emmanuel macron giorgia meloni

LA STRATEGIA DI MACRON CON LA MELONI: BASTONE E CAROTA – AL VERTICE DEL CONSIGLIO D'EUROPA A REYKJAVIK, IL PRESIDENTE FRANCESE TENDE UNA MANO A ROMA SUI MIGRANTI: “COME PAESE DI PRIMO ARRIVO, L'ITALIA SI TROVA A FRONTEGGIARE UNA FORTISSIMA PRESSIONE E NON PUÒ ESSERE LASCIATA SOLA”. UN'APERTURA ARRIVATA DOPO GLI SCHIAFFONI RIFILATI DAI SUOI FEDELISSIMI (VEDI IL MINISTRO DELL'INTERNO DARMANIN) – MA IERI TRA IL TOY BOY DELL'ELISEO E LA DUCETTA NON C'È STATO ALCUN FACCIA A FACCIA…

Estratto dell'articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

 

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

Il disgelo arriva tra i ghiacci dell'Islanda. Arrivano a Reykjavik a dieci minuti di distanza, spinti da diversi sentimenti. Giorgia Meloni si mostra fredda, quasi indifferente, «quelle francesi sono questioni interne che non mi interessano», Emmanuel Macron è invece aperto: «l'Italia va aiutata, con Meloni ci vedremo di certo». Poi si salutano, «cordialmente», fa sapere la premier, che ha apprezzato le aperture di Parigi, ponendo le basi per l'ennesimo chiarimento.

 

emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola

La nuova puntata della relazione inquieta tra Italia e Francia va in scena in Islanda, all'inizio del vertice del Consiglio d'Europa, che ha unito intorno a un tavolo i leader del continente per fare i conti dei danni dell'aggressione russa all'Ucraina.

 

Dopo che a più riprese i suoi fedelissimi avevano attaccato il governo italiano, («incapace di gestire l'immigrazione», ha detto il ministro dell'Interno Gerald Darmanin, ultimo di una serie di accuse da parte del partito del presidente), Macron si è presentato nella capitale islandese con un messaggio di pace, consegnato al Tg3: «Spero di poter cooperare con il vostro governo, perché non sottovaluto che il popolo italiano, come Paese di primo arrivo, si trova a fronteggiare una fortissima pressione e non può essere lasciato solo».

 

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GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON

 

Poco prima, in un capannello con i giornalisti francesi, il presidente era stato più cauto: «La mia filosofia è di collaborare con tutti i membri dell'Unione europea», preferendo dilungarsi sulla condanna per l'aggressione del nipote di sua moglie Brigitte, da parte di alcuni manifestanti contro la riforma delle pensioni, «inaccettabile e inqualificabile».

 

Per il momento tra Meloni e Macron c'è stato solo un saluto, «in un clima di grande cordialità», dicono fonti di Palazzo Chigi, la premier ha apprezzato le aperture del collega e per il momento va bene così. Per un bilaterale vero e proprio non c'è tempo, ma l'auspicio dell'Eliseo, già espresso la scorsa settimana, è che si possa svolgere quanto prima. L'occasione più adatta potrebbe essere al G7 di Hiroshima del prossimo fine settimana.

 

EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI

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Il presidente francese mostra una ricetta generica, non distante nella sostanza da quella di Meloni: «Dobbiamo accogliere chi arriva dalla guerra e dobbiamo lottare contro il traffico di essere umani». Macron entra poi nella sala e prende posto lontano dalla premier italiana (l'ordine è alfabetico per Paese). La linea di Meloni non cambia: tra i due governi non c'è nessuna polemica e gli attacchi ricevuti dal suo esecutivo si spiegano con una logica di politica interna, puramente elettorale, per contrastare il Rassemblent National di Marine Le Pen.

 

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GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON MEME

Dopo la cena con i leader, con la luce del giorno ancora vivida, Meloni risale sull'aereo, in direzione Giappone. Un viaggio lungo (anche per evitare di sorvolare la Russia) con uno scalo tecnico ad Anchorage, in Alaska. Al ritorno poi, nella notte tra domenica e lunedì, la premier affronterà la rotta inversa, con uno scalo ad Astana, in Kazakistan, luogo strategico per le reti energetiche. Per Palazzo Chigi si tratta di «un giro del mondo in sei giorni».

emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola ULTIMO TANGO A PARIGI - MACRON E MELONI BY CARLI

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