1. L’AMBASCIATORE KAZAKO OGGI È IN SENATO. A SPIEGARE FINALMENTE LA DEPORTAZIONE SHALABAYEVA? NO! PER UN CONVEGNO SUL “KAZAKHSTAN CULLA DELLA CIVILTÀ”! 2. ANDRIAN YELEMESSOV, QUANDO A LUGLIO SCOPPIÒ LO SCANDALO DELLA MOGLIE E FIGLIA DEL DISSIDENTE ABLYAZOV ‘’RAPITE’’ NELLA LORO CASA A ROMA, SE N’È ANDATO IN VACANZA 3. IL DIPLOMATICO CHE DAVA ORDINI AL MINISTERO DI ALFANO E AVEVA UN CARO AMICO ALLA FARNESINA, HA FATTO “PASSA’ ‘A NUTTATA” E ORA PUÒ RICOMINCIARE A DISPENSARE LEZIONI DI CIVILTÀ ALLA BARBARA ITALIA, GRANDE ESTIMATRICE DEL GAS KAZAKO 4. SENTITE CHE POESIA, DEBITAMENTE RILANCIATA DALL’ISAG, ISTITUTO DI GEOPOLITICA: “LA FORMULA DEL MODELLO DEL KAZAKHSTAN DELLA TOLLERANZA MULTIETNICA E DI ACCORDO SOCIALE È RICONOSCIUTO IN TUTTO IL MONDO E DIMOSTRATO NELLA PRATICA”

1. L'AMBASCIATORE ANDRIAN YELEMESSOV HA APERTO IL CONVEGNO IN SENATO - IL KAZAKHSTAN CULLA DELLA NUOVA CIVILTA'
Comunicato stampa dell'ambasciata kazaka a Roma


E' stato l'intervento dell'Ambasciatore del Kazakhstan in Italia, Andrian Yelemessov, ad aprire il convegno "Religioni, etnie e civiltà nel Kazakhstan contemporaneo", organizzato dall'ISAG, Istituto di scuola superiore di geopolitica e materie collaterali.

"Il Kazakhstan spesso viene chiamato l'"incrocio delle civiltà", il ponte tra Oriente e Occidente, tra le più grandi religioni del mondo - islam, cristianesimo e buddismo. Per secoli sulla terra Kazaka hanno vissuto e lavorato insieme i rappresentanti di diverse nazioni. Il nostro paese è diventato come una casa paterna per i rappresentanti di più di 140 gruppi etnici". Con queste parole l'Ambasciatore ha voluto ricordare al pubblico, presente nella sala Zuccari del Senato, quanto il Kazakhstan sia la culla di una nuova civiltà nell'Asia centrale.

Hanno inoltre dato un contributo importante il professore Gianfranco Lizza, dell'Università Sapienza di Roma, Sapienza di Roma, Gabriele Tecchiato, Centro Islamico Culturale d'Italia, Padre Luciano Larivera, La Civiltà Cattolica, Padre Gonzalo Ruiz, segretario del cardinale Angelo Sodano.

La presenza di esponenti del Vaticano ha permesso all'Ambasciatore di ricordare che il Kazakhstan è impegnato nel portare avanti i temi della multireligiosità: "Durante gli anni di indipendenza abbiamo creato un proprio unico modello di società interculturale e di accordo interreligioso, conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo come "la via del Kazakhstan".

Per il paese con popolazione di forte composizione multietnica e multireligiosa, il raggiungimento e il rafforzamento della stabilità sociale è strettamente legato con il compito del rafforzamento di un accordo internazionale ed interreligioso, con l'aumento della cultura dei rapporti reciproci e la prevenzione dell'estremismo e della xenofobia".

Parole di elogio sono state rivolte anche al libro "L'unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà del Kazakhstan contemporaneo", a cura di Dario Citati e Alessandro Lundini.

L'Ambasciatore Andrian Yelemessov ha salutato i presenti con un messaggio chiaro: "La stabilità, l'Unità e la Modernizzazione - sono i valori fondamentali della società kazaka. Essi sono il fondamento del successo del "percorso kazako". La formula del modello del Kazakhstan della tolleranza multietnica e di accordo sociale oggi è riconosciuto in tutto il mondo, provato nel tempo e dimostrato nella pratica".


