donald trump barack obama

AMERICA FATTA A MAGLIE - CON TRUMP L'ECONOMIA S'INGRIFA: L'INDICE DI FIDUCIA E OTTIMISMO DELLE PICCOLE IMPRESE È CRESCIUTO AI LIVELLI DEGLI ANNI '80, MENTRE LE GRANDI IMPRESE, DA FIAT-CHRYSLER ALLA CINESE ALIBABA, BACIANO LA PANTOFOLA - STASERA IL DISCORSO DI ADDIO DI OBAMA, NON SI PLACA L'OPPOSIZIONE CIECA DEI DEMOCRATICI: PIÙ PER FARE CONTENTA LA LORO BASE CHE PER REALE POSSIBILITÀ DI INTERFERIRE CON LA TRANSIZIONE

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

MARCHIONNEMARCHIONNE

Meno 10. Saranno dieci giorni vivaci quelli che mancano al giorno dell'insediamento del 45esimo presidente degli Stati Uniti, Donald J Trump. Le notizie sul fronte economico sono ottime, e non solo perché si affrettano a decretare investimenti negli Stati Uniti invertendo i processi di delocalizzazione le grandi aziende automobilistiche come Ford, General Motors e Fiat Chrysler, non solo perché importanti manager e miliardari corrono a baciare la pantofola del presidente eletto, vedi Marchionne nostrano sempre governativo, subito convertito da grande fan di Obama ad estimatore fiducioso del nuovo presidente;

 

donald trump con rupert murdoch e jerry halldonald trump con rupert murdoch e jerry hall

vedi Carlos Slim, il miliardario messicano, già uomo più ricco del mondo ora quarto, che possiede il 15% delle azioni del New York Times e durante la campagna elettorale ha soffiato sull’odio verso il tycoon, ma ora medita addirittura di presentarsi alle presidenziali del Messico, e proprio in Trump style;

 

ma anche il più misterioso di tutti il cinese Jack Ma, fondatore di Alibaba, che dopo un lungo incontro con Trump ha annunciato il progetto per un milione di posti di lavoro in 5 anni, puntando sul sostegno a piccole imprese e sul commercio tra America di  Midwest e sud est asiatico di frutta e vino.

 

Non solo le grandi industrie decidono che è molto meglio tornare a investire in US, e non è tanto il dazio del 35% minacciato a spaventarli quanto la promessa di tasse al 18% a incoraggiarli a rientrare; ma si rianimano anche le piccole e medie imprese.

jack ma 2jack ma 2

 

 Scrive Bloomberg, mai stato tenero col presidente eletto, che l'indice di fiducia e ottimismo delle piccole imprese è cresciuto a livelli che non si vedevano dagli anni 80, e la Fondazione Nazionale di Business Indipendente ha rivelato che il suo indice è salito da 74 punti del mese scorso a 105,8 ovvero il livello più alto dalla fine del 2004 quando tocco’ il 98,4%  il più alto dal 1980 subito dopo un’ elezione presidenziale.

 

 Trump sta concludendo, così bisogna dire abbastanza trionfalmente, un periodo di transizione pubblica come non era mai accaduto, nella quale all'attivismo di uscita dalla Casa Bianca di Barack Obama si è contrapposto un attivismo di entrata del nuovo presidente, che ha praticamente cominciato a governare, ad annunciare e dimostrare quello che fara’ i primi 100 giorni anticipandolo, soprattutto a gestire la cosa pubblica col metodo del presidente d'azienda.

CARLOS SLIM CARLOS SLIM

 

Questa sera Barack Obama tiene a Chicago il discorso di addio che in qualche modo, in assenza di leader importanti del Partito Democratico e in inesistenza di Hillary Clinton, fara’ da viatico per i prossimi mesi. Sarà un discorso di moderazione? Non è probabile viste le iniziative radicali di Obama, e anche visto il clima generale, che è pesante.

