matteo salvini andrea bocelli convegno covid coronavirus

“LA MASCHERINA? NON CE L’HO E NON L’INDOSSO” – AL CONVEGNO DEI NEGAZIONISTI DEL COVID C’ERA ANCHE MATTEO SALVINI, CHE HA DEFINITO IL SALUTO CON IL GOMITO “LA FINE DELLA SPECIE UMANA” E SI È RIFIUTATO DI METTERE LA MASCHERINA DOPO UN RICHIAMO DI UN COMMESSO DEL SENATO – AINIS: "NON POSSIAMO NEGARE UNA PANDEMIA MONDIALE, MA DOBBIAMO AMMETTERE CHE IN ITALIA SONO STATE VIOLATE ALCUNE LIBERTÀ COSTITUZIONALI" - VIDEO

 

 

 

1 – BOCELLI AL CONVEGNO DEI “NEGAZIONISTI” DEL COVID

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/ldquo-babbo-pensa-tosca-lascia-stare-virus-hellip-rdquo-243200.htm

 

2 – SALVINI SI RIFIUTA DI METTERE LA MASCHERINA

andrea bocelli e matteo salvini al convegno sul coronavirus in senato

Fabrizio Caccia per www.corriere.it

 

«Il saluto con il gomito è la fine della specie umana», dice il leader della Lega, Matteo Salvini, all’inizio del suo intervento al convegno «Covid-19 in Italia, tra informazione, scienza e diritti», che si è svolto a Roma nella Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva.

 

L’ex vicepremier leghista si presenta senza mascherina («Non ce l’ho e non l’indosso») e già questa appare subito come una scelta di campo precisa. Quando un commesso del Senato gli si avvicina per invitarlo a metterla, secondo le regole vigenti, ecco che un suo collaboratore si affretta a passargliene una tricolore, ma lui la tiene in tasca e continua a parlare.

 

vittorio sgarbi e matteo salvini al convegno sul coronavirus in senato

Il convegno è stato organizzato dall’Osservatorio permanente sulle libertà fondamentali, tra i promotori l’esponente del Carroccio Armando Siri e il critico d’arte e senatore Vittorio Sgarbi, un altro che la mascherina non la mette mai nemmeno in Aula: «C’è la sensazione di essere in un ritrovo di carbonari, di negazionisti - dice Salvini - Ma la libertà di pensiero è il primo bene a rischio qui in Italia: io però se uno mi allunga la mano per salutarmi, mi autodenuncio e la mano gliela do comunque. Basta coi bollettini del contagio: sono terrorismo mediatico».

 

andrea bocelli e matteo salvini al convegno sul coronavirus in senato

Così, per dirla con Salvini, l’hanno subito ribattezzato «il controseminario dei negazionisti», quelli che dicono che il virus non esiste a dispetto degli allarmi costanti dei virologi: «Il rischio — dice il filosofo Bernard-Henri Levy, in un videomessaggio inviato ai partecipanti — è che usciamo da questa crisi sanitaria con una epidemia di stupidità, di autoritarismo, di odio della libertà. È abbastanza inquietante e incredibile come un po’ ovunque ci siamo piegati alle restrizioni. Va bene le misure per il contenimento, ma non si possono alzare delle barriere tra le persone. La facilità con la quale sono state prese certe decisioni hanno comportato una riduzione delle libertà».

 

 

matteo salvini tocca andrea bocelli al convegno sul coronavirus in senato

È proprio su questo punto che vuole battere anche il famoso tenore Andrea Bocelli, intervenuto di persona alla conferenza: «Non si tratta di essere negazionisti, si tratta di ricercare il buonsenso — ragiona Bocelli —. Io mi sono sentito umiliato e offeso dal lockdown e per questo, l’ammetto, ho disobbedito, sono uscito di casa nei mesi scorsi nonostante i divieti. Ho avuto anche dei contrasti in famiglia con i miei figli, loro mi hanno detto: Papà, pensa alla Tosca, lascia decidere ai virologi, agli scienziati, cosa è meglio fare...

 

Ma io no, non mi sono arreso e ho chiamato vari leader politici per confrontarmi con loro: Matteo Renzi, lo stesso Salvini, Silvio Berlusconi, tutti quelli che conoscevo insomma, nel tentativo di creare un fronte trasversale, fatto di persone di buon senso, per fare qualcosa tutti insieme.

 

bocelli

Ora, però, spero che il governo ci pensi prima di prendere nuove misure, di stabilire nuove chiusure. Non posso pensare alla celerità con la quale sono state chiuse le scuole mentre le discoteche si sono di nuovo riempite. Perciò mi preme rivolgere un appello: bisogna riaprire le scuole e riprendere i libri in mano. Non posso pensare che i nostri ragazzi, io ho una figlia di 8 anni, debbano trovarsi in classe con la mascherina». E comunque: «Conosco tanta gente, ma non conosco nessuno che sia andato in terapia intensiva: perché tanta gravità?», ha detto.

zangrillo

 

Insomma, ecco, non si tratta di negare il virus ma di affermare il buonsenso: è quello che si sforzano di far capire anche due illustri professori di diritto, due giuristi come Sabino Cassese e Michele Ainis, richiamandosi al titolo del convegno. «Noi non possiamo negare che ci sia una pandemia mondiale con oltre 16 milioni di persone contagiate - dice Ainis -. Ma dobbiamo anche ammettere che in Italia sono state violate alcune libertà costituzionali.

 

michele ainis col suo libro

Nel nostro sistema è compito del Parlamento dichiarare l’emergenza non del governo. Nella prima parte della crisi le Camere invece sono rimaste mute, mentre il governo ha abusato nell’uso dei Dpcm. Il virus della decretite ha infettato il nostro ordinamento». Per questo motivo, ammonisce il professor Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, se non sussiste una situazione comprovata di pericolo, «non si può prorogare lo stato di emergenza fino al 31 ottobre» come sembra invece intenzionato a fare proprio in questa settimana il governo Conte, Come si vede, il Covid continua a dividere: scienziati, politici, gente comune.

 

Secondo Sgarbi, il convegno romano dovrebbe portare infine all’elaborazione di un «manifesto della verità». «Le istituzioni — dice — dovrebbero ascoltare anche la voce di chi dice da settimane che in Italia il Covid non c’è più . Esiste un rapporto ufficiale del governo tedesco che definisce il Covid 19 come falso allarme globale».

 

Così auspica la creazione di «un comitato scientifico alternativo a quello istituzionale del governo». Un gruppo di medici, biologici, giuristi, scienziati, ricercatori e intellettuali che accompagnino il Paese verso un vero « liberi tutti», un pieno ritorno alla normalità senza l’intralcio delle mascherine.

sabino cassese

 

 Di questo gruppo, ovviamente, dovrebbe far parte - per Sgarbi - Alberto Zangrillo, il direttore dell’unità di terapia intensiva del San Raffaele di Milano, che infatti è presente in collegamento via Skype e ribadisce il suo pensiero: «Ho già detto che dal 31 maggio il virus è clinicamente inesistente e questa mia affermazione è condivisa da molti colleghi. Forse ho sbagliato i toni con cui l’ho detto e chiedo scusa, ma finora nessuno è riuscito a confutare le mie parole». Per il medico del San Raffaele la strada è segnata: «Procedere con ottimismo e buonsenso, evitando gli eccessi». Ma basta con i lockdown.

matteo salvini al convegno sul coronavirus in senato

 

 

 

 

 

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