2. ADRIAN YELEMESSOV, IL DIPLOMATICO KAZAKO DI CASA AL VIMINALE, CHE DURANTE IL CASO SHALABAYEVA ERA IN VACANZA - RELAZIONI CON MANAGER. LEGAMI E FAMILIARITÀ COI POLITICI. E CON UN SICILIANO CHE LAVORAVA ALLA FARNESINA
Gabriella Colarusso per www.lettera43.it del 19 luglio 2013


Parla con il questore di Roma, con il capo della Mobile, con i dirigenti dell'uffico immigrazione, del Servizio centrale operativo, della Direzione centrale anticrimine.
Per due volte - come raccontano gli atti allegati all'inchiesta condotta dal prefetto Alessandro Pansa - chiede e ottiene di incontrare l'ormai ex capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Giuseppe Procaccini.

IL SECONDO BLITZ A CASAL PALOCCO. Addirittura, il 29 maggio, dall'ufficio del prefetto ex numero due di Alfano, non contento del lavoro svolto nel primo blitz, ordina ai poliziotti una seconda irruzione nella villetta di casal Palocco, alla ricerca di Mukhtar Ablyazov (leggi i cablo con cui Astana ordinava la deportazione di Shalabayeva).

Andrian Yelemessov è il gran regista dell'operazione Shalabayeva, che nella notte tra il 30 e il 31 maggio ha portato al fermo, e poi all'espulsione dall'Italia, di Alma e della piccola Alua, moglie e figlia dell'oppositore politico e discusso oligarca kazako, Mukhtar Ablyazov.
La sua «invasività» nella vicenda ha lasciato di stucco tutti, almeno nelle dichiarazioni ufficiali: il ministro Alfano, il capo della polizia, il premier Letta, persino il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha definito «inaudita» l'espulsione e improprie le «pressioni e le interferenze» esercitate dai diplomatici kazaki a Roma.

LE RELAZIONI FRA ROMA E ASTANA. Eppure, l'ambasciatore Yelemessov non sembra essersi preoccupato molto degli effetti che le sue «pressioni improprie» nel blitz di Casal Palocco avrebbero potuto avere sulle relazioni tra Roma e Astana.
Il ministro Emma Bonino voleva convocarlo alla Farnesina per esprimergli tutto il suo disappunto, ma ha dovuto "ripiegare" su un ignoto incaricato d'affari kazako, Zhanyb ek Manaliyev.

LA 'VACANZA' LONTANO DALL'ITALIA. Già, perché, a scandalo scoppiato, Yelemessov ha lasciato l'Italia. «Sono in vacanza, al rientro mi occuperò della faccenda», ha fatto sapere poche ore dopo la notizia della convocazione alla Farnesina.
Indiscrezioni da fonti diplomatiche dicono invece che sia tornato ad Astana, ma l'ambasciata kazaka a Roma non conferma.

DI CASA AL VIMINALE. Fatto sta che dalla Farnesina Yelemessov si è tenuto alla larga, e d'altra parte, dice un suo pari grado a Roma, non ha mai amato frequentare le stanze del ministero degli Interni. Con gli uomini e gli spazi del Viminale, però, l'ambasciatore kazako aveva buona familiarità. «Entrava e usciva dalle stanze come voleva, consceva molte persone lì dentro», racconta a Lettera43.it la fonte diplomatica che chiede di rimanere anonima. Consuetudine insolita per un diplomatico.

Nato nel 1963 a Mary, città nel Sud del Turkmenistan, ex Unione sovietica, e trasferitosi poi in Kazakistan con la famiglia, dopo la laurea in ingegneria e il crollo dell'ex Urss, Yelemessov ha cominciato a lavorare come imprenditore edile. A metà degli Anni 90 si è trasferito in Italia, in una città vicino a Reggio Emilia, per aprire lì la filiale tricolore della sua azienda, la Kazakh Ital Karakul, in partnership con imprenditori italiani.

Per il buon lavoro svolto «nel promuovere le relazioni economiche tra i due Paesi», a fine Anni 90 fu nominato console ma, nel 2001, venne richiamato ad Astana per lavorare con il dipartimento Cooperazione del ministero degli Esteri kazako.

Pochi anni e nel 2004 arrivò la promozione: il presidente Nursultan Nazarbayev lo nominò suo capo del Cerimoniale, incarico che ha ricoperto fino al 2010, quando, sempre per volere diretto del capo di Stato kazako, con cui Yelemessov ha un rapporto d'amicizia fraterno, si trasferì a Madrid per curare le relazioni diplomatiche con la Spagna.

