marino

I PASDARAN DI SOTTO-MARINO - MANIFESTAZIONI DI PIAZZA, FLASH MOB, RACCOLTA FIRME: L'ESERCITO DEL SINDACO MARZIANO SI MOBILITA E LANCIA LA SUA RICANDIDATURA CON UNA LISTA CIVICA - IN TANTI SOSTENGONO MARINO STRAPPANDO LA TESSERA PD

Sebastiano Messina per “la Repubblica”

 

SOSTEGNO A IGNAZIO MARINOSOSTEGNO A IGNAZIO MARINO

E poi ci sono i «Forza Sindaco ». Gli irriducibili, quelli che non si arrendono neanche davanti alle dimissioni, alleati sconosciuti su cui forse neanche Marino sospettava di poter contare, e che ora vanno in piazza, raccolgono adesioni, organizzano flashmob e pensano persino a una lista civica. Per ricandidare Ignazio, si capisce.

 

Si stanno muovendo rapidamente. In 24 ore, quasi trentamila hanno firmato le petizioni sul web perché resti al suo posto. Il gruppo Facebook "Io sto col sindaco" ha già superato gli ottomila iscritti. E altri novemila hanno messo "mi piace" al videomessaggio postato da Marino sulla sua pagina (visitata solo ieri da quasi mezzo milione di navigatori).

 

VIGNETTA DI VINCINO - RENZI E MARINOVIGNETTA DI VINCINO - RENZI E MARINO

La novità, la vera novità, è che a difendere il sindaco dimissionario non sono solo gli intellettuali come Alberto Asor Rosa («Gli fanno pagare con le sue colpe anche quella di non essere allineato con nessuno»), né solo gli artisti come Nicola Piovani («Trovo sospetto il linciaggio mediatico che lo ha circondato e affondato»), né solo i personaggi eternamente a cavallo tra politica e spettacolo come Vladimir Luxuria («Per molti forse Marino è troppo onesto. Sento puzza di bruciato e non ho cucinato io. Lo hanno cucinato a fuoco lento»).

 

MARINO BICIMARINO BICI

No, adesso parla la gente comune. L' avanguardia era quella pattuglia che si è presentata a sorpresa sotto l' ufficio di Marino, e incurante delle bandiere, dei cori e dei megafoni degli oppositori che reclamavano le dimissioni immediate, ha alzato in silenzio verso il cielo i suoi fogli A4 usciti dalla stampantina di casa: «Marino resisti».

 

E quando gli altri li hanno circondati, domandandogli cosa fossero venuti a fare, hanno tenuto il punto. Alla grillina Letizia, che col berrettino del movimento messo di traverso era venuta a sfidarli («Ma che siete venuti a fare, ormai neanche i preti lo vogliono più, il vostro sindaco!») ha risposto al volo Giovanni, dirigente di una squadra di pallavolo: «Ma perché, le risulta che i preti sono per l' onestà?». La grillina (spiazzata): «No». Lui (trionfante): «E allora, lo vede? Siete i soliti grillini, dovete scendere da cavallo».

GIANNELLI MARINOGIANNELLI MARINO

 

Poi, davanti alle transenne dove i militanti di Forza Nuova urlavano «Buffoni!» agli assessori, una arzilla signora ha cominciato a scandire «Resistere, resistere!». Militante di destra: «Sì, Marino resisti così distruggi il Pd». Lei: «Te piacerebbe». Lui: «Non ne possiamo più di gente che ruba». Lei: «Lo dite voi che ve siete magnati Roma! ». E' finita a parolacce, ma la signora non ha mollato.

 

Erano una ventina, attorno a lei. I più attivi, quelli con i cartelli in mano, erano un funzionario statale, Rino, una casalinga, Patrizia, Arianna che lavora in un tour operator e Lorenzo, col fazzoletto da pirata annodato sulla testa, «accompagnatore turistico ufficiale». E guai a parlargli del pasticcio delle note spese: «Ma de che stamo a parlà? Della vendetta di un ristoratore al quale il sindaco aveva fatto togliere i tavoli dalla piazza? Ma via, piantatela…».

marino ignazio  marino ignazio

 

Non si erano mai visti prima, si erano dati appuntamento su Facebook perché sono tra gli ottomila membri del gruppo "Io sto col sindaco Ignazio Marino" (tra i quali figurano anche Achille Occhetto e Giovanni Bachelet, iscritti da giugno). E' lì che ora si sta preparando un flash- mob domenica mattina sotto la statua di Marc' Aurelio («Tutti con la maglietta bianca»).

 

E' lì - tra i messaggi che postano foto di tessere del Pd strappate e certificati elettorali nel rotolo della carta igienica che si stavano raccogliendo quasi mille adesioni all' idea di una lista civica per ricandidare Marino, prima che a metà pomeriggio il post improvvisamente sparisse. Poi ci sono le petizioni online.

 

MARINO 1MARINO 1

Nel giro di 24 ore, quella lanciata su Change. org da Daniele Dezi - un trentenne esperto di media planning - ha superato il traguardo delle 15 mila firme sotto il titolo fin troppo creanzato: «Ignazio Marino ritiri le sue dimissioni per favore!». Motivazione: «Non può smettere proprio adesso che ha iniziato a rivoluzionare Roma ».

 

Seguono, in 40 punti, tutti i risultati ottenuti dal sindaco, dalla differenziata al 43 per cento alle ruspe mandate a Ostia, dal registro delle unioni civili alla cacciata dei camion-bar dal Colosseo. «E si potrebbe andare ancora avanti - conclude l' appello - se solo riuscissimo a convincerlo a restare a governare la nostra città».

Non sono poche, 15 mila firme ( le tre petizioni per le dimissioni ne avevano raccolte in tutto poco più di una dozzina).

IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO     IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

 

Quasi altrettante (alle 21 erano 14.021) ne ha ottenute finora un altro appello a Matteo Renzi, dal titolo biblico: «Nessuno tocchi Marino ». Era stato lanciato quattro mesi fa con le firme eccellenti di Gian Giacomo Migone, Ennio Di Nolfo e Gustavo Zagrebelsky, «contro l' attacco a Ignazio Marino che serve a perpetuare lo scempio morale e politico di Roma».

 

Le dimissioni, naturalmente, hanno cambiato il bersaglio della petizione: «Che però prescinde da Marino - precisa Migone - perché l' oggetto era l' attacco contro di lui. Al sindaco oggi direi quello che dissi a Occhetto quando lo fecero fuori dal partito: "Tu hai difetti gravi e qualcuno anche gravissimo, ma è per le tue qualità che ti hanno fatto fuori". Oggi, a titolo personale, auspico che il sindaco rimanga al suo posto. Purché d' ora in poi stia, diciamo così, un pochino più attento…».

MARINOMARINO

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?