laura boldrini pd sede

LAURA MEDIOCRITAS - BOLDRINI BUSSA AL PD MA VIENE RESPINTA DAI RENZIANI, CHE NON VOGLIONO MANCO FARLA VOTARE ALLE PRIMARIE. LA POVERA LAURA È KRYPTONITE PER I PARTITI CUI SI AVVICINA, E DOPO 5 ANNI DI OPPOSIZIONE AL PD (CHE L'HA NOMINATA PRESIDENTE DELLA CAMERA), I DEM NON CI TENGONO A ESSERE CORNUTI E MAZZIATI - ANCHE SE ZINGARETTI…

 

1. BOLDRINI BUSSA DAI DEM MA È RESPINTA

Gianluca Veneziani per ''Libero Quotidiano''

 

Quando hai perso il potere e la poltrona più alta, il tuo partito non esiste più, e le tue prospettive politiche paiono fosche, devi in qualche modo riciclarti. E quindi sei costretta a cambiare strategia, partito, dichiarazioni e anche convinzioni.

 

Renzi e Boldrini

Così la naufraga Laura Boldrini, rimasta senza casa politica, dopo che LeU è morto prematuro a soli undici mesi, e ora dispersa nel Transatlantico del Parlamento, cerca disperatamente un nuovo lido sul quale approdare e nel quale chiedere diritto d' asilo. Lo ha trovato, forse, nel partito tanto vituperato, di cui si considerava alternativa sinistra, prima di accorgersi che si trattava di un progetto sinistro.

 

Come racconta ora in un' intervista a Il Foglio, l' ex presidente(ssa) della Camera «ci sta pensando» in merito alla possibilità di votare il prossimo 3 marzo alle primarie del Pd, destinando il suo voto e quello dei suoi accoliti al candidato Nicola Zingaretti.

 

È come se a distanza esatta di un anno dalla débâcle elettorale del 4 marzo, quando LeU era uscito con le ossa rotte racimolando il 3,3%, la Boldrini avesse rovesciato la sua posizione da «votare il Pd e i suoi alleati è utile per riabilitare Berlusconi» (ipsa dixit) a «votare il Pd è utile per riabilitarmi e garantirmi una poltrona in futuro» (non lo ha detto, ma il senso della sua operazione politica è quello).

 

Con l' associazione di cui è presidente(ssa) onoraria, Futura, la Boldrini intende infatti portare truppe di «iscritti a votare per Zingaretti», secondo quanto riferisce ancora Il Foglio. E d' altronde, l' amore politico col fratello del commissario Montalbano era già sbocciato lo scorso novembre allorché la paladina dei migranti, invitando Zinga all' assemblea della rete Futura, aveva sentenziato: «Non possiamo disinteressarci del Pd, che è la principale forza del centrosinistra».

 

nicola zingaretti maurizio martina

Naturalmente al presidente della Regione Lazio questo appoggio fa comodo, eccome. Non lo ammette lui, ma lo fa dire al coordinatore del suo movimento Piazza Grande, Massimiliano Smeriglio, che la butta sul sogno del vecchio Ulivo e della sinistra riunita: «Le primarie», commenta, «potrebbero diventare l' occasione della ricomposizione di tutte le culture uliviste del Paese, da quelle più moderate a quelle più radicali».

Il problema però è che tutto l' altro blocco dei dem, la fazione già renziana e ora vicina a Martina, della Boldrini non vuole neppure sentire parlare.

 

Perché è colei che, con tutti gli altri fuoriusciti dal Pd, ha drenato voti ai dem, in un' operazione omicida-suicida che ha fatto perdere sia la sinistra moderata che quella radicale. Ed è colei che, in un ruolo istituzionale, quindi apparentemente super partes, ha in realtà fatto il controcanto politico a Renzi, sparandogli addosso fuoco amico. Ecco perché il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci, ora vicino a Martina, non potrebbe essere più chiaro nel respingere lo sbarco della Boldrini sulla terraferma del Pd.

RENZI ZINGARETTI

 

«Le primarie», le fa sapere, «servono per scegliere il segretario e per rafforzare il Pd, non per creare un nuovo partito insieme a chi per anni ha fatto la guerra ai nostri governi». Rispedita al mittente come clandestina, perché priva del permesso di soggiorno e della tessera dem, la Boldrini si ritrova a essere una migrante politica. Chissà che ora non finisca per bussare anche alle porte della Lega, alla disperata ricerca di qualcuno che la accolga. È una questione di umanità, apritele le frontiere.