LA NOMINA AD AMBASCIATORE. Nel 2012, il ritorno in Italia e la nomina ad ambasciatore, ruolo che ricopre anche nella Repubblica di San Marino e a Malta. Ma già qualche anno prima dell'investitura romana, Yelmessov aveva ricevuto gli onori della Repubblica italiana, insignito nel 2008 del titolo di Cavaliere dell'ordine al merito.

Sposato con Aigul, padre di quattro figli, negli anni Yelmessov ha costruito una fitta rete di relazioni in Italia.

Il suo ruolo di ambasciatore, d'altra parte, lo impone: sindaci, rappresentanze territoriali di categoria, vertici locali e nazionali di Confindustria, imprenditori, politici. Yelemessov ha incontrato tutti. Dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, al prefetto di Firenze Luigi Varratta ai diplomatici della Santa Sede. Parla, riceve, promuove. E non disdegna una certa mondanità, soprattutto se legata al mondo imprenditoriale.

A CENA CON PALLOTTA E LA ROMA. A dicembre del 2012, poco dopo la sua nomina, è stato l'unico diplomatico straniero, insieme a Nurlan Khassen, primo segretario dell'ambasciata kazaka - l'altro uomo chiave della vicenda Shalabayeva - a essere invitato alla festa di Natale della As Roma, cui era presente anche il presidente della squadra, James Pallotta.

LE FESTE IN AMBASCIATA. Nello stesso mese, l'ambasciatore ha aperto le porta della sua residenza di villa Manzoni a una serie di parlamentari e uomini di cultura per festeggiare i 21 anni dell'indipendenza kazaka. Presenti, tra gli altri, Lamberto Dini, all'epoca presidente della commissione esteri del Senato, Tiziano Treu, presidente del Comitato di cooperazione Italia-Kazakistan, Vittorio Sgarbi e Gian Guido Folloni, ex ministro dei Rapporti col parlamento del primo governo D'Alema, oggi a capo dell' Isiamed, l'istituo italiano per l'asia e il mediterraneo.

A Folloni Yelemessov ha conferito in quella occasione una targa d'onore per il contributo dato «allo sviluppo delle relazioni diplomatiche» tra i due Paesi. Analogo riconoscimento è stato consegnato dall'ambasciatore kazako ad altre 10 personalità italiane. Tra loro c'era anche tale Carlo Mycielski Anderson Scimone.

YELEMESSOV E L'AMICO SICILIANO

Scimone è amico di Yelemessov. Fino a pochi mesi fa, prima di andare in pensione, lavorava alla Farnesina. Un «collaboratore di livello C», dicono dal ministero, in servizio presso l'ufficio visite del Cerimoniale.

Nel 2008 il governo brasiliano di Ignazio Lula gli conferì il grado di Ufficiale - corrispondente dell'italiano Cavaliere - e qualche anno prima analoga onorificenza gli era stata concessa dal presidente polacco.
Un «collaboratore di livello C» con buoni rapporti internazionali e una amicizia di vecchia data con Yelemessov, che più volte è stato ospite di Scimone nel suo paese d'origine, Scicli, in provincia di Ragusa.

SCICLI, UNA TERRA KAZAKA. Nell'agosto del 2012, oltre alle cene tra le mura della città vecchia, l'amico Carlo gli fece fare anche un tour di visita alle Acli della zona.
Un anno dopo, giugno 2013, pochi giorni dopo il blitz di Casal Palocco, Yelemessov è tornato in Sicilia, sempre per mentenere buoni rapporti internazionali tra il Paese dell'Asia centrale e l'isola.

«Promuoviamo la nostra terra e l'ambasciatore Yelemessov ama molto la Sicilia», ha detto a Lettera43.it Orazio Ragusa, deputato dell'assemblea regionale siciliana, in quota Udc, che ha incontrato il diplomatico più volte. «A Scicli come a Ragusa molti stranieri stanno acquistando casa nel centro storico, noi abbiamo tutto l'interesse a che questo processo vada avanti, oltre a favorire investimenti kazaki in Sicilia e il lavoro delle nostre imprese ad Astana».

Yelemessov? «L'ho conosciuto attraverso Scimone che ha fatto tanto per la nostra terra». Tanto e bene, a giudicare dalla qualità e quantità delle visite diplomatiche kazache nel piccolo paesino siciliano. «Cosa fa nella vita? Si occupa di relazioni istituzionali, ma non so di più», ha spiegato Ragusa.

 

 

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