giorgia meloni matteo salvini sergio mattarella premierato

L’ASSENZA DEI LEGHISTI AL QUIRINALE HA FATTO MOLTO RUMORE – AL COLLE NON È PASSATA INOSSERVATA LA DISERZIONE DELLO STATO MAGGIORE DEL CARROCCIO AL RICEVIMENTO PER IL 2 GIUGNO. I MALIGNI SOSTENGONO CHE L’ATTACCO AL CAPO DELLO STATO DEL NO-EURO CLAUDIO BORGHI FOSSE IN GESTAZIONE – LA FREDDEZZA DI FEDRIGA E ZAIA SULLA SPARATA ANTI-MATTARELLA - LA CHIAMATA DELLA MELONI A SALVINI (“HAI SBAGLIATO, ADESSO DEVI RITRATTARE”) È SOLO SUL METODO: SULL’EUROPA LA PENSA COME LUI, MA DA PREMIER NON PUÒ DIRLO...

1. ATTACCO A MATTARELLA, MELONI TELEFONA A SALVINI PER SMORZARE: “HAI SBAGLIATO, ADESSO DEVI RITRATTARE”

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

SERGIO MATTARELLA MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

[…] Giorgia Meloni è di nuovo in bilico sulle contraddizioni del centrodestra. Ed è lacerata tra le esigenze elettorali e i vincoli istituzionali […]. La via d’uscita gliela offrirà la tribuna su Rete4, dove questa sera potrebbe dire come la pensa. E cioè che l’attacco frontale a Sergio Mattarella è sbagliato, un boomerang incontrollato di un falco della Lega, Claudio Borghi, che lo stesso leader del Carroccio, Matteo Salvini, in serata, ha poi in parte aggiustato.

 

Non che lei in passato – anno 2018 – non sia arrivata a chiedere la messa in stato di accusa del presidente Mattarella. Ma non sedeva a Palazzo Chigi, e non aveva tutto l’interesse a mantenere relazioni decenti con il Colle.

 

salvini meloni

[…] ha contattato Salvini e ha sollecitato la sua precisazione sul Quirinale, arrivata poco dopo l’ora di cena. «O sarò costretta a sconfessarti in tv», è la sintesi della telefonata […]. «Tra l’altro chiedere così le dimissioni di Mattarella […] è un errore che non porta consenso, anzi». […] «è stata una grande sciocchezza».

 

Lo provano anche le reazioni, al momento non ufficiali, di due governatori della Lega. Il friulano Massimiliano Fedriga fa filtrare «il grande apprezzamento per l’operato di Mattarella», mentre da ambienti vicini a Luca Zaia trapela che il presidente del Veneto non vede l’ora «di abbracciare il Capo dello Stato il 7 giugno, quando salirà a Verona per la celebrazione dell’Arena».

 

[…] sul contenuto delle critiche all’Ue, sull’intolleranza verso una maggiore integrazione e sulla difesa della sovranità nazionale, Meloni la pensa come il segretario della Lega. In fondo, sono due facce della stessa destra, […] che fino a qualche anno fa chiedeva alternativamente o l’uscita dall’euro o l’uscita dall’Unione. Questione di sfumature: le stesse che […] li fa sedere in due famiglie europee differenti. La differenza con il terzo socio della coalizione, Forza Italia, partito che aderisce ai popolari europei, è tutto nelle parole di Antonio Tajani, che difende Mattarella e ne condivide le tesi: «La nostra prospettiva è europea. Ogni scelta antieuropea è deleteria per l’Italia».

 

GIORGIA MELONI NO EURO

Per Meloni non è così. In mattinata, prima che il tweet di Borghi scatenasse una valanga di indignazione, era stata la stessa premier a dire che proprio la festa della Repubblica «ci ricorda che dovremmo tornare alla prima idea di Europa, che immaginava la sua forza nell’unione, ma anche nella specificità degli stati nazionali».

