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“L’ITALIA FARÀ FATICA A RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO DI SPESA PER LA NATO” – NON CI VOLEVA IL “FINANCIAL TIMES” PER CAPIRE CHE IN UN PAESE DISASTRATO ECONOMICAMENTE, CON UN DEBITO PUBBLICO DI OLTRE 3MILA MILIARDI DI EURO, TROVARNE 100 L’ANNO PER LA DIFESA È COMPLICATO – “LA MELONI SI TROVA DI FRONTE A UN DIFFICILE GIOCO DI EQUILIBRI PER SODDISFARE LE RICHIESTE INTERNE, ACCONTENTARE GLI ALLEATI DELLA NATO ED EVITARE DI ALIENARSI TRUMP, CON IL QUALE HA INSTAURATO UN RAPPORTO CALOROSO” – SORGI: “È FORTE E DIFFUSA LA TENTAZIONE DI TRASFORMARE TUTTO IN ARGOMENTO DA CAMPAGNA ELETTORALE…”

MARK RUTTE GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

1. PERCHÉ L'ITALIA FARÀ FATICA A RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO DI SPESA PIÙ ALTO DELLA NATO PER LA DIFESA

Estratto da "Europe Express", la newsletter di Henry Foy per il “Financial Times”, inviata il 12 giugno 2025

 

[…] Il nostro capo ufficio di Roma ci anticipa l'incontro […] tra Mark Rutte e Giorgia Meloni […] Il segretario generale della NATO Mark Rutte visita oggi il primo ministro italiano Giorgia Meloni, mentre Roma affronta le crescenti pressioni per impegnarsi ad aumentare le spese militari in vista del vertice NATO di questo mese, scrive Amy Kazmin.

 

[…] L'Italia è uno dei maggiori ritardatari della spesa per la difesa della NATO, con meno dell'1,5% del PIL destinato alla difesa nel 2024, ben al di sotto dell'attuale obiettivo del 2% della NATO. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto agli alleati di impegnarsi a spendere il 5% al vertice dell'Aia, pena il rischio di perdere la protezione americana.

 

giorgia meloni foto lapresse

Roma ha annunciato che raggiungerà l'obiettivo del 2% quest'anno, che secondo gli analisti potrebbe includere la riclassificazione di alcune spese per la sicurezza come legate alla difesa. Rutte ha proposto di dividere l'obiettivo del 3,5% di spesa per le capacità di difesa di base, più un altro 1,5% per le aree correlate, come la sicurezza informatica e le infrastrutture.

 

Alessandro Marrone, analista della difesa presso l'Istituto Affari Internazionali di Roma, ha affermato che anche questa sarà una richiesta elevata per la Meloni, che probabilmente premerà per un lungo periodo di introduzione graduale per il suo paese altamente indebitato.

 

donald trump giorgia meloni foto lapresse

"Passare al 3,5% per la difesa di base - personale, equipaggiamento e tecnologia, costi operativi - sarà una grande sfida per l'Italia", ha detto. "L'Italia spingerà per non cambiare l'obiettivo. L'obiettivo è in fieri ed è difficile cambiarlo"...Ma cercherà di fissare un calendario".

 

Marrone ha detto che Roma raggiungerà più facilmente l'obiettivo di spendere l'1,5% del PIL per la sicurezza e le infrastrutture.

 

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ripetuto più volte che l'Italia deve fare di più per la difesa alla luce della sfida della Russia, mentre la Meloni è desiderosa di mantenere la disciplina fiscale e di evitare di turbare i mercati obbligazionari.

 

esercito italiano - soldati

Molti italiani sono contrari a un aumento delle spese per la difesa, un'opinione sostenuta anche dal vice primo ministro Matteo Salvini della Lega di estrema destra. Tutto ciò significa che la Meloni si trova di fronte a un difficile gioco di equilibri per soddisfare le richieste interne, accontentare gli alleati della Nato ed evitare di alienarsi Trump, con il quale ha instaurato un rapporto caloroso.

 

"L'Italia ha vissuto a lungo con l'idea di non doversi preoccupare della difesa", ha dichiarato Francesco Galietti, CEO di Policy Sonar, una società di consulenza politica. "Questo è il momento in cui l'Italia scopre com'è la nuova normalità". […]

MARK RUTTE GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

 

2.  NATO, RIARMO E VOTO: GRANA IN PIÙ

Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

Il segretario della Nato Rutte non potrà certo dirsi insoddisfatto quantomeno del vertice formato "Weimar+", a cui hanno partecipato a Roma Francia, Germania, Spagna, Polonia, Regno Unito, e dal quale non sono venute obiezioni significative alle richieste dell'Alleanza atlantica di aumenti dei contributi dei Paesi europei fino al 5 per cento dei bilanci. […]

 

giorgia meloni 9

Diverso il problema dei nuovi finanziamenti alla Nato, un tetto difficile da toccare non solo per l'Italia, stretta dai vincoli del nuovo Patto di stabilità. Di qui al 24-25 giugno, quando si riunirà il vertice annuale dell'Alleanza, ci sarà modo di approfondire, soprattutto la possibilità di allungare le scadenze per accontentare le richieste di Rutte, ciò che per l'Italia è decisivo.