 

 

2. BOLDRINI VERSO ZINGARETTI - I RENZIANI: NON PUÒ VOTARE

Daniela Preziosi per ''il manifesto''

 

Nicola Zingaretti vuole «rigenerare il campo democratico», «rilanciare il centrosinistra». Ma al momento lascia il suo fianco sinistro esposto al cannoneggiamento di renziani e affini. In mattinata il pretesto è un' intervista di Massimiliano Smeriglio, vice del presidente del Lazio e coordinatore di Piazza Grande. C' è un precedente, quando a dicembre al manifesto dichiarò che era auspicabile «il disgelo coni 5 stelle».

andrea marcucci (2)

 

Apriti cielo. Stavolta al Tempo dichiara, a proposito dei governi Pd, «purtroppo il giudizio che conta lo hanno dato gli italiani il 4 marzo. Un giudizio senza appello. Ora bisogna costruire in discontinuità». Parole non bar ricadere, ripetute tante volte da molti esponenti dell' area. Forse un gesto di lesa maestà nei confronti di Paolo Gentiloni, grande elettore di Zingaretti.

 

C'è anche una battuta sull' attivismo di Carlo Calenda: «L' unico manifesto sull' Europa che conosco è quello di Spinelli e Rossi».

Anche qui niente di incendiario.

massimiliano smeriglio vice presidente regione lazio

Ma abbastanza per scatenare la contraerea renziana. «Vorrei sapere se gli ex ministri Franceschini, Madia, Minniti, Pinotti, Orlando, Gentiloni condividono il giudizio di Smeriglio», attacca Alessia Morani. Calenda reclama a gran twitter chiede a Zingaretti se condivide i giudizi del suo vice: «Ora basta. Chiarezza».

 

Gli replica Marianna Madia, con le buone: «Credo che i nostri governi abbiano fatto molte cose ottime. Ma se l' obiettivo è unire, non si può costantemente mettere all' indice chiunque, nel nostro campo, è portatore di idee non identiche». Dal cerchio stretto di Zingaretti filtra un «no comment», D' Alema, Maduro, «ci attaccano tutti i giorni, uno sport tutto interno, non li seguiamo».

 

Non si è spenta la polemica che subito se ne accende un' altra.

Stavolta sul banco degli imputati c' è Laura Boldrini. Il Foglio riferisce la sua intenzione di votare per Zingaretti alle primarie. Qui i renziani di area Martina, che sanno che ai gazebo il loro candidato non farà furori, si scatenano. Parte Andrea Marcucci, capogruppo al senato: «Le primarie, previste dallo statuto, servono per scegliere il segretario, non per creare un nuovo partito insieme a chi per anni ha fatto la guerra ai nostri governi».

Zingaretti e Smeriglio

 

Andrea De Maria, già cuperliano: «Per votare alle primarie Pd ci sono regole da condividere. Bisogna esserne elettori. Se si appartiene a un altro gruppo parlamentare non si può votare». Luciano Nobili: «L' ingerenza di realtà esterne che partecipino in maniera organizzata alle primarie per influenzarne gli esiti sarebbe un fatto inedito e gravissimo». Non tanto inedito, in realtà. Il problema non era stato sollevato, per esempio, quando a Palermo il segretario della lista Sicilia Futura, di destra, ha dichiarato l' appoggio al candidato Faraone (i zingarettiani per questa vicenda si sono ritirati).

carlo calenda

 

«Intendiamoci: benvenuti tutti gli elettori di centrosinistra che decidono di votare Pd», spiega Lorenzo Guerini, il diplomatico della compagnia. «Ma Boldrini fa parte di un altro gruppo parlamentare, Leu. Altro è il ragionamento in vista delle europee. Ma se vuole votare alle nostre primarie, tagliamo la testa al toro: entri nel gruppo Pd, ne saremmo entusiasti».

 

L' articolo in questione è il 2 del lo statuto, prevede l' albo delle elettrici e degli elettori: l' iscrizione dà diritto a partecipare alle primarie. Iscrizione sconsigliabile per un dirigente o un eletto di un partito diverso, anche se vicino. Invece è opinabile, replica Marco Miccoli, che spiega che Boldrini è «un' indipendente», e «non c' è niente da fare, sono affezionati al 17%. Non gli date retta. Il 3 marzo, Laura e chiunque voglia darci una mano a cambiare il Pd, a rilanciare il centrosinistra e a darci forza per sconfiggere populisti e fascisti, venga tranquillamente ai gazebo e nei circoli. Sarete i benvenuti».

lorenzo guerini

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…