 
                                
            “LA VIOLAZIONE DELLA TREGUA C’È STATA DA PARTE PALESTINESE” - IL PRIMO MINISTRO DEL QATAR, MOHAMMED BIN ABDULRAHMAN AL THANI, IN VISITA A NEW YORK CERTIFICA CHE I RAID DI ISRAELE SONO UNA RISPOSTA ALL’ATTACCO DI ALCUNI MILIZIANI A UNA SQUADRA DELL’ESERCITO EBRAICO A RAFAH: “LA VIOLAZIONE È MOLTO DELUDENTE E FRUSTRANTE PER NOI. PER NOI CIÒ CHE CONTA È ASSICURARSI CHE QUESTO EPISODIO NON FACCIA CROLLARE L’ACCORDO. DISARMO E SMOBILITAZIONE SARANNO PROCESSI COMPLICATI. ISRAELE DEVE LIBERARE MARWAN BARGHOUTI…”
Estratto dell’articolo di Federico Rampini per il “Corriere della Sera”
 Mohammed bin Abdulrahman al Thani
Mohammed bin Abdulrahman al Thani
La violazione della tregua a Gaza c’è stata, da parte palestinese: lo conferma un arbitro riconosciuto, il «mediatore-capo» fra Israele e Hamas: il primo ministro del Qatar, sceicco Mohammed bin Abdulrahman al Thani.
L’esponente di punta della coalizione araba che appoggia il piano Trump definisce la violazione da parte di Hamas «molto deludente e frustrante per noi». Il premier considera «complicato» il disarmo di Hamas ma ribadisce che negli accordi sottoscritti quella milizia accetta di essere esclusa dal governo di Gaza.
Riconosce il ruolo-guida dell’Arabia Saudita nel processo di riforma dell’Autorità palestinese, passaggio essenziale: tutto il mondo arabo punta alla soluzione dei due Stati.
Pensando alla futura governance di Gaza, Al Thani si chiede perché Israele non libera Marwan Barghouti, politico in prigione dal 2002, considerato «il Mandela palestinese», una figura molto rispettata dal suo popolo: «Forse perché è un simbolo?».
[…]
 Mohammed bin Abdulrahman al Thani
Mohammed bin Abdulrahman al Thani
Il premier del Qatar è a New York, si confida al Council on Foreign Relations, think tank geopolitico. È di casa in questa città, per tante ragioni. Gli piace ricordare che Qatar e Stati Uniti «sono i due massimi produttori di gas del mondo», che Doha ospita «la più grande base militare americana fuori dagli Stati Uniti», e che il suo Paese giocò un ruolo di punta nei salvataggi di alcune banche di Wall Street nella grande crisi del 2008.
Esalta il proprio ruolo di mediatore in numerosi conflitti: Trump lo coinvolse per negoziare con i talebani il ritiro dall’Afghanistan, Biden lo volle come intermediario con il Venezuela di Maduro (un dialogo «sospeso per il momento», precisa).
Su Gaza, Al Thani è chiaro.
«Quello che è successo martedì — l’attacco ai soldati israeliani — è una violazione da parte palestinese». Aggiunge che Hamas ha fornito «versioni contraddittorie»: secondo una, la milizia responsabile «aveva perso il contatto» con la leadership di Hamas e «non sapeva cosa stesse facendo»; un’altra versione sostiene che gli autori della violazione appartengono a un «gruppo non collegato a Hamas». «Per noi ciò che conta è assicurarsi che questo episodio non faccia crollare l’accordo».
 Mohammed bin Abdulrahman al Thani
Mohammed bin Abdulrahman al Thani
Interrogato sulla riluttanza di Hamas a disarmarsi, il premier non minimizza gli ostacoli. «Sarà un processo complicato, quello del disarmo e della smobilitazione, ma fa parte dell’accordo», dice Al Thani, riferendosi al piano Trump in 20 punti. In realtà, l’accordo firmato da Israele e Hamas in Egitto il 9 ottobre si concentra solo sulla prima parte di quel piano, relativa al cessate il fuoco iniziale, al ritiro delle truppe israeliane, allo scambio di ostaggi e prigionieri e agli aiuti umanitari.
Ciononostante, il leader del Qatar afferma che i mediatori stanno spingendo Hamas e tutte le fazioni palestinesi di Gaza «a raggiungere un punto in cui riconoscano la necessità di disarmarsi». […]
Sul come si sia arrivati fin qui, nella sua ricostruzione è cruciale il raid israeliano contro Doha, compiuto il 9 settembre per eliminare i capi di Hamas proprio mentre questi stavano negoziando (l’obiettivo non fu raggiunto, in quell’attacco perse la vita anche un cittadino del Qatar).
«Fu uno shock, non solo per noi, per il mondo intero: un’aggressione al mediatore. Tutte le linee rosse vennero oltrepassate da Israele, anche dal punto di vista americano». A quello shock lui fa risalire la svolta nella dinamica delle trattative e la pressione finale di Trump su Netanyahu.
Le sue accuse a Israele proseguono: «Nelle carceri israeliane tanti prigionieri sono stati torturati, talvolta fino a diventare degli invalidi a vita. Sono crimini di cui qualcuno dovrà rispondere».
 vignetta ellekappa sulla ripresa dei bombardamenti di israele su gaza
vignetta ellekappa sulla ripresa dei bombardamenti di israele su gaza hamas
hamas marwan barghouti 2
marwan barghouti 2 hamas miliziani
hamas miliziani






 
						
							
			         
						
							
			         
						
							
			         
						
							
			         
						
							
			        