molteni salvini lamorgese

LAMORGESE SI SALVERA' DA SALVINI? IL LEGHISTA MOLTENI, FAN DEI “PORTI “CHIUSI”, TORNA AL VIMINALE COME SOTTOSEGRETARIO E RIVENDICA I DECRETI SICUREZZA FIRMATI CON "IL CAPITONE". A LASCIARGLI IL POSTO È IL DEM MATTEO MAURI, CHE HA SMONTATO PEZZO A PEZZO QUEI DECRETI - SALVINI RILANCIA E PARLA DI "DOSSIER RIMASTI APERTI". LAMORGESE FA MURO E TIENE PER SÉ LA DELEGA SUI MIGRANTI - MOLTENI SOLO UN MESE E MEZZO FA DEDICÒ ALLA MINISTRA UN MEME CON...

Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

MOLTENI SALVINI

«Ci sono dei dossier rimasti aperti». Matteo Salvini, poche ore dopo la nomina dei sottosegretari, lancia una frase che suona come un avvertimento. E un brivido corre sulla schiena degli alleati giallorossi. Il leader della Lega festeggia con enfasi il ritorno al Viminale con un suo deputato, Nicola Molteni, lo stesso che fu suo vice nel Conte I e che con lui firmò i decreti sicurezza.

 

«Sono contento che abbiamo ottenuto la delega agli Interni», dice il capo del Carroccio quasi sfregandosi le mani, mentre quella scelta di Draghi - unita alla mancata riconferma nello stesso dicastero di un uomo del Pd - scatena la bufera nei dem e dentro Leu.

 

luciana lamorgese

Salvini non cita i decreti sicurezza ma non risparmia una stoccata alla ministra Lamorgese: fra i dossier aperti, rimarca, c' è quello sulle pistole a impulso elettrico, i Taser, da dare in dotazione alle forze dell' ordine: «Non se ne ha più notizia, eppure stiamo parlando di uno strumento che servirebbe alle forze dell' ordine e al sistema Italia».

 

Per completare il quadro, la pretesa - ribadita dal segretario leghista malgrado le proteste di Pd e Fi - di dire la sua sulla nomina del nuovo capo della polizia che prenderà il posto di Franco Gabrielli: «Daremo il nostro contributo, mi spiace per chi perde tempo in polemiche».

 

IL POST DI NICOLA MOLTENI CONTRO LUCIANA LAMORGESE

Il clima non è certo rasserenato dalle prime dichiarazioni di Molteni nella nuova-vecchia veste di sottosegretario: «I decreti sicurezza? Io li rivendico eccome, con orgoglio e dignità. Per l' 80 per cento sono ancora in vigore». E le norme sull' immigrazione che sono state cassate durante il Conte 2? La Lega chiederà di re-introdurli? «Lo decideranno i segretari di partito con il presidente del Consiglio», si limita a dire Molteni, che però sottolinea: «I porti vanno difesi, come il confine e come le frontiere, come fanno tutti gli altri paesi europei. L' immigrazione va governata e regolata».

 

Ora, Molteni promette «dialogo e confronto» con la ministra Luciana Lamorgese, alla quale solo un mese e mezzo fa dedicò però un meme con il suo volto il primo piano e la scritta "governo clandestino». Ce n' è abbastanza per mettere in guardia la titolare del dicastero, donna poco avvezza alle polemiche, che però alcuni punti fermi li ha già in mente. Ha intenzione, anzitutto, di tenere la delega all' immigrazione, come avvenuto finora. Né ovviamente ha in programma di cambiare nuovamente le norme sugli sbarchi da poco modificate con il contributo dell' ex sottosegretario del Pd Matteo Mauri, che non ha mancato anche in queste ore di ringraziare per il lavoro svolto. E, a chi l' ha sentita, Lamorgese ha ribadito che la linea in questo settore la attua non un sottosegretario ma il responsabile del ministero ed è comunque di competenza del governo nella sua interezza. Le modifiche ai decreti Salvini, si fa inoltre notare, le aveva indicate il Capo dello Stato Sergio Mattarella.

 

luciana lamorgese

Non è neppure scontato, peraltro, che a Molteni vengano date le competenze sulla pubblica sicurezza. È una decisione ancora da prendere, e in corsa ci sono pure gli altri due sottosegretari appena nominati, il grillino Carlo Sibilia e Ivan Scalfarotto di Italia Viva.

 

Quanto ai Taser, in ogni caso, è stata la stessa ministra contestata a più riprese da Salvini a firmare il decreto che aggiunge le pistole elettriche all' elenco delle armi in dotazione: c' è stata una gara ma le tre società che si sono presentate non hanno superato la prova tecnica e un' altra si svolgerà ai primi di marzo.

 

MOLTENI

La convivenza fra Lamorgese e i leghisti rappresenta una scommessa del nuovo governo. «Il problema non è la mia mancata riconferma dice Mauri - ma il fatto che non ci sia al Viminale un rappresentante del Pd: il nuovo decreto immigrazione e la regolarizzazione dei migranti hanno necessità di una delicatissima fase di attuazione. Il ritorno in grande spolvero della Lega, in questo senso, non può che lasciarmi perplesso».

MOLTENI E SALVINI

 

Monica Cirinnà, la responsabile dei diritti dei dem, attacca: «Il ritorno di Molteni al Viminale ovviamente non mi entusiasma. Anzi, direi proprio che mi preoccupa ». Ed Erasmo Palazzotto, deputato di Leu, dice che è stato «un grave errore politico, da parte dei partiti di sinistra, mollare il presidio degli Interni. Non ci resta che sperare nell' equilibrio della ministra Lamorgese».

NICOLA MOLTENImatteo mauri

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…