INTERVISTA COL GRILLINO - VISTO CHE PROPRIO NON SANNO PIÙ COME SPENDERE I SOLDI PUBBLICI, I CONSIGLIERI REGIONALI DELL’EMILIA ROMAGNA PAGANO PER FARSI INTERVISTARE IN TV: ED È SUBITO BUFERA - FRA QUESTI C’È ANCHE IL GRILLINO GIOVANNI FAVIA, CHE AMMETTE CANDIDAMENTE: “L’INFORMAZIONE NON È LIBERA, CONTINUERÒ A PAGARE PER ANDARE IN TV” - PER COMMENTARE UNA RASSEGNA STAMPA MATTUTINA, SONO 200 EURO A OSPITATA - L’ORDINE DEI GIORNALISTI ANNUNCIA PROVVEDIMENTI…

1 - CONSIGLIERI PAGANO LE INTERVISTE IN TV,
ANCHE I 5 STELLE USANO COSÌ I SOLDI PUBBLICI
Silvia Bignami per "La Repubblica - Bologna"

Consiglieri regionali che pagano, con soldi pubblici, interviste e ospitate nelle tv e nelle radio locali. Una bufera politica in pieno Ferragosto, che a Bologna coinvolge politici di ogni colore, solo il Pd si chiama fuori, e provoca l'intervento dell'Ordine dei giornalisti pronto ad aprire un'inchiesta. Tra i politici paganti, a sorpresa, c'è pure il grillino Giovanni Favia, che in Regione è stato eletto sull'onda della protesta contro la Casta e che ogni giorno denuncia gli sprechi del palazzo.

Favia ha ammesso candidamente di aver firmato un contratto con una emittente locale per garantirsi visibilità, nonostante gli anatemi del suo leader, Beppe Grillo, contro chi va in tv screditando l'intero movimento. Del resto la collega dell'Udc Silvia Noé l'ha spiegato con serenità, "così fan tutti", una piccola quota per avere un ritorno sicuro d'immagine leggendo la rassegna stampa mattutina e commentando come si trattasse di un programma di informazione pura, che pura non è.

I soldi vengono presi dalle casse dei gruppi consiliari che ogni anno si riempiono con 3,8 milioni. Il tariffario è vario, si va dai 200 fino ai 500 euro a presenza. C'è chi, come Monica Donini della Federazione della sinistra, si è vista arrivare appena eletta una mail con le proposte di una tv. Finora l'unico ad aver esibito la fattura è il consigliere del Pdl Galeazzo Bignami, 1500 euro per cinque ospitate. I fatti partono dalle ammissioni degli stessi consiglieri, a cominciare dal grillino Favia, ma ne parlano senza problemi anche il leghista Manes Bernardini e Gian Guido Naldi di Sel, insomma pare tutto normale, tutto con "fattura regolare".

Ma così non è, si muove l'Associazione della stampa, l'Ordine dei giornalisti annuncia verifiche e il presidente dell'assise regionale, Matteo Richetti del Pd, non usa mezzi termini: "Comportamento immorale sia da parte di chi paga che da parte di chi incassa". A settembre qualche cosa nel regolamento delle spese dei gruppi cambierà, "ma - insiste Richetti - sono i capigruppo che devono usare i fondi con maggiore senso di responsabilità". Favia non ci sta ad essere messo nello stesso gruppo dei partiti che considera la Casta da abbattere. "Parla proprio il Pd che ha un esercito di giornalisti negli uffici stampa della Regione ".

La giunta regionale del governatore Vasco Errani dispone di 23 giornalisti, oltre ai 5 del consiglio regionale, e finanzia con 500mila euro all'anno le trasmissioni istituzionali dedicate al lavoro degli assessori e dei consiglieri. Ma a qualcuno non basta, da qui le ospitate extra a pagamento. I consiglieri fanno i nomi dell'emittente "è-tv" della Curia e del circuito "7 Gold". I conduttori presi in contropiede si difendono usando strategie opposte.

Nega le interviste a pagamento Francesco Spada di "ètv" "anche se adesso chiederò alla mia concessionaria di pubblicità". Senza peli sulla lingua Dario Pattacini di "7 Gold": "Certo che mi facevo pagare, noi non abbiamo finanziamenti dallo Stato, chi vuole venire da noi lo sa, sono 200 euro a trasmissione, nessuno si è mai lamentato".


2 - IL GRILLINO FAVIA "SÌ, COMPRIAMO SPAZI IN TV PER NON ESSERE CENSURATI"
Beppe Persichella per "La Repubblica - Bologna"

«L'informazione non è libera, continuerò a pagare per andare in tv». Giovanni Favia, consigliere dell'Emilia-Romagna del Movimento a 5 Stelle, ha ammesso di aver speso soldi pubblici (del suo gruppo consiliare) per farsi intervistare su alcune emittenti locali. E ora minimizza.

«Nessuna rivelazione, tutto è pubblico sul nostro sito, siamo gli unici. I media omettono molte delle nostre denunce e visto che è previsto l'acquisto di spazi per la comunicazione istituzionale, abbiamo deciso di fare noi: un'ora al mese di informazione senza censura».

Ma si tratta di interviste a pagamento in programmi di informazione pura. Senza che appaia alcun messaggio per avvertire il telespettatore che si tratta di uno spazio, come sostiene ora, istituzionale.
«Ho chiesto che fosse specificato. Il conduttore però informa gli ascoltatori comunicandolo ad inizio trasmissione».

Beppe Grillo la pensa diversamente, sul blog ha diffidato chi rappresenta il Movimento ad andare in tv, pena la perdita di credibilità. Lei addirittura teorizza che bisogna pagare pur di apparire.
«Condivido le parole di Beppe, il problema sono i talk show nazionali, dove non riesci ad esprimere un concetto, condotti ad arte per disinformare. Lui ci ha sempre consigliato di non andare nelle reti nazionali ma in quelle locali sì, per informare i cittadini su questioni
concrete».

Il presidente del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna Matteo Richetti (Pd) ha giudicato immorale questo comportamento. Lei cosa ne pensa?
«Immorale è che non si sappia niente di come il Pd abbia speso l'anno scorso i suoi 67mila euro per la comunicazione, mentre i nostri duecento euro al mese per le tv sono pubblici e trasparenti. Poi capisco che al Pd dia fastidio che ci sia uno spazio in una tv locale non controllato da loro»

Continuerà ad andare in tv pagando?
«Fino al giorno in cui in Italia non ci sarà un'informazione libera. Quindi presumo che continuerò ».

 

VASCO ERRANISolange e Beppe Grillo via Diva e Donna maggio Nonleggerlo BEPPE GRILLO VERSIONE TALEBANO

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