L’ARTE È A PEZZI? ALLORA VENDIAMOLA A PEZZI! - A LONDRA APRE UNA GALLERIA D’ARTE CHE VENDE OPERE IN PICCOLE QUOTE, PER CHI NON HA MOLTI SOLDI DA INVESTIRE

Caterina Soffici per il "Fatto quotidiano"

Democratizzare il mondo dell'arte almeno a parole. Nel cuore di Shoreditch, East End londinese, ha aperto una nuova galleria - prima e unica nel suo genere - che vende opere d'arte contemporanea a "pezzetti", per avvicinare i giovani e chi ha un budget modesto, a un mondo altrimenti inaccessibile. È stata lanciata la settimana scorsa "My Art Invest", dove si possono acquistare quote di opere di grandi nomi con pochi spiccioli. E c'è anche un Banksy originale, che in una galleria commerciale può arrivare a valere 140 mila sterline.

Il fondatore si chiama Tom-David Ba-stock, 25 anni, una vita tra quadri e mostre dietro una madre appassionata d'arte. Definisce la sua creatura una "galleria 2.0" , dove chiunque potrà entrare in possesso di una parte di un lavoro di importanti artisti di strada con un minimo di 5 sterline. Il visitatore può acquistare azioni in tempo reale tramite un iPad consegnato all'ingresso. E chi compra azioni per almeno un quarto del valore dell'opera potrà portarsela a casa e appenderla al muro per tre mesi. La galleria ospiterà una rotazione di 25-35 opere, molte di più si troveranno online.

Tra le opere attualmente in mostra la più importante è Heavy Weaponry di Bansky, un elefante che trasporta un missile sul groppone, graffito satira contro gli armamenti, che si può comprare con quote a partire da 120 sterline. Poi c'è una scritta sul muro di Shepard Fairey (44 euro a quota) e Il bacio di D*Face (55 sterline a quota). La quota più bassa per partecipare al mercato dell'arte 2.0 è di 5 sterline. Ma il valore delle quote non è fisso, varia con il mercato.

Più è costoso il pezzo, più azioni vengono emesse. Quindi chi vuole può vendere e comprare "azioni" in una sorta di stock market dell'arte, seguendo in galleria uno schermo che mostra i valori in tempo reale, come una piccola Wall Street. Secondo un rapporto della Fondazione europea Fine Art il mercato globale dell'arte ha mosso l'anno scorso 65,9 miliardi di dollari, con un incremento dell'8 per cento sull'anno precedente. Di questi almeno il 40 per cento passa per Londra.

Un furbo commerciante, questo Ba-stock, oppure un visionario benefattore dell'umanità? Chi lo sa. Sta di fatto che l'idea è geniale e innovativa e il ragazzo ha del sarcasmo, perché sfotte il mercato dell'arte su larga scala e ha trovato il modo di far parlare di sé. Lui spiega: "La prima cosa era democratizzare il mercato dell'arte.

A Londra ci sono gallerie dove si deve suonare il campanello per entrare e la gente ha paura anche di chiedere il prezzo. L'arte dovrebbe essere per tutti. Nella galleria abbiamo libri sul mercato dell'arte in modo che ognuno possa farsi un'idea. E nel seminterrato abbiamo messo divani: si può semplicemente entrare per leggere e per aprirsi la mente. Per me, è molto, molto, molto importante che ognuno possa mettere un piede nel mercato dell'arte".

Intanto nei giorni scorsi qualcun altro ha pensato di "democratizzare" Banksy. L'ultima opera dell'artista di strada Mobile lovers, due amanti che si abbracciano guardando lo smartphone, apparsa settimana scorsa su un muro di Bristol, è stata rimossa con un piede di porco e al suo posto è apparso un biglietto dove si legge: "Il nuovo lavoro di Bansky è al sicuro nel nostro Club per prevenire atti di vandalismo ed eventuali danni. Siete liberi di venirci a trovare per vederlo ma vi chiediamo una piccola donazione".

L'ha tolta il manager del Broad Plain Boys Club, un centro ricreativo per ragazzi che rischiava di chiudere per mancanza di soldi. Mobile lovers era stata rivendicata da Banksy lunedì scorso e il manager, Dennis Stinchcombe , è sicuro che l'artista l'abbia intenzionalmente fatta lì, a pochi passi dallo Youth Center, proprio perché i ragazzi potessero beneficiarne.

Ora hanno intenzione di venderla e pensano di ricavarne 120 mila sterline, che useranno per salvare il centro sociale, il più vecchio di Bristol e per il quale era già stato lanciato un appello due mesi fa. "Non possiamo provarlo, ma Banksy è cresciuto a Bristol e conosce bene questa zona, quindi è probabile che abbia scelto di realizzare qui la sua opera per aiutarci. Credo che abbia voluto regalarcelo".
Più democratici di così si muore. In barba ai mercanti e alle quotazioni.

 

 

TOM DAVID BASTOCK BANKSY heavy weaponry MY ART INVEST

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