1. SOLTANTO DUE ABILI DEMOCRISTIANONI COME LETTA E ALFANO POTEVANO FINGERE IN BATTIBECCO PER FAR PASSARE IL CONCETTO CHE IL BANANA È POLITICAMENTE FINITO 2. E QUESTI DUE AVANZI DI PARROCCHIA PRENDERANNO LO SCETTRO DI QUEL (POCO) CHE RESTA DELLA NAZIONE PERCHÉ NON INSULTANO IL PADRE COME UN DELLA VALLE QUALUNQUE, MA LO RISPETTANO. E QUANDO OCCORRE, GLI CAMBIANO CATETERE E PANNOLONE 3. UNA RICERCA DEL MULINO CI RIPORTA ALLA REALTÀ: “ITALIA PAESE DEL TERZIARIO ARRETRATO. PIÙ LAVORO SOLO PER COLF E BADANTI. COSÌ CI CONDANNIAMO ALLA DECRESCITA. DATI IN CONTROTENDENZA RISPETTO A EUROLANDIA”. AMORALE DELLA FAVA: DIVENTEREMO UNA NAZIONE DI VECCHIETTI LONGEVI, AFFIDATI ALLE BADANTI DAI FIGLI IMMIGRATI

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - IL DUO LETTANO
Soltanto due abili democristianoni come loro potevano fingere in battibecco per far passare il concetto, di comune interesse, che il Banana è politicamente finito. Lettanipote chiude infatti la settimana più goduriosa della sua vita con questa semplice constatazione: "Si è chiuso un ventennio, Alfano è stato sfidato e ha vinto". Angelino Jolie gli risponde con la convinzione di una segreteria telefonica: "Non accettiamo e non accetteremo ingerenze nel Pdl".

E' talmente finta, questa querelle della domenica, ed è talmente un assist al segretario azzurro, che adesso ci si aspetta un favore inverso. Del tipo Al-fano che dice: "Renzi non può pensare di avere l'esclusiva del nuovo, visto che il nuovo è già rappresentato da Enrico Letta". E Lettanipote che risponde: "Ne riparleremo quando anche il Pdl sarà in grado di fare un congresso". Avendo studiato nella gioventù scudocrociata, possono andare avanti così per vent'anni, fin quando uno dei due non prenderà il posto di Re Giorgio.

Insomma, chiamatelo governo "Alfetta" come propone Travaglio, oppure Duo Lettano con accento sull'ano (il potere punta per natura all'altrui di dietro, e questi due hanno conformazioni craniche da supposta), ma la sostanza non cambia: i due spilungoni di Palazzo Chigi sono due fondisti quarantenni in un Paese con una classe digerente ottuagenaria, rappresentata da personaggi come Re Giorgio, Papi Silvio, Abramo Bazoli e Guzzino Guzzetti.

E questi due avanzi di parrocchia prenderanno lo scettro di quel (poco) che resta della nazione perché non insultano il Padre come un Della Valle qualunque, ma lo rispettano fino all'ultimo giorno seguendo questo insegnamento della Bibbia: "Onora il padre e la madre perché la tua vita sia lunga e felice nel paese che il Signore Dio tuo ti dà" (Deuteronomio 5,16). Dice proprio così: "nel paese che il Signore Dio tuo ti dà".

2 - NANO DECADENCE
Il Corriere delle banche creditrici indovina e benedice il trenino Lett-ano: "La mossa a sorpresa del premier e quei sondaggi positivi sul governo. L'asse resta saldo. Dopo la fiducia consensi aumentati per Letta e Alfano. E l'esecutivo è salito al 63%. I timori nel Pdl: c'è chi teme un progetto centrista ancorato al Ppe che riguarderebbe una parte del Pd e Letta" (p. 2 e non P2, fare attenzione).

Repubblica sforna il sondaggio Demos del lunedì e per il Banana sono dolori: "Pd in volo al 32%, Pdl giù al 20%. L'effetto fiducia rompe l'equilibrio. Il M5S diventa il secondo partito". Tra i leader, Lettanipote (56,9%) scavalca per la prima volta Renzie (53,1), mentre B. scivolerebbe all'undicesimo posto sotto Maroni, con il 17,6% (pp. 10-11). I sondaggi spesso sbagliano anche di cinque punti, ma qui le distanze sono notevoli e le tendenze anche.

