 26 giugno, allo scopo di riunire il giudizio immediato sull'ex sindaco di Sesto San Giovanni fino al 2002 ed ex presidente ds 2004-2009 della Provincia di Milano (imputato di concussione, corruzione e finanziamento illecito) alle posizioni dei coimputati nel troncone già avviato davanti a un altro collegio.

E invece a sorpresa ecco il colpo di scena: il partito dei Democratici di sinistra, che esiste ancora come soggetto giuridico anche dopo la nascita del Partito democratico, chiede al Tribunale di potersi costituire parte civile appunto contro l'ex ds Filippo Penati, uscito nell'estate 2011 dal Pd (per il quale in Regione Lombardia era vicepresidente del precedente Consiglio) quando l'indagine monzese emerse con le prime perquisizioni e con il no del gip alla richiesta dei pm di arrestare Penati.

Il senso dell'iniziativa giuridica, negli intenti del partito Ds, che come già nel caso dei dossier illegali Telecom ha incaricato l'avvocato romano Gianluca Luongo, è porsi nella condizione di poter chiedere alla fine del processo un risarcimento agli imputati come parte danneggiata dagli eventuali reati che dovessero essere provati dall'istruttoria.

I Ds negano infatti di aver mai ricevuto soldi che, secondo le prime quattro imputazioni prospettate dall'accusa nel rinvio a giudizio, Penati si sarebbe invece illecitamente fatto dare - o come concussione o come corruzione secondo i vari casi, ma comunque con la prospettazione di doverli impiegare per l'attività politica del partito - dal costruttore Giuseppe Pasini per le complicate vicende urbanistiche delle aree ex Falck e Marelli a Sesto San Giovanni;

e dall'imprenditore Pino Di Caterina per i suoi interessi nelle autolinee e per i retroscena nel 2008 di una finta caparra immobiliare da 2 milioni di euro con il gruppo Gavio, legata all'altissimo prezzo di vendita delle azioni della società autostradale Milano-Serravalle pagato nel 2005 dalla Provincia di Milano del presidente Penati all'imprenditore Marcellino Gavio, che poi investì parte di questa plusvalenza per sostenere l'alleato Unipol nella fallita scalata alla Bnl.

Di qui la volontà dei Ds, attraverso lo strumento della costituzione di parte civile contro l'imputato Penati, di poter interloquire nel corso del dibattimento sulla formazione delle prove in merito appunto al finanziamento illecito che il partito seccamente smentisce di aver mai avuto. Pur così motivata, la mossa dei Ds sembra sia stata mal digerita da Penati e parrebbe poter anche incidere sulle sue valutazioni sulla prescrizione, che, come noto sin dai primi esami parlamentari della legge Severino, si addensa già sulle più datate imputazioni (inizio anni 2000), quelle per le vicende Falck e Marelli.

Nel frattempo, quando a giugno inizierà davvero, il processo vedrà contemporaneamente un ex Ds come imputato (Penati), i Ds come parte civile, e un ex dirigente Ds (Massimo D'Alema) come importante testimone citato proprio da Penati per difendersi da quanto un architetto ex suo amico e collettore di finanziamenti elettorali illeciti per la fondazione Fare Metropoli, Renato Sarno, ha riferito in febbraio ai pubblici ministeri Macchia e Mapelli, e che la Corte dei conti ha valorizzato quindici giorni fa nel mettere in mora Penati e i suoi uomini di allora in Provincia per una ipotesi di danno erariale fino a 118 milioni di euro: e cioè che Penati nel 2005 gli avrebbe confidato di aver dovuto strapagare a Gavio con soldi della Provincia le azioni della Milano-Serravalle perché a ciò spinto dai vertici del partito nella persona di D'Alema, il quale come Penati afferma invece la falsità di questa dichiarazione di Sarno.

 

 

Bersani e Penati di Benny per Libero MASSIMO D'ALEMA FILIPPO PENATI - copyright Pizzipenati e bersani Valter Veltroni Autostrada Serravallearch. Renato Sarno

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