“L'ALLEANZA TRUMP-PUTIN È COME IL PATTO MOLOTOV-RIBBENTROP” – DANIEL COHN-BENDIT, LEADER DEL ’68 FRANCESE E DEI VERDI EUROPEI: “HANNO LO STESSO OBIETTIVO. L'EUROPA E L'ITALIA DEVONO CAPIRE CHE LE REGOLE DEL GIOCO SONO TOTALMENTE CAMBIATE” – “GIORGIA MELONI È UNA REAZIONARIA, MA NON È USCITA DALL'EURO. NON È USCITA DALL'EUROPA. HA DIFESO L'UCRAINA. LO HA FATTO PER LA MONETA UNICA E PERCHÉ PER L'ITALIA SAREBBE LA FINE” – “BISOGNA DIRE A MELONI: TU NON PUOI ESSERE AMICA DI TRUMP E DI ZELENSKY. DEVI SCEGLIERE. L’EUROPA DEVE FARE SUBITO LA DIFESA COMUNE. PERCHÉ GLI USA HANNO UN ALTRO PROGETTO. SU QUESTO MELONI DEVE USCIRE DALL'AMBIGUITÀ...”
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
Trump e Putin hanno siglato il «nuovo patto Molotov-Ribbentrop» per distruggere l'Europa. Il vecchio continente rischia di cadere in un sistema «illiberale» senza democrazia. Deve reagire, a cominciare da una vera Unione della Difesa, costruendo un'unione federale e difendendo l'Ucraina.
Daniel Cohn-Bendit, leader del ‘68 francese e dei Verdi europei è fermissimo: il presidente Usa è un «matto» e la politica della Casa Bianca punta a trasformare il Vecchio Continente in un «protettorato» senza libertà.
Si riferisce alla nuova "strategia" americana? Il Cremlino dice che è anche la sua strategia.
«Hanno lo stesso obiettivo. L'Europa deve capire. L'Italia deve capire che le regole del gioco sono totalmente cambiate».
In che senso?
«La sinistra italiana in passato è stata contro l'imperialismo americano, ma l'imperialismo americano era legato all'Europa, all'Alleanza transatlantica. Oggi invece è contro l'Europa. Vede solo le grandi potenze: Russia e Cina. Vuole allearsi con la Russia contro l'Europa».
Ma perché?
donald trump vladimir putin anchorage alaska foto lapresse
«Perché per gli Usa non è solo un nemico economico ma rappresenta il confronto tra la democrazia e la democrazia illiberale».
Gli Usa o Trump?
«Trump è al potere in America. Non è che se vince Vance cambia qualcosa. Anzi, il trumpismo può dominare per dodici anni. È inutile sognare che perda le elezioni mid-term. Ora è così».
[...] Lei definirebbe Trump un fascista?
«Se dici fascista, tutti pensano a Mussolini, a Hitler, a Franco o a Salazar. Trump è una forma di potere illiberale, autoritario. Va nella direzione del totalitarismo».
Cosa ha consentito di eleggere in Usa un presidente così illiberale?
«Illiberale e matto. È un problema generale. La Fifa gli ha dato pure un premio. Incredibile. Il punto è che le soluzioni ai problemi sono complesse e le persone invece vogliono risposte facili. Un contesto accelerato dalla pandemia perché ha provocato la paura. Ha liberato le emozioni negative».
E il Cremlino è un suo alleato.
«L'alleanza Trump-Putin è come il patto Molotov-Ribbentrop. È un patto trasversale. Se penso al passato, mi chiedo cosa sarebbe accaduto se Hitler non avesse attaccato la Russia: la destra sarebbe rimasta al potere? Per questo dobbiamo difendere la nostra democrazia».
La domanda è: come?
«Giorgia Meloni è una reazionaria, ma non è uscita dall'euro. Non è uscita dall'Europa. Ha difeso l'Ucraina. Lo ha fatto per la moneta unica che rappresenta una obbligazione che impedisce di lasciare l'Ue. E perché per l'Italia sarebbe la fine».
Però è amica di Trump.
«Questo è il dato interessante».
Questo ha attinenza con il come l'Europa deve rispondere?
«Bisogna dire a Meloni: tu non puoi essere amica di Trump e di Zelensky. Devi scegliere».
Cosa dovrebbe concretamente fare l'Europa?
«Subito la difesa comune. Perché è chiaro che gli Usa hanno un altro progetto. Ecco, su questo Meloni deve uscire dall'ambiguità».
GIORGIA MELONI VOLODYMYR ZELENSKY
E chi non ci sta esce dall'Unione? Perché se resta uno come Orbàn, è difficile fare passi avanti.
«Certo, vanno cacciati Orbàn, Fico etc. Tutti gli altri scelgano tra la vita e la morte dell'Europa. Non possiamo accettare i cavalli di Troia di Putin e Trump».
L'Unione della difesa significa arrivare ad un'Unione federale?
«Draghi ha parlato di un federalismo pragmatico, sono d'accordo. Va fatto un passo avanti verso l'integrazione federale».
E l'Ucraina è il confine tra democrazia e autoritarismo in Europa?
«Si, dobbiamo difenderla».
Servono leader politici per fare tutto questo.
«Mancano, è vero. Un Churchill non si trova facilmente. All'inizio c'era Macron ma poi ha fatto tanti errori. Anche gli intellettuali devono aiutare a far sopravvivere la democrazia e la libertà».
VIKTOR ORBAN - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
[...] In caso di sconfitta diventeremmo un protettorato di Trump o di Putin?
«È possibile che sia così. È in gioco tutto quel che abbiamo costruito dopo la liberazione del ‘45».
Ma come è possibile che nel mondo non si consideri più l'Europa un modello da seguire?
«Però l'Ue è una cosa formidabile. Paesi che si mettono insieme senza guerra. Possiamo ancora essere un modello. Quando gli storici analizzeranno quel che è accaduto in questi anni, spero che potranno dire: l'Europa ha vinto contro il mondo del male, ossia gli Usa, la Russia e la Cina».