3 - ULTIME DA SALO'
"Berlusconi frena gli anti-Alfano. ‘Un congresso ora ci distrugge'. Ma i ‘lealisti' preparano la piazza contro la decadenza. L'idea di una conta lanciata da Fitto compatta un fronte che va da Gasparri alla Carfagna" (Repubblica, p. 6). Poi passa Bondo Bondi, con quella faccia da frate del Nome della Rosa che finisce male, ed è subito varietà: "Siamo troppo succubi del Pd. Spero ancora che Marina prenda il testimone del padre" (p. 7). Sulla Stampa, lodevole operazione "Giù il cappuccio": "Il segretario Pdl ai lealisti: ‘Fitto? State attenti, è la maschera di Verdini" (p. 3).

Struggente l'intervista della falchissima scaricata Michaela Biancofiore, dimissionata amaramente dal governo: "Pago per Silvio ma lui che pensa? E' arrivata qualche dichiarazione di Alfano su di me? No? Il silenzio di Alfano conferma la mia tesi: quella di Letta non è formalità burocratica pelosa, è puro mobbing politico politico condiviso con il segretario del Pdl" (Corriere, p. 2).

Sul Giornale, si sforzano di intestare una strategia a un uomo che la cambia ogni 20 minuti: "La strategia di Berlusconi: non dividiamoci adesso. I lealisti si sfogano con il Cav per le capriole del premier. Ma lui prova a frenare: è il momento di stare calmi. Imbarazzo per la nota di Alfano uscita tre ore dopo. Il leader del Pdl pensa a come spegnere i fuochi interni al partito. Un fedelissimo: ‘Non voglio finire in una specie di Udeur per colpa di Angelino" (p. 3).

4 - SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Dopo aver infettato il Pdl con i propri virus divisionisti, nel Piddimenoelle va in scena l'infinita commedia precongressuale. Per la Repubblica dei Renziani (p. 4), "Matteo prepara il suo ‘Lingotto'. E Cuperlo guarda ai lettiani. Sabato il sindaco lancerà da Bari la sua corsa alla segreteria del Pd. L'ex leader della Fgci andrà alla manifestazione Zagrebelsky-Landini-Rodotà. Letta conferma che rimarrà neutrale. Non ci sarà nemmeno il suo candidato. A giudicare dagli ultimi post sul suo bolg, anche Pittella si prepara a incalzare il premier" (e Stikazzi?).

Sul Corriere: "Pd, prove di unità verso le primarie. Bondi: non mi schiero. Renzi: se vinco niente pulci al governo. Il sindaco: Letta e Alfano sono bipolaristi convinti. Il Grande centro è il sogno di Fioroni e Giovanardi" (p. 6). Povero Renzie: la storia insegna che tra due leader democristiani, di solito, il terzo è di troppo. Spunterà qualcuno alla sua sinistra? La dice giusta Pippo Civati: "Matteo è un centravanti. Finirà a fare il mediano" (Stampa, p. 5).

5 - FA SOSTA LA SUPPOSTA
Visto che la fiducia al governino è andata bene, improvvisamente è come se le finanze pubbliche avessero fatto jackpot. E con effetti ridicoli sulla propria stessa credibilità, i giornali suonano improvvisamente la gran cassa delle promesse di Palazzo Chigi. "Possibile una tantum di 120 euro in busta paga fino a un massimo di 250. Oggi il governo incontra i sindacati per parlare di taglio al cuneo fiscale: si cercano risorse per 4-5 miliardi" (Messaggero, p. 6). Il viceministro Casero: "Fondi per 4-5 miliardi? E' solo la prima mossa. L'Imu sarà cancellata" (Corriere, p. 8).

Sì, ma chi paga? L'idea di recuperare fondi con il taglio di "incentivi alle imprese inutili o ingiusti" ricorda molto il primo Berlusconi. Grande numero della Bonino, che riesce a impartire una lezione di politica economica planetaria dalle colonne della Stampa (p. 12) senza che l'intervistatore si sogni minimamente di chiederle qualcosa su Lampedusa. Ce li meritiamo proprio, certi bluff.

