la sapienza manifestazione israele hamas palestina roma

LA "SAPIENZA” È SOTTO IL RICATTO DELLE “TESTE DI GAZA” - IERI ALL'INTERNO DEL CAMPUS UNIVERSITARIO ROMANO HANNO SFILATO 300 MANIFESTANTI PRO-PALESTINA: SONO VOLATI PETARDI E CI SONO STATI MOMENTI DI TENSIONE CON LA POLIZIA - I MANIFESTANTI NON SONO SOLO STUDENTI, MA ANCHE INFILTRATI ANARCHICI, SINISTRELLI DEI CENTRI SOCIALI E "GRETINI" DI "ULTIMA GENERAZIONE" - SUL PRATONE DELL'UNIVERSITA' SONO PIAZZATE LE TENDE DEL PRESIDIO PRO-PAL, E I MURI SONO VANDALIZZATI DA SCRITTE ANTI-ISRAELE... 

 

 

1 - L’ASSEDIO DEI “PRO-GAZA” NON FERMA LA SAPIENZA «MOLTI NON SONO STUDENTI»

Estratto dell’articolo di Mauro Evangelisti per “Il Messaggero”

 

MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA ALLA SAPIENZA - 3

Luce tenue del pomeriggio e frasi sussurrate. Al secondo piano della facoltà di Lettere e Filosofia gli studenti sono seduti nei corridoi e ripassano. Alcuni scherzano alla macchinetta del caffè. Solo in un'aula ancora vuota una docente, computer acceso e libro di Virginia Woolf, prepara una lezione. Bum. Bum. Bum.

 

La quiete viene violata dall'esplosione di petardoni sotto le finestre. Spiega la professoressa: «Un po' di preoccupazione c'è, i ragazzi riusciranno a raggiungere l'aula?». La cittadella universitaria è molto vasta, il corteo dei 300 che si sono accampati dietro al rettorato e che sfila con un percorso ubriacante nei vialoni e nei vicoli per sostenere la causa palestinese e contestare la collaborazione dell'università con atenei israeliani, è rumoroso ma non oceanico.

 

Riempiono i muri di scritte («Polimeni - il nome della rettrice - dove sei?»), lanciano vernice rossa contro il rettorato, danneggiano qualche vetrata, rovesciano cassonetti, ma non è l'apocalisse. Molti degli studenti neppure si accorgono di quanto succede. Lezioni, esami e quotidianità dell'Università scorrono.

MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA ALLA SAPIENZA - 2

 

Il corteo dei 300 è una parte molto piccola del tutto: la Sapienza ha 120mila iscritti. La rettrice, Antonella Polimeni, ha riunito il Senato accademico come da programma, anche se c'è l'assedio dei manifestanti. E scelto la linea del silenzio: gestire il dissenso. […]

 

Altrimenti sa cosa succede? Entriamo nella logica del talk show, della battaglia a colpi di dichiarazioni utili solo per i titoli dei giornali: non porta a nulla e alimenta la tensione. Se a Roma sta succedendo tutto alla Sapienza è perché chi organizza queste manifestazioni sa bene che qui otterrà molta visibilità da parte dei media».

 

La tesi del professore è che la Sapienza non è Ucla né la Columbia (le università americane teatro di proteste violente, partecipate, anche con degenerazioni antisemite), ma è il palcoscenico per una coreografia prevedibile in cui ognuno svolge la sua parte:

MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA ALLA SAPIENZA - 1

 

«A partire da chi protesta. E controllate: una parte consistente dei manifestanti viene dall'esterno, non ci sono solo studenti della Sapienza». Il corteo traccia un cerchio all'interno della cittadella universitaria, accende fumogeni, trascina cassonetti e torna nel "pratone" dove è stata allestita la tendopoli, per la verità non proprio sterminata. Qui tiene una assemblea definita "controsenato accademico". […]

 

Commenta Marco, seduto su un muretto all'entrata di Scienze politiche, in attesa dell'inizio di una lezione: «Però ci sono anche molti studenti, sarebbe scorretto dire che sono tutti arrivati da fuori. Certo, in una università così grande c'è anche chi è disinteressato, chi pensa solo a studiare, chi concorda con il movimento a favore dei palestinesi ma non si vuole immischiare perché ha paura di prendere manganellate». Un altro osserva disincantato:

 

universita la sapienza trasformata in un suk pro palestina

«Qui le occupazioni sono più o meno sempre una fiction: lezioni, esami e servizi non si fermano. Direi che sono inutili». Giacomo Mollo, studente di Economia, ha una visione di parte perché è responsabile di Azione Universitaria alla Sapienza (dunque vicino a FdI) e aveva organizzato un convegno con il giornalista David Parenzo che venne duramente contestato dai pro Palestina:

 

«Siamo di fronte a una minoranza che alza la voce e agisce pure in modo violento. Anche tra chi magari è schierato con le ragioni dei palestinesi e chiede di fermare l'aggressione a Gaza, in molti non apprezzano con questi metodi». «Ma se ritieni che ciò che sta succedendo a Gaza è ingiusto, non puoi restare a guardare», ribatte un altro studente. […]

 

2 - ASSEDIO ALLA SAPIENZA, COLLETTIVI E ANTAGONISTI: CHI MUOVE LA PROTESTA

Estratto dell’articolo di Chiara Adinolfi per “Il Messaggero”

 

universita la sapienza trasformata in un suk pro palestina

Si coprono il capo con la kefiah, simbolo della solidarietà verso il popolo palestinese. Qualcuno indossa cappelli o sciarpe nere per evitare di essere identificato. Ma la maggior parte degli studenti e delle studentesse pro Gaza, cammina a volto scoperto per le strade della città universitaria. […]

 

Ci sono anche loro, tra i manifestanti filo palestinesi. Sono attivisti dei centri sociali, alcuni vicini agli anarchici, un giovane di Ultima Generazione. E poi c'è un piccolo gruppo di ragazzi che si copre il volto come può, con magliette scure e sciarpe. Trincerati dietro una barriera di ombrelli aperti, sono loro a scaraventare a terra i cassonetti e lanciare i petardi. Ma, a detta degli stessi manifestanti, non si tratta di infiltrati.

tendopoli pro palestina alla sapienza

 

«Siamo noi studenti ad essere arrabbiati, siamo noi a lanciare la vernice, perché non ne possiamo più. Mentre qui scoppiano i petardi, a Gaza cadono le vere bombe».

 

Quando alcuni manifestanti rovesciano a terra un cassonetto, Giulia e Maria Chiara si defilano dal corteo. «Si poteva anche evitare. Adesso qualcuno dovrà venire a sistemare, e questo non c'entra nulla con il messaggio che vogliamo portare avanti».

Studiano scienze politiche e si dicono solidali alla causa palestinese, anche se non hanno dormito in tenda. Sono spaventate dalla violenza, «quando capiamo che c'è il rischio di scontri, ci allontaniamo, ma chi fa questi gesti è solo l'1%, qui siamo quasi tutti studenti». […]

scontri la sapienza studenti agenti

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?