MARCIO SU ROMA – LE MANI DI CARMINATI (“SONO UN POLIPO”) SU UNA GARA DELLA REGIONE PER IL CENTRO UNICO DI PRENOTAZIONE DELLE VISITE MEDICHE – I CARABINIERI INDAGANO SULLE MAZZETTE PAGATE

Ilaria Sacchettoni e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

Ci sono altri appalti pubblici assegnati all’organizzazione guidata da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Uno riguarda il Cup, il centro unico di prenotazione per le visite mediche da 14 milioni di euro. 
 

MASSIMO CARMINATI DA GIOVANEMASSIMO CARMINATI DA GIOVANE

La scorsa settimana la Regione Lazio ha deciso di sospenderlo, ma nuovi accertamenti sono in corso per verificare chi lo abbia «pilotato». Anche perché è lo stesso imprenditore, dominus della cooperativa «29 giugno», ad elencare in diverse conversazioni le «mazzette» pagate per ottenere i lavori.

 

Dazioni a politici e funzionari pubblici che i magistrati stanno identificando grazie all’esame di agende e libri contabili della segretaria Nadia Cerrito e del responsabile amministrativo Paolo Di Ninno. Sono proprio i colloqui intercettati a svelare che parte della documentazione relativa ai pagamenti «in nero» potrebbe essere stata buttata «perché è troppo pericolosa». 
 

«Alla cicciona 2,5»
Il primo agosto scorso c’è una riunione alla cooperativa, partecipano Carminati, Buzzi, Cerrito e Di Ninno. Annotano i carabinieri del Ros: «Discutono ancora una volta della suddivisione dei compensi e l’elargizione degli ‘‘stipendi’’ da consegnare ai pubblici ufficiali. Una è indicata come ‘‘la cicciona’’: ‘‘me servono due e cinque per la cicciona’’». Un altro è il presidente della Giunta del Campidoglio Mirko Coratti: ‘‘Mille e cinque per Coratti’’».

 

Versamenti fissi che la segretaria annotava nel quaderno che Buzzi le aveva ordinato di portare sempre con sé. Sono decine e decine, moltissimi riguardano il 2014. I beneficiari sono indicati soltanto con l’iniziale, ma incrociando le indicazioni contenute nei bilanci occulti con i colloqui intercettati, gli investigatori sarebbero già riusciti a individuare alcuni nomi. 
 

MASSIMO CARMINATI MASSIMO CARMINATI

L’appalto alla Regione
Uno degli affari più consistenti viene chiuso due mesi prima che scattino gli arresti. Il 3 settembre Buzzi parla al telefono con uno dei suoi collaboratori, Claudio Cardarelli, «gli dice che sta in prefettura e lo invita ad aspettarlo perché sta rientrando». Poco dopo le microspie captano il colloquio di Cerrito e Cardarelli «che iniziano a fare i conteggi». 
Cardarelli : quelli so’ 5 (cinquemila euro) 
Cerrito : a lui gli servono per giovedì, cinque... a Cla’ ma l’avemo vinto quel discorso de Formula Sociale per... dei Cup, dei Recup che era? 
Cardarelli : stiamo, c’è va a pranzo oggi 
Cerrito : ma è buono come appalto Cla’ 
Cardarelli : 14 milioni 
Cerrito : un botto! 
 

salvatore buzzi con il quarto stato alle spallesalvatore buzzi con il quarto stato alle spalle

Le verifiche riguardano i contatti di Buzzi relativi proprio a questa gara, l’accenno al pranzo con qualcuno che avrebbe favorito la sua cooperativa fino a farla vincere. E soprattutto le dazioni di quel periodo proprio per scoprire chi si sarebbe fatto corrompere. 
 

Il patto con Alemanno
Il 22 novembre 2013 Buzzi dice a Carminati che per il campo nomadi di Castel Romano «ho cacciato cinquecento veri». 
Ma è la conversazione intercettata l’11 aprile scorso a interessare gli investigatori perché, annota il Ros, «chiarisce il sistema di pagamenti tra Roma Capitale e le Cooperative assegnatarie dei lavori». In quell’occasione Buzzi ribadiva a Caldarelli che il suo ruolo era di presentare presso i competenti uffici amministrativi comunali la documentazione contabile per ottenere il pagamento dei canoni di locazione dei campi nomadi di proprietà o gestiti dalle cooperative riconducibili allo stesso gruppo.

 

Nicola Zingaretti Nicola Zingaretti

La conversazione consentiva pertanto di evidenziare elementi di estremo interesse in ordine alla nuova esigenza nomadi del 2010 ed alla conseguente offerta di Buzzi all’allora Sindaco Gianni Alemanno di ampliare il campo di Castel Romano in cambio di un affidamento minimo di 24 mesi per rientrare dell’investimento: «Ci possiamo allargarci noi su questa parte del campo e ne facciamo un altro in cambio se tu me dai l’affidamento a 24 mesi». Ma anche alle garanzie date a Buzzi su una certa redditività dell’investimento sostenuto o comunque un rientro dello stesso attraverso una maggiorazione delle effettive presenze dei nomadi: «“Per raggiungere la cifra che noi avevamo pattuito con Alemanno deve mette 300 persone presenti... noi paghiamo... ti paghiamo 300 persone in realtà sono 150”». 
 

rom al campo nomadi foto GMT rom al campo nomadi foto GMT

«I nostri amici»
Nel luglio scorso Buzzi si preoccupa perché il sindaco Ignazio Marino vuole cambiare i vertici di Ama, l’azienda municipalizzata che si occupa di rifiuti. Dice Buzzi a un’amica: «Sto matto de sindaco ha convocato una giunta straordinaria per far fuori Fiscon e mettece Pucci. Quindi levava una brava persona e ce metteva un ladro... perché Pucci dice è un ladro rubava per il partito... ma tanta roba gli è rimasta attaccata quindi non rubava per il partito... allora abbiamo avvisato i nostri amici... i capigruppo e si è alzato un po’ de sbarramento... poi ha lavorato pure Passarelli con Sel. Io poi ho smessaggiato a Fiscon alla fine è finita bene avemo mandato il messaggio Marino 0 Fiscon 2». 

ama romaama roma


Massimo Carminati è soddisfatto, intravede nuovi appalti all’orizzonte: «Cioè io diciamo sono come un polipo che sta attaccato qua... si sta ingrandendo perché c’ho fiducia...» 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?