 

È il teorema che fonda le sue convinzioni su come debba essere architettata l’Ue. E che ha spiegato benissimo il suo braccio destro a Palazzo Chigi, il sottosegretario Alfredo Mantovano, un paio di settimane fa intervenendo al Centro studi Livatino: «Ripensare l’Europa – aveva detto - vuol dire mettere da parte l’ideologia del Manifesto di Ventotene, secondo cui tutto deve calare dall’alto, e tornare invece alla sostanza dell'esigenza dei popoli».

 

CARLO NORDIO - ALFREDO MANTOVANO

Nell’ideale conservatore e sovranista di Meloni l’utopia di Altiero Spinelli, spedito dal regime fascista al confino sull’isola di Ventotene, è sbagliata: gli Stati Uniti d’Europa […] sarebbero nefasti per l’Italia. Una certezza che è cresciuta in questi mesi di continui conflitti con Bruxelles, con la Commissione e con l’Europarlamento, soprattutto sul fronte dei diritti, ma anche su quello industriale e del libero mercato.

 

Subito dopo il voto, infatti, riprenderà l’offensiva comune della destra sulla direttiva Bolkestein, a tutela delle concessioni balneari esistenti. E al Quirinale hanno chiare le intenzioni del governo e della maggioranza. Sfidare l’ultima sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito l’ennesimo “no” alla proroga delle concessioni senza gare, ribadendo […] la supremazia della normativa europea. […]

 

 

giorgia meloni matteo salvini meme by edoardo baraldi

2. LA PREMIER ASPETTA POI PREME SU MATTEO E LUI: NO ALLE DIMISSIONI

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

Quando la polemica è ormai divampata, quando quasi l’intero arco costituzionale se la prende con la Lega e con Salvini, contro parole considerate quasi eversive, le sue, quelle del leader, e quelle del parlamentare Borghi, è allora che Giorgia Meloni decide che la sola linea di non intervenire non può bastare, che occorre una correzione di rotta.

 

Il contatto fra il capo del governo e il suo vicepremier avviene a metà pomeriggio, Meloni fa capire al leader della Lega che può essere anche d’accordo su alcuni concetti […]. Ma essere sovranisti, in senso nazionale, è una cosa, prendersela con il capo dello Stato, per giunta il 2 giugno, chiedendo addirittura le dimissioni, è un’altra.

 

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI

La richiesta di Meloni a Salvini è molto netta: chiarisci e spazza il campo dalla richiesta di dimissioni, che non sta in piedi. Passano meno di due ore e alla fine arriva la marcia indietro del vicepremier […]

 

Insomma una cosa è la campagna elettorale, il posizionamento politico rispetto allo spettro di materie delegate all’Unione europea, che Meloni vorrebbe restringere come Salvini, un’altra è condire la cosa con un attacco al capo dello Stato dopo il suo messaggio di sabato.

 

giorgia meloni matteo salvini

Di sicuro, e lo notano nel partito della Meloni, al ricevimento nei giardini del Quirinale, due sere fa, molti leghisti erano assenti. Praticamente tutto lo stato maggiore. E la cosa non è passata inosservata, come se l’attacco a Mattarella fosse in gestazione. Come se le parole della prima carica dello Stato avessero già prodotto un malumore e una decisione politica, di cui si sono viste le conseguenze ieri.

 

Ma un’altra cosa è altrettanto sicura, quello della sovranità europea è argomento che tornerà prima e dopo il voto per rinnovare il Parlamento di Strasburgo e Bruxelles. E secondo alcuni, in FdI, tornerà anche con una decisione che Giorgia Meloni avrebbe già preso: ricorrere alla Corte costituzionale contro le norme europee, in un conflitto di attribuzioni sul destino delle concessioni balneari. Sarebbe un colpo di scena, dopo anni di promesse arrivate da Palazzo Chigi, e dopo che la stessa premier aveva assicurato una norma di adesione alle richieste europee.

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

GIORGIA MELONI - IGNAZIO LA RUSSA - SERGIO MATTARELLA - LORENZO FONTANA

GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI - ECCE BOMBO - MEME BY EDOARDO BARALDI abbraccio tra matteo salvini e giorgia meloni alla camera 2abbraccio tra matteo salvini e giorgia meloni alla camera

matteo salvini e giorgia meloni sardegna

 

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?