trump clinton

PRIMARIE FATTE A MAGLIE - MENTRE TRUMP PUNTA UN NUMERONE DI DELEGATI ALLA CONVENTION E PIEGA IL PARTITO, HILLARY GIRA COME UNA TROTTOLA IN CALIFORNIA PER TAMPONARE IL SUCCESSO DI SANDERS - TRUMP DIVENTA COMANDANTE MILITARE DAVANTI AI BIKERS CHE SOGNANO DI INVESTIRE HILLARY

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

trump con i motociclisti veterani a washingtontrump con i motociclisti veterani a washington

 

Adattatevi a Trump o perirete, manda a dire senza troppe perifrasi il potente senatore dell'Alabama, Jefferson Beauregard Sessions III . Mentre gli irriducibili avversari giocano a scrivere ogni giorno in giro per il mondo lo stesso articolo che lo paragona quando va bene all'ungherese Orban o al filippino Duterte, quando si addentrano di più sul precedente storico a Hitler e a Mussolini, Donald Trump si gode una buona settimana da già nominato e già in campagna per novembre, e si concede pure il lusso di indossare l'elmetto.

 

trump con i  motociclisti veterani a washingtontrump con i motociclisti veterani a washington

Chiamatelo comandante Trump, se ci credete. La California e gli altri quattro Stati rimasti gli daranno il 7 giugno un numerone per la convention, intorno ai 1500, forse di più; i boss del partito repubblicano negli Stati lo appoggiano e invitano gli altri big, Paul Ryan in testa, a schierarsi nettamente o finiranno travolti dal fenomeno Trump, la dimostrazione definitiva l'hanno data i delegati unbound, nominati dal partito, del Nord Dakota, accodandosi e consentendogli di raggiungere anzitempo il fatidico numero 1237, anzi 1239; il Partito libertarian che ora sembra l'ultima moda può darsi che raccatti qualcosa di più dell'ultima volta, quando raggiunse addirittura l'1 per cento, ma non c'è ragione di impensierirsi;

 

trump con i   motociclisti veterani a washingtontrump con i motociclisti veterani a washington

Hillary Clinton e il suo staff sembrano aver scelto per contrastarlo il metodo conosciuto come Romney, sperimentato nel 2012 da Obama per l'allora avversario, cioè diranno che Trump è troppo ricco per raggiungere l'americano che guadagna meno di 50mila dollari l'anno, ma è un nonsense visto che di quella categoria è fatto il cuore dell'elettorato arrabbiato che segue Trump, e visto che i Clinton sono una vera macchina mangia soldi, non guadagnati con l'impresa ma con la politica.

 

Non basta, Hillary Clinton gira come una trottola per le sette chiese della California perché deve stravincere se vuole mettere nell'angolo quel rompiscatole di Bernie Sanders. I tre, a dire il vero, girano come trottole tutti, e tengono botta, altro che rottamazione, visto che hanno quasi 69 lei, 70 Trump e 74 anni Sanders.

hillary e bill clinton  a chappaqua ny per il memorial dayhillary e bill clinton a chappaqua ny per il memorial day

 

Tranquillo come appare, Trump si è concesso anche un bel rally con i motociclisti, quelli alla Easy Rider, in raduno Rolling Thunder a Washington per la ricorrenza del Memorial Day, il giorno del ricordo dei caduti. Una si aspetta che siano dei ragazzi invecchiati di sinistra, invece vanno in giro con il button “Hillary for prison 2016”, e sono già 46mila i “bikers for Trump”, gruppo sorto su Facebook alla faccia di Zuckerberg. Harley Davidson e ceffi duri si sono visti in crescita ai comizi di Trump, e domenica lui ha spiegato l'arcano: loro lo proteggono, lui è andato a ringraziarli.

 

L'inizio è stato in puro stile trumpiano: mi aspettavo una folla più numerosa, come nel 1963 per Martin Luther King, perché noi faremo di nuovo grande l'America. Molti i veterani tra la folla, commentavano con ovazioni il copione collaudato di Donald Trump: riscrivere gli accordi commerciali degli Usa con il resto del mondo, fermare l'immigrazione illegale, abbassare le tasse alle imprese e ai redditi più bassi.

 

Ma ha anche dichiarato l'impegno a costruire forze armate più potenti, che è un tema nuovo della retorica del candidato, a lungo accusato di isolazionismo, di volersi ritirare dai teatri di guerra; e, corda sensibile dei convenuti, ha promesso di migliorare l'assistenza sanitaria per i reduci, che ce l'hanno a morte per questo con Obama, e che lui ha infiammato dicendo che gli immigrati clandestini e i musulmani sono trattati meglio di loro dall'attuale Amministrazione.

hillary clinton a chappaqua ny per il memorial dayhillary clinton a chappaqua ny per il memorial day

 

"All'Isis faremo sputare sangue- ha assicurato - basta con le umiliazioni, il grande generale Patton e tutti i nostri generali si stanno rivoltando nella tomba quando vedono che non riusciamo a battere l'Isis". Frase subissata di applausi e fischi entusiasti, quanto l'altra sul muro che sarà costruito lungo il confine messicano. . “Chi lo pagherà”?, ha chiesto Trump alla folla: "il Messico!", la risposta corale. Ora, il famigerato muro, o rete, o quel che vi pare, c'è da decenni lungo la parte sensibile del confine, ma questo è un altro discorso, che merita una corrispondenza dedicata.

hillary  clinton a chappaqua ny per il memorial dayhillary clinton a chappaqua ny per il memorial day

 

Hillary Clinton invece la settimana la passa saltabeccando per la California perché le cose non vanno come dovevano andare, e la rabbia sua e dello staff è grande. Le ultime primarie in uno Stato largamente democratico con un grande premio di delegati, the big prize, erano state immaginate come un'incoronazione, ma la corsa è praticamente alla pari e l'umiliazione sarebbe forte.

 

Ripetiamo ancora una volta che la nomination democratica la Clinton ce l'ha già, perché ha 2310 delegati, gliene mancano in tutto 73, un buon numero dei quali li otterrà domenica prossima in Puerto Rico, che assegna 67 delegati, e naturalmente li otterrà abbondantemente visto che martedì 7 ne vengono distribuiti addirittura 694.

 

hillary  clinton  a chappaqua ny per il memorial dayhillary clinton a chappaqua ny per il memorial day

Insomma, la California non le serve, ma arrivare alla nomination con la California persa non va bene, non si deve fare il discorsetto da nominata sicura mercoledì mentre sugli schermi delle tv passano dati diversi. La verità? Ha vinto 26 Stati finora ma ne ha persi 20, e per l'esattezza ha perso 3 dei cinque Stati più importanti, per mano di un parvenu, ché tale Sanders era considerato nel Partito Democratico, un progressista socialista dalle idee bislacche, sempre a Washington ma sempre ai margini.

 

TRUMP E ROMNEYTRUMP E ROMNEY

Nel 2008, per capirci, Hillary vinse con otto punti di distacco sul candidato poi nominato e poi eletto, Barack Obama, perché i Clinton sono sempre stati i padroni, i pupilli della California. Oggi Sanders è forte, la campagna, che aveva dichiarato di non voler stanziare più denaro per le primarie, è rapidamente tornata sui suoi passi, più di un milione in pubblicità, e un aiuto ulteriore dalla Federazione statale degli Insegnanti.

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…