luca lotti palamara

''SENZA DI NOI ZINGARETTI NON VA DA NESSUNA PARTE''. LE INTERCETTAZIONI DI LOTTI CON PALAMARA NON SONO INTERESSANTI PER LE QUESTIONI POLITICHE (I RENZIANI ODIANO ZINGARETTI, SAI CHE NOVITÀ), MA PER QUELLO CHE SVELA SUGLI AFFARI DI LOTTI, CHE DICE AL PM E COSIMO FERRI CHE SI È MESSO A FARE I SOLDI COI DIRITTI DEL CALCIO. LUI CHE ERA MINISTRO DELLO SPORT: ''DOMATTINA PARTO ALLE SEI PER LONDRA. CHIUDO L'ACCORDO DELLA PREMIER LEAGUE. DUECENTOMILA STERLINE E VE LO METTO IN CULO A TUTTI''. LORO PENSANO SIA INFRONT DEL SUO AMICO DE SIERVO, INVECE…

 

Carlo Bonini per ''la Repubblica''

 

 

LUCA PALAMARA

Ancora tre giorni fa, con un comunicato che liquidava le mosse di Luca Lotti, documentate dallo stillicidio di intercettazioni dell' inchiesta di Perugia, come quelle di un millantatore, la segreteria del Pd faceva sapere come «nel partito non sia mai stato fatto il nome di Luca Palamara per la nomina a Garante per la Privacy» e di come il segretario, Nicola Zingaretti, non avesse «assunto alcun impegno in tal senso con Luca Lotti». E tuttavia, per comprendere le ragioni dell' imbarazzo con cui la segreteria del Pd ha maneggiato e continua a maneggiare la faccenda, conviene reimmergersi nel mare magnum delle conversazioni intercettate. E isolarne una.

 

Quella del 28 maggio scorso. Quando Luca Lotti, dopo averlo fatto una prima volta, nella notte tra l' 8 e il 9 maggio con Palamara (ne ha scritto il quotidiano "La Verità" il 29 giugno), torna a posare e a parlare da cartaro di una partita di cui si sente il padrone. In cui la figura di Zingaretti è tratteggiata come quella di un Re travicello e senza spada e quella del vicesegretario Andrea Orlando, come «uno che non ha capito un cazzo» e a cui tutto può essere fatto passare sotto il naso.

 

Comprese le partite per il nuovo procuratore di Roma e per il nuovo Garante della Privacy cui Palamara aveva avanzato la sua candidatura nello stesso momento in cui stava costruendo la sua nomina per procuratore aggiunto. Per non dire, di una curiosa confidenza dello stesso Lotti. È pronto - dice - a mollare la politica e mettersi a fare quattrini con il calcio. Con i diritti della Premier League. Vediamo.

luca palamara

 

 

L' ironia sul Trojan

"Zingaretti dove va senza di noi?" Sono le 22 e 28 minuti del 28 maggio. Palamara, Ferri e Lotti hanno finito di cenare. E tornano a discutere di un argomento che a Palamara sta a cuore. L' altra partita che si sta giocando contemporaneamente a quella di procuratore aggiunto a Roma.

 

Quella per la nomina a Garante per la Privacy. Smadonna, ironia del destino, sullo spyware che, da candidato in pectore anche alla Privacy, qualcuno gli ha detto avrebbe nel telefono ma che lui in fondo non pensa di avere - «Sto' cazzo de' Trojan» - e commenta le notizie di stampa che, proprio quella mattina, lo danno in corsa per l' Autority. Ferri chiede a Lotti cosa gli abbia detto "lui" della candidatura di Palamara. Non è dato sapere chi sia questo "lui", ma ne parlano come di chi può avere un qualche peso (probabilmente Andrea Orlando, come vedremo).

cosimo ferri 2

 

Dice Lotti: «Mi ha detto parliamone. Giovedì mi ha chiesto di andare a pranzo». Ferri osserva: «La nomina la farebbe la Camera». E Lotti: «In Parlamento, senza di noi di base riformista Zingaretti che cazzo nomina? ». Palamara si inserisce: «Io ho pure sbagliato domanda».

 

 «L' hai fatta alla Camera, però, dove noi siamo più forti. E Zingaretti, senza il nostro ». Palamara torna a evocare il fantasma del "Trojan": «Quando scoprirai che 'sta roba del Trojan è una cazzata, giurami che». Ferri lo interrompe: «Sputo in faccia..». E Palamara: «Sputi in faccia a quelli che te l' hanno Me lo devi promettere, ok?». Lotti richiama i due a considerazioni più serie. Alla nomina del nuovo procuratore di Roma. «Ma voi vi rendete conto di quanto sia importante 'sta partita di Roma?». Palamara ride: «No». Ferri si giustifica: «Macché la sottovalutiamo. Che dobbiamo fare?».

LUCA LOTTI

 

Lotti ne è ossessionato e chiede assicurazioni su quanto tempo, una volta nominato, Marcello Viola possa restare procuratore capo prima di raggiungere il limite di età. Perché - ne è convinto - per fare quel che i tre danno a intendere di sapere e tuttavia non nominano c' è bisogno di tempo.

 

Le sterline della Premier

Poco prima delle 22.40, Palamara e Ferri propongono di spostarsi dal ristorante a casa di Paola Balducci (ex consigliere del Csm), le cui serate, tuttavia, vengono evidentemente vissute come un supplizio. «Voi siete fuori di testa», abbozza Lotti.

 

LUCA LOTTI MATTEO RENZI

 «Ma dai, che cazzo ti frega. Ti metti lì», insiste Palamara. «Magari mette lei alla Privacy», scherza Ferri. Lotti non ne vuol sapere: «No. Mi fumo un sigaro, perché domattina parto alle sei per Londra. Chiudo l' accordo della Premier League (i diritti televisivi ndr.)». «Come?», chiede sorpreso Palamara. Lotti annuisce: «Duecentomila sterline e ve lo metto in culo a tutti». Ferri non sta nella pelle: «Veniamo a lavorare tutti a Infront».

«No - lo corregge Lotti - Vado per conto di chi li trasmette i diritti».

«Vengo pure io», dice Palamara. Lotti li prende in giro: «Vi lascio con Orlando e Zingaretti. Se volete vi lascio il mio collegio (elettorale, ndr ) ».

 

orlando zingaretti

"Orlando parla con Nicola"

Ferri coglie la battuta per ritornare sulla nomina a Garante della Privacy di Palamara. «Orlando però ti vuole », gli dice. Palamara è convinto del contrario: «Orlando non mi vuole neanche se lo vedo». Lotti lo rassicura: «Orlando? Tanto non ha capito un cazzo. Ci ho parlato oggi. Dicendogli: "Ma hai sentito delle nomine alle Autority? Perché tu hai tutte le tue idee, bravo, ma io ci ho il lupo e tu no". Insomma, giovedì parla con Nicola». Palamara sospira: «Ehhh».

 

Ferri traccia la strada: Palamara correrà contemporaneamente per procuratore aggiunto a Roma e Garante della Privacy. Palamara concorda: «Ma sì, se poi il Garante si decide a settembre io ci vado già da procuratore aggiunto».

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...