 

Approfittando anche del prossimo G7 in Canada in cui Trump potrebbe chiarire o almeno far capire tempi e modi del disimpegno americano in Europa. Ma è toccato al ministro della Difesa Crosetto sperimentare di persona il clima che si prepara in attesa delle decisioni sul riarmo.

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI MEME

Materia infiammabile, che potrebbe spingere le opposizioni a stringere un accordo per contestarle, al quale si potrebbe aggiungere Salvini, che ha già messo le mani avanti dicendo che «servono ospedali e non carrarmati».

 

Insomma è forte e diffusa, anche all'interno della maggioranza, la tentazione – che potrebbe condizionare anche Meloni – di trasformare tutto in argomento da campagna elettorale. Specie alla vigilia di una lunga stagione di urne aperte, che comincerà in autunno con le regionali e si concluderà nella primavera del 2027 con le politiche. Sempre che il calendario politico non subisca qualche inattesa accelerazione.

 

2 - SPESE MILITARI MELONI SONDA RUTTE " PIÙ 0,2% L'ANNO"

mark rutte giorgia meloni foto lapresse

Estratto dell’articolo di  F.MAL. per “la Stampa”

 

Gradualità, flessibilità e criteri realistici. È attorno a questi tre capisaldi che Giorgia Meloni ha costruito la sua proposta sull'aumento delle spese militari. L'Italia è pronta a fare la sua parte, ma con metodo.

 

A Mark Rutte, segretario generale della Nato, ricevuto a Palazzo Chigi per un colloquio riservato ha quindi messo sul tavolo una roadmap pensata per rassicurare gli alleati e tenere insieme credibilità internazionale e conti pubblici: ritmo di aumento massimo pari allo 0,2% del Pil all'anno, verifica intermedia delle condizioni nel 2029 e soglia del 5% raggiungibile entro il 2035.

 

GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK

Rutte ha ascoltato. Conosce bene le resistenze europee, specie da parte dei paesi Baltici. Ma Meloni è stata netta: «Siamo affidabili, ma realisti». […]

 

La questione infatti non è solo di cifre, ma di struttura.

 

La soglia del 5% non corrisponde alla sola spesa militare in senso stretto. Circa il 3,5% del Pil riguarda l'acquisto, il mantenimento e l'operatività delle forze armate. Il restante 1,5% comprende investimenti in infrastrutture strategiche, ricerca tecnologica, cybersicurezza e opere dual use.

 

Una quota nella quale l'Italia vorrebbe far rientrare progetti come il Ponte sullo Stretto di Messina, considerato parte di un disegno infrastrutturale con valenza anche difensiva.

Non è un dettaglio tecnico.

 

MARK RUTTE - DONALD TUSK - URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI PARLANO CON VOLODYMYR ZELENSKY

È su questo fronte che il governo punta a riequilibrare il perimetro delle spese Nato. Un modo per riflettere meglio l'impegno reale dei Paesi membri, senza pesare solo sulle dotazioni militari pure. Ma su questo - come sul ritmo degli aumenti - il confronto è aperto e verrà affrontato nel vertice Nato dell'Aja che si terrà il 24 e il 25 giugno.

 

La sola certezza è che un accordo serve subito. A dimostrarlo anche l'allarme lanciato ieri da Rutte. In conferenza stampa, citando il Capo di Stato Maggiore tedesco, ha avvertito: «Entro il 2029-2030 la Russia potrebbe essere pronta a tentare qualcosa contro il territorio Nato. Oggi siamo al sicuro, ma tra tre o cinque anni potremmo non esserlo. Dobbiamo spendere di più».

 

esercito italiano - soldati

E ha aggiunto: «Il nuovo obiettivo nasce da uno studio serio sulle lacune da colmare. Ora spetta ai leader approvarlo». A Roma, l'allarme è stato accolto con cautela. La preoccupazione è anche politica: cosa succede se, nel frattempo, Donald Trump torna alla Casa Bianca e rilancia il disimpegno dei soldati Usa nelle basi Nato europee?

 

È questa la vera incognita. Meloni lo ha fatto capire a Rutte: l'Europa è pronta a fare di più, ma servono garanzie. «Non si può chiedere più spesa militare – è il ragionamento condiviso – mentre si evocano dazi o si minaccia il ritiro americano». […]

soldati italianiesercito italiano - soldati

 

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