claudio lotito

“BE'? EMBE'? NON È CHE DEBBO VIVERE DI POLITICA IO FACCIO N'ARTRO MESTIERE” – LOTITO MASTICA AMARO DOPO CHE IL SUO RICORSO PER UN SEGGIO AL SENATO È TORNATO IN GIUNTA GRAZIE UN ORDINE DEL GIORNO DI LEU, VOTATO A SCRUTINIO SEGRETO PROBABILMENTE ANCHE DA UN PEZZO DI CENTRODESTRA - CECCARELLI: "UNA PICCOLA APOCALISSE. GLI INTERESSI PIÙ INCONFESSATI E LA MAGGIORANZA PIÙ BISLACCA TENGONO FUORI LOTITO DAL PALAZZO. PUÒ SEMBRARE IL SOGGETTO DI UN FILM, E INVECE LO È"

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

claudio lotito foto di bacco (3)

«Be'?... Embe'?... Allora, te dico 'na cosa». Sono le due del pomeriggio. Qualche ora prima, l'Aula di Palazzo Madama ha ricacciato all'indietro la pretesa di Claudio Lotito di uno scranno in Senato, riportando nella Giunta per le elezioni un ricorso su cui il presidente della Lazio ha finito per fare a braccio di ferro nientemeno che con la matematica, convinto com' è che il complicatissimo computo dei consensi nei collegi plurinominali delle elezioni del 2018 dovesse premiare lui e non il senatore Vincenzo Carbone, eletto in Forza Italia ma nel frattempo passato a Italia Viva.

 

claudio lotito foto di bacco (2)

Al telefono, Lotito sembra morso a distanza dalla tarantola del voto segreto, che tante vittime ha mietuto nel corso della storia repubblicana; mescola in sequenza «be'?» ed «embe'?»; quindi, alla fine, pesca a piene mani da quel po' di politichese che ha in corpo e spara due siluri perché le suocere e nuore di Palazzo Madama intendano. «Te dico 'na cosa. Io non smetterò di credere sempre nella giustizia.

 

Secondo, io non è che debbo vivere di politica Io faccio n'artro mestiere». Il clic successivo è l'inequivocabile spia che il limite di Lotito - per dirla con Totò - ha velocemente superato la sua pazienza. Conversazione chiusa, telefono in faccia. La battaglia di Lotito per vedersi riconosciuto il seggio in Senato - che pure sembrava a un passo dal concretizzarsi, persino a dispetto di un esito elettorale definito a suo sfavore - svanisce come svanivano sistematicamente i sogni di Itaca di Ulisse nell'Odissea, e cioè a un passo dal traguardo.

andrea agnelli e claudio lotito foto mezzelani gmt 160

 

Anche se poi, nel poema di Omero, c'era quell'happy end che al presidente della Lazio sarà negato. Il suo ricorso torna in giunta grazie un ordine del giorno di Leu, votato a scrutinio segreto probabilmente anche da un pezzo di centrodestra. E dire che Berlusconi, nel 2018, l'aveva abbracciato con un certo favore.

 

claudio lotito foto di bacco (1)

«Claudio mi ha parlato della sua voglia di fare qualcosa per l'Italia», aveva spiegato il Cavaliere, pronto ad accogliere nelle proprie liste il tuttofare Lotito, che nel corso della sua epopea ha autocertificato doti di comando («Ho un dono, sono un leader!», 2018), attitudini alla buona amministrazione («Dieci come me al governo e si risolvono i problemi», 2008), conoscenze giuste («Con Andreotti scompare un grande statista, lo conoscevo personalmente», 2013), indomito coraggio («L'avemo ammazzati!», 2014, nel giorno dell'elezione di Tavecchio alla presidenza della Federcalcio), approccio multidisciplinare («Siccome penso di capire qualcosa di medicina, dategli acqua e zucchero e mandatelo in campo pure con le stampelle», riferito al portiere della Salernitana Alessandro Micai, 2019), fiuto politico («Stimo la Raggi, è cresciuta», intervista al Foglio , 2021).

lazio juve immobile lotito

 

Il suo ricorso esce dal perimetro dell'Aula di Palazzo Madama, le ore e i giorni della legislatura passano, lo scranno del Senato per Lotito rimane un miraggio. Come osservato da un binocolo messo al contrario, è lì a un passo. Lontano, irraggiungibile ma sotto gli occhi di tutti, come il castello di carte crollato al termine dell'ennesimo numero andato a male di un prestigiatore stanco. Anche se mai domo, forse.

