
L’EUROPA LITIGA E TRUMP GODE - MACRON PRENDE POSIZIONE CONTRO IL PRESIDENTE USA: “I RAID IN IRAN NON RIENTRANO IN UN QUADRO DI LEGALITÀ”. SUL TEMA, IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, LA PENSA ALL’OPPOSTO: “NON C’È ALCUNA RAGIONE DI CRITICARE GLI ATTACCHI” – PER TRUMP, L’EUROPA È MENO DI UN ESPRESSIONE GEOGRAFICA: “L’IRAN CON LORO NON PARLA”. OGGI IL TYCOON ARRIVA AL VERTICE NATO DELL’AJA CON LA LISTA DELLA SPESA: IL 5% DEL PIL, LA “RIVITALIZZAZIONE DELLE CAPACITÀ INDUSTRIALI MILITARI” E…
MACRON AGLI USA: MISSIONE ILLEGALE E VACILLA L'ASSE PARIGI-BERLINO
Estratto dell’articolo di C.T. per "la Repubblica"
SELFIE DI EMMANUEL MACRON CON FRIEDRICH MERZ
I raid americani in Iran non rientrano in «un quadro di legalità». L'attacco alzo zero è del presidente francese Emmanuel Macron. E il bersaglio è esplicitamente Donald Trump.
Che i rapporti tra i due non siano idilliaci è noto da tempo. Di recente, al G7 in Canada, il presidente americano ha liquidato l'"amico parigino" con un tagliente «sbaglia sempre». La replica è quindi arrivata con qualche giorno di ritardo.
Ma con una stroncatura senza precedenti della scelta statunitense di bombardare i siti nucleari di Teheran. Parole che aprono una crepa nel fronte occidentale. Soprattutto, ipotecano i risultati del summit Nato che si apre oggi all'Aia.
L'agenda del vertice sarà stravolta dalla crisi iraniana e dalle opinioni divergenti che stanno emergendo tra gli alleati. Anche se stavolta si manifesta un dissenso pure sull'asse Parigi-Berlino, con il cancelliere tedesco Friedrich Merz netto nel difendere i bombardamenti a stelle e strisce.
friedrich merz e donald trump alla casa bianca foto lapresse 6
Eppure i due si sono presentati in Olanda firmando insieme un editoriale sul Financial Times a favore della difesa comune per l'aumento delle spese militari fino al 3,5% di pil.
«Si può considerare – ha puntualizzato Macron - che esista una legittimità nel neutralizzare le strutture nucleari in Iran. Anche la Francia condivide l'obiettivo di non vedere l'Iran dotarsi dell'arma nucleare». Una precisazione che certo non potrà alleviare la pesantezza delle relazioni con Washington.
Anzi, difficilmente oggi il tycoon si lascerà sfuggire la possibilità di rispondere per le rime. E probabilmente di far nuovamente pesare quanto gli alleati europei siano militarmente al traino degli States. Ed emergerà così una ennesima frizione.
resti di missili iraniani in israele
Del resto, l'inquilino dell'Eliseo ha bocciato anche l'ipotesi […] di un regime-change a Teheran. «Io - ha spiegato - credo alla sovranità dei popoli e all'integrità territoriale. Ci credo in Ucraina ma vale ovunque nel mondo. Non ci si può sostituire ad un popolo per cambiare i suoi dirigenti. Ogni volta che si è fatta questa scelta, quale che sia stato l'approccio, non siamo mai arrivati ad una stabilizzazione. Se deve esserci un cambiamento di regime, deve essere il popolo iraniano a farlo».
Poco prima, invece, il tedesco Merz aveva sostenuto esattamente il contrario: «Non c'è alcuna ragione di criticare gli attacchi americani». Nella difesa degli Usa, la Germania difende in primo luogo Israele da cui Berlino non prende le distanze. E infatti anche nei confronti di Gerusalemme «non trova motivi di critica».
