renzi rai -televisione-647521_tn

MAI DIRE RENZI! - BOCCIATA DALLA TARANTOLA (E GUBITOSI), IL PD RENZIANO PROVA A TIRARE FUORI LA RIFORMA RAI DALLE SECCHE DEL SENATO: ANZALDI E PELUFFO SVEGLIANO MATTEOLI E I RELATORI RANUCCI E BUEMI. MA FORZA ITALIA E I GRILLINI FANNO MURO IN DUPLEX…

renzi rai televisionerenzi rai televisione

Tommaso Ciriaco per “La Repubblica”

 

E adesso il Pd passa al contrattacco. Con una lettera ad alto contenuto polemico, il partito di Matteo Renzi chiede conto ai senatori dei tempi necessari ad approvare la riforma della Rai nel passaggio a Palazzo Madama. Fa sentire il fiato sul collo ai “frenatori”, denuncia lo spettro di manovre dilatorie ordite dalla Camera alta.

 

«Vi chiediamo di poter avere una road map chiara e il più possibile accurata dei tempi del disegno di legge - scrivono il plenipotenziario renziano in Vigilanza Michele Anzaldi e il capogruppo dem in commissione Vinicio Peluffo - per capire orientativamente entro quando potrà essere licenziata e arrivare alla Camera». Da adesso in avanti, insomma, il timer renziano è innescato.

 

E la sfida lanciata: «Giunti a un passo dal traguardo - si legge nel testo - Sarebbe singolare se ci si arrestasse e si arrivasse tardi per errori di programmazione dei lavori parlamentari». Senza risposte adeguate, Palazzo Chigi procederà comunque alle nomine del consiglio d’amministrazione. Rispolverando la contestatissima legge Gasparri, come anticipato ieri da Repubblica.

GUBITOSI E TARANTOLA jpegGUBITOSI E TARANTOLA jpeg

 

La missiva, recapitata in serata al presidente della commissione Trasporti Altero Matteoli e ai relatori Enrico Buemi e Raffaele Ranucci, rappresenta senza dubbio un’entrata in tackle. Ruvida, almeno secondo il “protocollo” che regola i rapporti tra deputati e senatori.

 

E però in linea con l’obiettivo di Renzi, che è quello di approvare al più presto la riforma. Il cda scade a luglio e di fronte al rischio di tagliare il traguardo fuori tempo massimo il Pd è disposto anche a forzare la mano. Perché una cosa è certa: l’esecutivo non intende lasciare in mano a un cda in proroga (quello attuale) la gestione della nuova fase aperta a viale Mazzini con il piano di riforma delle news varato da Gubitosi.

 

altero matteoli consiglio nazionale forza italia foto lapresse altero matteoli consiglio nazionale forza italia foto lapresse

Anche a costo di ricorrere una volta di più alla Gasparri per nominare il prossimo consiglio. «L’approvazione del ddl - confermano i dem nella lettera - è particolarmente urgente perché si rischia di rinnovare il cda con la vecchia legge. Una legge che ha dimostrato in questi anni tutti i suoi limiti, a partire dalla ingovernabilità e dalla politicizzazione inarrestabile dell’azienda».

 

Non è un mistero che i renziani attribuiscano a Forza Italia e Grillo il progetto di «insabbiare il ddl». Non a caso è proprio Renzi ad imporre la brusca accelerazione. «Faremo le nomine con la Gasparri se non ci sarà la riforma - spiega il premier a radio Anch’io ma credo ci sia spazio per poter portare la riforma della governance in Parlamento e votarla. I partiti - aggiunge - devono stare fuori dalla Rai: non userò mai il mio ruolo di segretario per scegliere i direttori o i caporedattori dei Tg Rai».

MICHELE ANZALDIMICHELE ANZALDI

 

Il capo dell’esecutivo esclude invece «forzature», sgombrando il campo (almeno per il momento) dall’ipotesi di ricorrere a un voto di fiducia. Una strada, quest’ultima, fino a poche ore prima considerata inevitabile per riuscire a strappare il via libera alla riforma entro l’estate.

 

Chiamato in causa, Matteoli non si sottrae. Promette una gestione equilibrata della commissione chiamata a vagliare la riforma. E offre qualche indizio sui tempi necessari a licenziare il testo: «Entro il 21 maggio chiudiamo con le audizioni. Su questo punto c’è l’unanimità. Poi ci sarà spazio per la discussione generale».

 

Il presidente non si sbilancia invece sulla possibilità di concludere l’iter entro metà giugno, come da tabella di marcia renziana: «Penso che ci siano i presupposti, ma non posso garantirlo. Dipenderà molto dal numero degli emendamenti e dall’atteggiamento dei senatori».

 

gasparri allo stadiogasparri allo stadio

Ecco, proprio l’opposizione strenua di Forza Italia rischia di imbrigliare la riforma. Sulla barricate si agita già Maurizio Gasparri. Di fronte al rischio di mandare in pensione la sua creatura, l’ex ministro minaccia fuoco e fiamme: «La proposta di Renzi è incostituzionale.

 

L’amministratore delegato che fa le nomine da solo e il cda senza poteri è la dittatura di un solo partito. Cambiare o stop!». Non sono solo gli azzurri a opporsi. I senatori dem più critici con Renzi sono pronti a mettersi di traverso a Palazzo Madama. La Lega promette «battaglia».

 

E anche il presidente grillino della Vigilanza Roberto Fico picchia duro sul testo dell’esecutivo. «Il disegno di legge governativo può avere solo un titolo: “occupy Rai”». Per il Movimento, la riforma non migliora le condizioni di viale Mazzini: «In ogni caso siamo rovinati: se si va avanti con la Gasparri, il nuovo cda sarà occupato dai partiti politici. Se invece andiamo avanti con il ddl governativo, sarà occupato dal Governo. Se non piove, grandina». La battaglia è solo all’inizio.

Ultimi Dagoreport

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…