angela merkel

L'ITALIA PENSA CHE AVRÀ PIÙ LIBERTÀ SUI CONTI? CERTO, INTANTO LA MERKEL PREPARA IL FONDO MONETARIO EUROPEO: PRESTITI DI EMERGENZA A SCADENZA TRENTENNALE, MA ANCHE A CINQUE ANNI E, SEGNATE BENE, VIGILANZA DIRETTA SULLE ECONOMIE DEI DIVERSI PAESI - SAREBBE IL BUNDESTAG AD AVERE DI FATTO L'ULTIMA PAROLA SULL'EVENTUALE "BAIL IN" DEL DEBITO PUBBLICO DI PAESI TERZI. L'AREA EURO DIVENTEREBBE UN GOVERNO DEI CREDITORI SUI DEBITORI, DECISO DALLE PREFERENZE POLITICHE DEI PRIMI

 

Federico Fubini per il Corriere della Sera

 

draghi merkel

Nelle stesse ore hanno parlato entrambi di «interessi» a 1.500 chilometri di distanza. A Roma, nel suo discorso alla Camera, lo ha fatto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte martedì nel parlare della linea che il suo governo seguirà a Bruxelles. A Berlino, lo aveva fatto il giorno prima la cancelliera Angela Merkel spiegando le proposte che la Germania avrebbe portato al vertice europeo di fine mese. E a nessuno dei due dev' essere sfuggito che il modo in cui hanno parlato di «interessi» è suonato così diverso da essere inconciliabile.

 

Conte, almeno in apparenza, ha avuto le parole più cariche di ottimismo. «Siamo di fronte a una situazione in cui gli interessi dell' Italia vengono a coincidere con gli interessi generali dell' Europa - ha detto il premier -. Quale Paese fondatore, abbiamo pieno titolo di rivendicare un' Europa più forte e anche più equa, nella quale l' Unione economica e monetaria sia orientata a tutelare i bisogni dei cittadini per bilanciare i principi di responsabilità e di solidarietà». Dunque per l' italiano ciò che è bene per il suo Paese lo è anche per l' Europa, e viceversa.

 

Merkel è stata invece molto concreta e poco retorica in un' intervista al domenicale della Frankfurter Allgemeine Zeitung. Del clima antitedesco che serpeggia nella maggioranza di governo in Italia ha detto: «La mia esperienza mi insegna che è meglio per tutti se ci concentriamo sul merito. E qui ovviamente ognuno ha i propri interessi».

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini

In altri termini per lei l' interesse della Germania non coincide con quello dell' Europa, ma neppure quello dell' Italia lo fa.

«Quanto più ci portiamo rispetto a vicenda, tenendo conto dei reciproci interessi, tanto meglio è», dice Merkel, perché «finora con il dialogo abbiamo sempre trovato soluzioni accettabili per tutti».

 

A questo proposito la cancelliera domenica ha presentato un paio di proposte per il prossimo vertice europeo, di cui il mondo politico in Italia non sembra essersi accorto. Ed è un paradosso, perché confermano la visione di Merkel: gli interessi di Germania e Italia non necessariamente coincidono. La prima proposta non è altro che una versione ridotta in modo quasi umiliante dell' idea di Emmanuel Macron di un bilancio comune per investimenti che sostenga l' area euro. Il presidente francese propone un fondo «di alcuni punti di prodotto interno lordo» dell' unione monetaria, dunque di alcune centinaia di miliardi di euro. La cancelliera invece si dice «molto a favore» di uno strumento «di alcune decine di miliardi di euro».

 

Del resto già il fondo proposto da Jean-Claude Juncker nel presentarsi come presidente della Commissione - 130 miliardi - quasi non ha lasciato traccia data la sua esiguità.

In contropartita però Merkel propone anche qualcosa che coincide con gli interessi tedeschi - almeno nella percezione di Berlino - ma contrasta direttamente con quelli dell' Italia. «Il meccanismo europeo di stabilità Esm deve diventare un Fondo monetario europeo». Le funzioni sono allargate: non solo grossi prestiti di emergenza a scadenza trentennale, anche prestiti limitati a cinque anni e vigilanza diretta sulle economie dei diversi Paesi (una funzione che oggi spetta alla Commissione Ue).

MERKEL JUNCKER1

 

Con in più l' autorità di imporre una ristrutturazione del debito pubblico di un Paese se lo si ritiene giusto: in sostanza il nuovo Fme potrebbe decidere il default «ordinato» di uno Stato prima di prestargli le risorse necessarie ad andare avanti.

 

Dice Merkel: «Un Fme con tali competenze deve avere la facoltà di giudicare la situazione economica di tutti gli Stati membri, valutarne la sostenibilità del debito e disporre di strumenti adeguati per ripristinarla, qualora necessario».

 

Si tratta dunque di un potere molto coercitivo, con un governo di fatto nelle mani della Germania stessa e del Bundestag. «L' Fme deve essere organizzato come una struttura intergovernativa» dice Merkel, dunque con diritti di veto per chi - come sarebbe il caso solo per Germania e Francia - ha più del 20% del capitale. Ovviamente, aggiunge la cancelliera, «nel rispetto dei relativi diritti dei parlamenti nazionali».

 

renzi merkel juncker pil paesi europei 20 anni

Significa che sarebbe il Bundestag, con le sue pulsioni politiche non prive di populismo di destra, ad avere di fatto l' ultima parola sulla vigilanza e l' eventuale «bail in» - sforbiciata sui detentori di bond - del debito pubblico di Paesi terzi. Una prospettiva, la storia recente insegna, di per sé destabilizzante sui mercati.

L' area euro diventerebbe per legge un governo dei creditori sui debitori, deciso dalle preferenze politiche dei primi.

 

Il governo gialloverde dell' Italia promette di essere «assertivo» in Europa. Dovrebbe dunque essere pronto a porre un veto su una svolta del genere al vertice Ue del 28 e 29 giugno. Ma qualcosa minaccia di indebolirlo: con tutto il deficit che promette di fare, l' Italia rischia di restare sola. Gli altri Paesi vedrebbero nella sua resistenza dell' opportunismo, non l'«interesse di tutti».

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...