6 - ULTIME DA UN POST PAESE
E invece questa ricerca del Mulino ci riporta alla realtà: "Italia paese del terziario arretrato. Più lavoro solo per colf e badanti. Così ci condanniamo alla decrescita. Dati in controtendenza rispetto a Eurolandia" (Repubblica p. 13). Diventeremo una nazione di vecchietti longevi, affidati alle badanti dai figli immigrati?

7 - AGENZIA MASTIKAZZI
La Stampa imperdibile a pagina 9: "Cancellieri: che emozione tornare nella mia Tripoli". Nonna Pina non finisce mai di stupire per le sue analisi e la sua straordinaria visione politica, specie quando precisa: "Però non è più la città della mia infanzia". Mancava solo che dicesse: "Colori stupendi, ma in Italia si mangia meglio".

8 - TELECOM-MEDIA
Dopo lo scoop del Messaggero, non smentito, su un presunto "papello" pro-Telefonica firmato dagli altri azionisti Telco, Massimo Giannini passa all'attacco su Affari&Sfiganza di Repubblica: "Se l'Agcom o l'Antitrust costringessero la nuova Telecom ad ampliare la banda larga anche in aree disagiate, gli spagnoli si chiamerebbero fuori. E se a questo aggiungiamo che Alierta venderà Tim Brasil, allora si capisce perché l'operazione va bloccata. Telecom per gli italiani dovrebbe essere un asset strategico, mentre per gli spagnoli sarà una pura commodity. Quanti altri papelli bisognerà firmare in Piazzetta Cuccia, per rendersene conto?" (p. 1). A Nego Nagel l'ardua risposta.

9 - FREE MARCHETT BANCARIA/1
Sul CorrierEconomia Stefano Righi lancia così la candidatura di Piero Montani alla guida di Carige: "Montani in Bpm ha compiuto un lavoro eccellente. Ha riportato in linea di galleggiamento una nave che da anni si trovava in grave difficoltà nel realizzare il proprio business e ha chiuso il primo semestre 2013 con un utile netto di 105,61 milioni, da confrontarsi con la perdita di 131,34 milioni del medesimo periodo dell'anno precedente. Montani non ha però badato solo al business. Ha spazzato i corridoi della sede di piazza Meda dalle sedimentazioni pluridecennali di sindacati, dipendenti e pensionati, togliendo ingiustificati privilegi e richiamando tutti a una maggiore focalizzazione sui propri compiti.

Ha ottenuto risultati (...). Se Genova chiamasse Montani, peraltro genovese di nascita, la partita potrebbe assumere toni del tutto diversi. Lo standing di Montani soddisfa pienamente i prerequisiti fissati da Banca d'Italia" (p. 5). Più che altro soddisfa i prerequisiti della Mediobanca di Nego Nagel. E poi, per completezza d'informazione, in Bankitalia ricordano benissimo anche i suoi trascorsi alla Popolare di Novara con il caro amico Massimo Faenza, quello del crac Italease.

10 - FREE MARCHETT BANCARIA/2
Si fa onore anche Affari&Sfiganza con questo alato ritratto del nuovo capo di Intesa, firmato da Andrea Greco: "Messina in campo. Il mediano nato nel vivaio interno alla sfida del piano industriale. Chi cerca le ragioni della sua promozione, può verificare che lui è stato l'artefice del maxi derivato che riparò la banca dal crollo del margine d'interesse e ‘cuoco' di una ricapitalizzazione da 5 miliardi senza affanno" (p. 4).

colinward@autistici.org

 

LETTA E ALFANO FESTEGGIANO IN SENATO saccomanni, alfano e lettaalfano e letta duo extra MUSSARI TREMONTI DRAGHI GUZZETTI jpegsilvio berlu occhiali LIBERTA E GIUSTIZIA GUSTAVO ZAGREBELSKY jpegRaffaele Fitto Matteo Renzi Matteo Renzi Nuccio Peluso AnnaMaria Cancellieri CANCELLIERI E PATRONI SRPSE F nagel piero MontaniCarlo-Messina-Intesa-Sanpaolo

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."