L’ALBERO DELLE ZOCCOLE - LA PIETAS DI ERMANNO OLMI PER IL CAVALIER PATONZA: “È UN UOMO SOLO E DISPERATO. SE SI APRISSERO LE PORTE DI QUELLA CHIESA IDEALE CHE HO RAPPRESENTATO NEL MIO FILM, GLI DIREI: VIENI SILVIO, SIEDITI ACCANTO A ME, E TROVA ANCHE TU UN PO’ DI PACE CON TE STESSO” - “PEGGIO DI LUI, PERÒ, SONO QUELLI CHE LO ADULAVANO”…

Federica Lamberti Zanardi per "Il Venerdì di Repubblica"

«Se lo ricorda quando vent'anni fa arrivò la prima nave carica di albanesi? Noi tutti l'accogliemmo con grande felicità, mossi da uno slancio di solidarietà umana. Poi si è cominciato a pensare: oddio, sono un po' troppi; oddio, vengono anche in casa mia... Ma a uno dei personaggi del mio film faccio dire una cosa che mi ha raccontato un clandestino: "Qui la vita non è come la sognavamo, ma quanta buona gente c'è per strada...". Perché ci sono tanti italiani buoni».

Gli occhi di Ermanno Olmi sorridono e lui trasmette un senso di profonda consapevolezza mentre riflette sull'impatto di vent'anni di sbarchi e flussi migratori sulla società italiana. I ragionamenti di questo grande vecchio della cultura italiana (ha compiuto 80 anni il 24 luglio scorso) sono diventati un film (Il villaggio di cartone, dal 7 ottobre in sala) e, assieme, un apologo sulla solidarietà e la fede, in un Paese che sembra aver perso entrambe. Una pellicola presentata fuori concorso all'ultimo festival di Venezia dove, tra le opere italiane, è stato dominante il tema dei migranti: da Terraferma di Crialese, vincitore del Premio speciale della giuria, a Là-bas di Guido Lombardi, premiato come miglior opera prima.

Il 28 settembre, il regista sarà a Bari a parlare del suo film, nell'ambito della manifestazione Frontiere (21 settembre - 1° ottobre), un'occasione di incontro fra arte, spettacolo e scienza sull'esperienza del confine e dell'Altro, nel ventennale di quel primo sbarco di albanesi nel porto barese, l'8 agosto 1991, sulla nave Vlora.

Il suo film, ambientato in una chiesa sconsacrata, è un invito a trasgredire le leggi dello Stato sull'immigrazione.
«Se io devo aiutare qualcuno, delle regole dello Stato non me ne frega niente. Non è con le regole che si governa il mondo. Certo le leggi ci vogliono, ma le deroghe sono necessarie quando fare del bene è più importante. Non dobbiamo delegare nessuno a pensare per conto nostro. La consapevolezza del bene, infatti, ognuno la può trovare dentro se stesso».

Quello che dice potrebbe essere persino pericoloso, quasi anarchico...
«L'idea che noi cristiani dovremmo avere della liberta è molto vicina all'anarchia.
Lo diceva anche David Maria Turoldo: un cristiano-cattolico, ma di idee libere. Ognuno deve conquistare, con la propria consapevolezza, la libertà interiore. Ma ormai il mondo è tutto di "cartone", come il villaggio del mio film: ci hanno ingannato dicendoci che per essere felici bisognava essere in un certo modo e rinunciare alla libertà interiore. Ma prima o poi, la rabbia esploderà».

In che modo?
«Pensi a che cosa è successo: non dico in Africa, ma a Londra. Se c'era infatti una città di cui potevamo dire: ecco, è veramente civile, questa era Londra. Poi, però, una mattina i disperati hanno preso possesso della città per due giorni. Sì, questa volta è stato per due giorni. Ma la prossima? Perché ogni reazione è pari alla sofferenza della solitudine, alla sofferenza del tradimento subito».

Qual è il tradimento subito?
«L'idea che essere potenti, ricchi, fosse la garanzia del vivere pienamente. E che la ricerca della felicità dovessimo delegarla alle istituzioni, come per esempio la Chiesa. Ci siamo lasciati imbrogliare. Adesso, la ribellione scoppierà in modo violento. Non ci saranno più guerre fra nazioni. Ma fra fasce sociali».

Uno scenario senza soluzioni?
«No, ma bisogna cercarle nell'individuo. Dovremmo tutti chiederci: come vogliamo vivere la nostra vita dovendola cambiare, visto che la Storia ce lo impone? Quale idea di comunità umana, vogliamo realizzare? Se l'idea corrisponderà alla giusta esigenza di ogni individuo, e non solo dei privilegiati, allora si potrà attuarla. L'uomo nuovo deve essere colui che ha capito che è la giustizia la forma più conveniente di vita. Anche dal punto di vista economico e personale. Provi a pensare alla disperazione di Berlusconi che non sa in quale letto andare a dormire ogni notte. Sta meglio di lui persino un clochard: almeno è certo del suo giaciglio...».

Dunque Berlusconi è un uomo disperato?
«Disperato e solo. E ingannato. Perché tutti, intorno, gli hanno detto che erano con lui. E invece non era vero. Lo facevano solo per le loro convenienze. Ho una grande pietas umana per Berlusconi. Se si aprissero le porte di quella chiesa ideale che ho rappresentato nel mio film, seppure con tutte le arrabbiature che mi ha fatto prendere, gli direi: vieni Silvio, siediti accanto a me, e trova anche tu un po' di pace con te stesso».

Insomma, lo assolve?
«Non conosco la sua storia intima e come uomo non lo giudico. Ma come politico lo faccio. E non posso condividere la sua idea che consumare significa diventare ricchi. Infatti, siamo diventati poveri. Ora, però, crolla tutto. Non siamo sull'orlo del precipizio, come dicono, ma abbiamo già raggiunto il fondo».

A 80 anni, in un momento così difficile, che cosa consiglia ai giovani?
«Al mattino svegliatevi e cominciate a vivere con gioia. Questa è la prima cosa: essere al mondo con gioia. E non fatevi togliere la libertà, perché altrimenti perderete dignità, serenità, onestà....».

Quali sono stati i grandi uomini che l'hanno colpita per il loro carisma?
«Tanti.Ma oggi Giorgio Napolitano. È una persona straordinariamente onesta. Fa il presidente della Repubblica con rispetto di tutti. Non ha mai offeso chi potrebbe essere un suo nemico. Pensate se, solo 60 anni fa, avessi detto: "Napolitano è il più gran cristiano che conosco". Qualcuno avrebbe replicato: "Ma come, un comunista?"».

 

IL VILLAGGIO DI CARTONE ERMANNO OLMI ERMANNO OLMI ERMANNO OLMI E SIGNORA silvio berlusconisilvio berlusconi e ragazzenapolitano a rimini

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...