
ISRAELE BOMBARDA IL QATAR E HAMAS NON SA DOVE ANDAR – DOPO IL RAID DELLO STATO EBRAICO SU DOHA, L’ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA PALESTINESE CERCA UN’ALTRA SEDE. SI, MA DOVE? IL PAESE PIÙ SICURO È LA TURCHIA, DOVE HAMAS HA GIÀ UN UFFICIO: NETANYAHU CI DOVRÀ PENSARE DUE VOLTE PRIMA DI ATTACCARE ANKARA, VISTO CHE È LA CAPITALE DI UN PAESE NATO (IN CASO DI BOMBARDAMENTO, L’ALLENZA ATLANTICA POTREBBE PRENDERE DI MIRA ISRAELE) - L’ALTRA OPZIONE È L'EGITTO, CHE MINACCIA LO STATO EBRAICO: “LA NOSTRA REAZIONE A UN ATTACCO SAREBBE DURISSIMA” - VIDEO
Mourners gathered in Qatar’s capital Doha to pray for six victims of Israel’s attack, including a 22-year-old policeman. The strike has been described as unprecedented for the Gulf. pic.twitter.com/rpaOAz2Jmi
— Al Jazeera English (@AJEnglish) September 11, 2025
Estratto dell'articolo di Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”
DONALD TRUMP RECEP TAYYIP ERDOGAN
«Il ministero degli Interni annuncia che la preghiera funebre per i martiri dell’attacco israeliano si terrà nel pomeriggio, alla moschea Sheikh Mohammed bin Abdul Wahhab di Doha. I martiri saranno sepolti nel cimitero di Mesaimeer». Nessun nome, nessuna lapide, nessuna foto. I cinque morti di Hamas vengono avvolti nel sudario della bandiera palestinese.
Una bodyguard, nei colori qatarini. [...] Ci sono funerali dove contano più i vivi dei morti. E chi c’è. E chi è ancora amico — l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani, in prima fila — e chi è ancora qui: i gazawi Osama Hamdan e Izzat al Rishq, che viene da Hebron. Capetti di Hamas. Gli unici presenti.
benjamin netanyahu - offensiva militare su Gaza City
Due che contano così così: non erano alla riunione quando sono arrivate le bombe e ora s’assumono l’onere della cerimonia. Generazione sessantenne cresciuta in Kuwait, ingrigiti e ingrassati, Hamdan e Rishq ormai se la godevano in Qatar da più di dieci anni: dove andranno a stare, adesso?
Cercasi casa. Un proxy sponsor . Possibilmente, capace di protezione militare. Mica facile. La geografia non è più uno scudo, e nemmeno la sovranità. Netanyahu l’ha spiegato mercoledì e anche di questo si parlerà a Doha, domenica, con tutti i re arabi e i leader islamici convocati per una riunione straordinaria e per trovare, fra mille cose, una nuova tana per Hamas.
erdogan trattiene il dito di emmanuel macron 5
Improbabile Kuwait City o una capitale del Golfo: gli Emirati arabi valutano se chiudere l’ambasciata a Tel Aviv, cancellano Israele dal Dubai Airshow, ma non vogliono andare oltre.
Lo sceicco Mohammed Bin Zayed è a Doha assieme al principe saudita «Mbs», e la linea è tracciata: nessuno s’azzarderà ad alloggiare i signori di Gaza. Sulla stampa araba nessuno crede alla storiella della Casa Bianca informata solo all’ultimo del raid, e si chiede semmai a che cosa serva l’enorme base militare che gli Usa occupano proprio in Qatar.
SFOLLATI A VENEZIA - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
Allah, da chi andremo? La decisione di traslocare sarebbe già stata presa. Da chi, non si sa. La mezza cilecca dei caccia israeliani ha lasciato vivo chi conta: qualcuno è in ospedale, tutti sono terrorizzati e a mettere la faccia è Fawzi Barhoum, mandato a dire che Israele ha «attaccato l’intero negoziato», ma non è detto che non si negozi più. [...]
Sale Khaled Meshal, eterno sopravvissuto alle bombe che cercavano soprattutto lui, ma gli viene imputata una sottovalutazione della «trappola» di martedì. E quindi è obbligato a confrontarsi di più: col potente cisgiordano Zaher Jabarin, con l’abile «americano» Musa Abu Marzouk, col silente Husan Badran. Anche loro sono scampati al martirio qatarino, e l’aureola quadrata ne ha aumentato il peso.
[...] A Hamas serve una leadership che riprenda subito il controllo, dia direttive chiare sugli ostaggi. E sappia dove andare, in senso letterale: impraticabili i vecchi rifugi in Libano o in Iran, dove Hezbollah e ayatollah han dimostrato di non poter dare più alcuna garanzia. Galleggia l’ipotesi Libia, dove Netanyahu stava già pensando di deportare i profughi gazawi.
E naturalmente l’Egitto, altro mediatore col Qatar, che avverte Bibi: «Non provateci anche con noi», la reazione a un attacco sarebbe durissima. Un funzionario Usa rivela però alla stampa israeliana che, fra tutte, la destinazione più facile sarebbe stata individuata: la Turchia.
Hamas ha già un ufficio, tanto che in un primo momento Netanyahu aveva pensato di colpire là (a dissuaderlo, il timore di colpire un Paese Nato). [...]
attacco israeliano a doha 3
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