«Ciò che l'America ha fatto nel fine settimana – ha aggiunto - non è privo di rischi. Ma lasciare le cose come stavano non era un'opzione». A suo giudizio, infatti, «l'Iran è un regime terroristico, una parte essenziale dell'asse del male, direbbe ora un presidente americano» (il riferimento è alle parole di George W. Bush dopo gli attentati dell'11 settembre). Merz è dunque convinto che Israele abbia attaccato anche nell'interesse della Germania.
Il disaccordo tra Macron e Merz, però, è limitato alla vicenda iraniana. Sul resto i due sembrano procedere in simbiosi.
[…] Francia e Germania […] appoggiano pienamente l'obiettivo del 5 per cento per le spese militari assestando indirettamente un colpo ai partner che hanno espresso dubbi su questa soglia, dalla Spagna all'Italia. […]
FRIEDRICH MERZ ACCOLTO ALL ELISEO DA EMMANUEL MACRON - FOTO LAPRESSE
TRUMP-UE, ALTA TENSIONE
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
[…] Donald Trump prenderà la parola e rivendicherà di essere stato l’artefice e il motore che porterà l’Alleanza atlantica ad aumentare nei prossimi 10 anni le spese per la difesa al 5% del Pil, 3,5 sono spese militari e il restante 1,5% è direttamente legato alla sicurezza. Si sono tutti accodati, la riluttante Spagna – oggetto degli strali trumpiani qualche giorno fa – ha ottenuto una parziale esenzione.
KEIR STARMER - EMMANUEL MACRON - FRIEDRICH MERZ - IN TRENO PER KIEV
Lo spazio per Kiev è relegato a una cena con un Consiglio Nato-Ucraina senza capi di Stato che inaugureranno il summit alla stessa ora ospiti dei reali olandesi. L’Air Force One atterrerà alle 7, il presidente andrà al palazzo reale con gli altri leader.
[…]
Terrà invece banco la questione iraniana. I raid Usa e la rappresaglia di ieri di Teheran preoccupano i 32 membri, ma difficilmente – si fa sapere negli ambienti diplomatici – «da qui uscirà qualcosa, la vicenda è gestita in prima persona dagli Usa, da Trump in persona». Domenica sera il presidente ha gettato ulteriore incertezza sulle sorti della Repubblica islamica, il cambio di regime non è in agenda, assicurano fonti interne all’Amministrazione che mai il tema è stato oggetto di discussione.
DONALD TRUMP ANNUNCIA LA TREGUA TRA IRAN E ISRAELE SU TRUTH
Su Truth però Trump ha coniato il termine “Miga” (Make Iran Great Again) al termine di un post in cui ha scritto che parlare di «regime change non è politicamente corretto», ma «se l’attuale regime iraniano è incapace di Make Iran Great Again, perché allora non dovrebbe esserci un cambio di regime???» si è chiesto il presidente. Opzione quindi aperta, e chiarita da Karoline Leavitt, la portavoce, ieri alla Fox. «Perché non dovrebbe il popolo iraniano togliere il potere a questo incredibilmente violento regime che lo ha oppresso per decenni?».
[…] Trump ha ignorato gli sforzi diplomatici europei di venerdì liquidandoli con uno sprezzante, «l’Iran non parla con l’Europa». Vorrebbe rilanciare il negoziato con le sue condizioni, ovvero la completa rinuncia della Repubblica islamica all’uranio arricchito.
Secondo gli americani questo genera «instabilità regionale». Il presidente, spiegano fonti del Consiglio per la Sicurezza nazionale, ha le idee molto chiare su cosa chiedere alla Nato. Oltre all’aumento delle spese al 5%, ritiene che gli alleati debbano «rivitalizzare le capacità industriali militari» e «rafforzare la supply chain occidentale».
FRIEDRICH MERZ ACCOLTO ALL ELISEO DA EMMANUEL MACRON - FOTO LAPRESSE 2
Sono elementi cardine della stabilità che Trump vuole garantire a “livello globale ed europeo”.
Domani al termine della sessione plenaria, alle 10:30, il leader Usa avrà alcuni bilaterali, poi terrà una conferenza prima di fare ritorno a Washington. […]
BENJAMIN NETANYAHU AL MURO DEL PIANTO PREGA PER TRUMP DOPO L ATTACCO AMERICANO ALL IRAN
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