 

I democratici non sembrano imparare la lezione e si ostinano a concepire la nuova condizione di oppositori tutta concentrata su Washington, ovvero sull' ostruzionismo al Congresso delle nomine, su Hollywood, la ridotta più liberal del Paese, e sui media disponibili a proseguire con lo stile tenuto nella campagna elettorale.

 

Jeff SessionsJeff Sessions

Però l'ostruzionismo non ha sponda, perché fino a che il gruppo repubblicano è coeso possibilità di strappargli la maggioranza non ce n'è, e allora che cosa serve questo metodo? Serve a placare la rabbia di quelli che non si sono rassegnati, non certo a riprendersi voti perduti. Prendiamo l'esempio delle audizioni iniziate ieri per la conferma del senatore Jeff Sessions come attorney general, l'equivalente del nostro ministro della Giustizia e uno degli incarichi più importanti del governo.

 

Lindsey Graham Lindsey Graham

Sessions sarà confermato perché anche i senatori repubblicani non trumpiani come Suzanne Collins e Lindsay Graham sono con lui e lo è anche il senatore Flake dell'Arizona. Eppure con una mossa che non ha precedenti nella storia del Senato americano un altro senatore democratico, Cory Booker, testimonierà contro di lui accusandolo di razzismo per aver, cosa che lui nega, chiamato boy un pubblico ministero nero, e per aver pronunciato, cosa che lui dice essere stata una battuta, la seguente frase “mi sono sempre piaciuti quelli del Ku Klux klan fino a che non ho saputo che fumano marijuana'’.

 

Le accuse risalgono a 30 anni fa e più, Sessions  è considerato anche dagli avversari un avvocato e un procuratore distrettuale poi senatore di onestà cristallina e di grande capacità politica; certo è un conservatore, ed è stato il primo nel gennaio scorso a riconoscere le capacità di Donald Trump e le sue opportunità contro l'intero partito repubblicano. Si può credere di fare battaglia politica in questo modo?

 

obama e hillaryobama e hillary

Barack Obama terrà tra poche ore un discorso molto polemico, ma, scrivono tra il serio e il faceto New York Post, Wall Street Journal e il grande Daily Mail, come volete che possa fare meglio della intemerata durata 6 minuti a voce roca e a tratti tremante, messa in scena da Meryl Streep la sera in cui le è stato consegnato il Globe alla carriera? Davvero la sua peggiore interpretazione, dicono, anche se i giornali italiani, capitanati dal Foglio, devono aver visto un'altra serata o meglio hanno visto solo la risposta di Donald Trump via tweet e hanno criticato, traducendola a capocchia, quella, a proposito di fake news.

la streep ai golden globesla streep ai golden globes

 

Bene, la notizia è un'altra ed è che a Hollywood pensano quelli che contano che il Golden Globe non è stato abbastanza ricco di critiche e insulti a Donald Trump e che soprattutto Jimmy Fallon, il conduttore, è stato troppo morbido. Lo scrive a nome della comunità il critico Dominic Patten che lamenta che Fallon si sia tenuto troppo lontano dal terreno politico. Il che comporta come conseguenza che il conduttore dell'imminente cerimonia degli Oscar, Jimmy Kimmel, si sentirà tenuto ad andarci giù pesante e la cerimonia perderà ancora milioni di spettatori.

JIMMY FALLON SCOMPIGLIA I CAPELLI DI DONALD TRUMPJIMMY FALLON SCOMPIGLIA I CAPELLI DI DONALD TRUMP

 

Tenete presente che una delle battute chiave di Fallon domenica sera è stata che i Golden Globe sono uno dei pochi eventi nei quali il voto popolare conta ancora qualcosa. Evidentemente la Costituzione che stabilisce che conti il voto elettorale, anche per evitare che si decida tutto in California, non piace nel ghetto d'oro di Hollywood. Gliene importa qualcosa a Donald Trump? Durerà ancora a lungo questo atteggiamento? Molto dipenderà dal Partito Democratico, quanto a Donald Trump, non sembra preoccupato.

 

Jimmy Kimmel comico e presentatore tv Jimmy Kimmel comico e presentatore tv

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)