 

2 - IL SEGGIO FANTASMA DEL PATRON LAZIALE CINEPANETTONE NEL PALAZZO DECADENTE

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

claudio lotito

Ci si sente in colpa a utilizzare qui appresso una di quelle espressioni che di norma si pronunciano per ben altri argomenti, ma la mezza soluzione provvisoria e tuttavia definitiva adottata ieri dal Senato sul caso Lotito conferma la fine di ogni parvenza di verità e di giustizia nelle aule parlamentari.

 

E per quanto in nome della leggerezza si possano invocare le più alte e basse pezze d'appoggio del grande spettacolo, da Pirandello ai cinepanettoni, il voto di ieri dà la misura di una piccola apocalisse, nel senso che solleva il velo su una serie di magagne, tutte italiane, tutte nostre, che combinate in tragicomica sequenza trascendono il destino di Lotito e dei suoi quattro telefonini accesi in simultanea; e sotto il segno dell'insignificanza, autorizzano indignazione, sconforto, incredulità, sghignazzi, indifferenza, così è se vi pare, e li mortè, ma chi t' ha fatto fà.

sarri lotito

 

A volerla prendere da lontano era già sospettosetto il motivo per cui il patron della Lazio e di altre squadre volesse a tutti i costi entrare nel Palazzo della Norma e della Rappresentanza. Ma in libere elezioni ciascuno può partecipare, figurarsi un signore che incarna come pochissimi altri l'abnorme peso del calcio, del tifo, insomma dei circenses nella vita collettiva. Prima piaga, comunque.

 

Sennonché, Lotito non è solo un padrone di squadre, è un personaggione, un vero eroe e quindi un anti-eroe di questo tempo, un prodotto della cultura di massa, un uomo anche irresistibilmente simpatico, un modello di spavalderia regionale e nazionale, tra Alitalia e multe non pagate, voli di aquile e ultrà poco raccomandabili, un vero e proprio vulcano in attività, che pure si addormenta con la bocca aperta davanti ai fotografi, ma che quando i selvaggi irrompono a Capitol Hill, dopo pochi minuti su Instagram Lotito, Lotirchio, Lotutto, è photoshoppato con cappottone, sciarpone e faccione giuggiolone accanto allo sciamano di Trump.

gravina lotito

 

Per cui si presenta alle elezioni. In questi casi di solito o si è eletti o si è trombati. Ma lui no, «io sono come un flipper - ha scolpito una volta con rara efficacia - appena spunta il mio nome si accendono gli Speciali». Così, lui rimane in sospensione fra i gas mefitici del Rosatellum bis, prigioniero dei rimbalzi proporzionalistici dei listini plurinominali tra Salerno e Benevento, Gigino la "Purpetta" di Forza Italia e la signora Mastella, indomito a combattere contro conteggi, quozienti, resti scomputati e altre caotiche diavolerie che solo una mezza dozzina di esperti, in tutta Italia, riescono forse a padroneggiare.

 

lotito

Ed è la seconda piaga: che in Parlamento non sanno proprio più fare le leggi, in particolare quelle elettorali, quelle stesse su cui l'odierno ceto politico perde tesori di furbizie, premure, tempo; e che si rivoltano contro i loro pecionissimi creatori. Forse è un incantesimo. C'è anche una maga nella vita di Lotito, laureata ed esperta di macumbe calcistiche, per giunta presentatagli da un prete, a sua volta esorcista. In realtà, per riavere il suo scranno, si rivolge a illustri costituzionalisti, ex ministri della Giustizia, un presidente emerito della Consulta (che non lavorano gratis).

 

lotito

Le loro ragioni convincono i senatores della Giunta. Il guaio è che ieri la Mala Belua del Senato ha svelato la terza piaga, che è la politica, ridottasi a torvo miscuglio di trasformismo e degrado istituzionale. Per capirsi: nella vicenda del povero Lotito tutti hanno cambiato partito, che fa quasi rima. Gli interessi più inconfessati e la maggioranza più bislacca lo tengono fuori da un Palazzo che non conosce più né verità né giustizia. Può sembrare il soggetto di un film, e invece lo è.

LotitoLOTITO E GALLIANIclaudio lotito foto mezzelani gmt037lotitolotitoclaudio lotito foto mezzelani gmt026

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO