grillo di maio

DI MAIO CENSURA GRILLO A CERNOBBIO E GRILLO CENSURA DI MAIO (SUL BLOG) - “GIGGINO” EVITA DI PRONUNCIARE LA PAROLA “LOBBY” SCRITTA NEL DISCORSO E BEPPE, DI RIMANDO, “TRALASCIA” DI RIPORTARE I RIFERIMENTI AL GOVERNO RAJOY IN SPAGNA QUALE MODELLO DI M5S - CASALEGGIO SPINGE IL MOVIMENTO VERSO I “PORTATORI D’INTERESSE”

 

Ilario Lombardo per la Stampa

DI MAIO 1DI MAIO 1

 

La metamorfosi moderata del Movimento Cinque Stelle, dopo l' uscita di Di Maio a Cernobbio, procede senza indugi. E sono molti gli indizi che confermano il trend. Nel discorso che Luigi Di Maio aveva di fronte a sé, sul tavolo, davanti alla platea di Cernobbio, scritto con l' aiuto del consigliere politico Vincenzo Spadafora e supervisionato dalla comunicazione, era riportata la parola «lobby».

 

La frase esatta, contenuta ieri nello sbobinato sul blog di Beppe Grillo, è: «È arrivato il momento di regolamentare il rapporto tra la politica e le lobby, così come accade in molte altre parti d' Europa». Ma quella parola, «lobby», da Di Maio, alla fine, non viene pronunciata. Preferisce «portatori di interesse».

 

DI MAIODI MAIO

Allo stesso modo, ma in maniera opposta, Di Maio cita come modello di riferimento di buon governo lo spagnolo Mariano Rajoy, di cui non c' è traccia nel discorso apparso sul blog. Fare riferimento a un popolare conservatore che poco ha a che spartire con storia e spirito originario del M5S ed eludere la parola lobby, è stata una sua iniziativa che ha prodotto non poche reazioni nelle chat private di molti parlamentari 5 Stelle.

 

Lobby è ancora un termine carico di senso negativo nel Movimento che ha fatto dell' aggressione agli intrecci tra politica e finanza una mission fondativa. Per questo Di Maio è stato cauto, e ha preferito la più omeopatica locuzione «portatori di interesse» quando ha annunciato che il Movimento a breve avrebbe incontrato questi soggetti. I portatori di interesse in inglese sono gli stakeholders, termine più amato da Davide Casaleggio, che per visione aziendale è il vero fautore di quel percorso di avvicinamento al mondo delle imprese e della finanza che ha visto nel Forum Ambrosetti di Cernobbio una tappa fondamentale.

beppe grillo davide casaleggiobeppe grillo davide casaleggio

 

Tra settembre e ottobre ci saranno i primi incontri. Con le associazioni di categorie e le realtà imprenditoriali. Saranno gestiti dai gruppi di lavoro in cui sono stati suddivisi i parlamentari per stilare i punti del programma votati sul blog. Chi si occupa di banche avrà colloqui con l' Abi, con Bankitalia, con il credito cooperativo e gli istituti popolari. Chi ha in mano il dossier su lavoro e welfare vedrà i sindacati e le associazioni dei datori di lavoro. Poi sarà la volta di Confcommercio, Confindustria, la Coldiretti, gli artigiani e altri. L' elenco è sul tavolo degli uffici del M5S che stanno preparando gli inviti. I primi contatti sono già stati presi. Nessun settore verrà escluso.

 

di maiodi maio

Di Maio, coordinato da Casaleggio, potrebbe partecipare ai vertici più importanti e lo farà da candidato premier, dopo l' incoronazione del 24 settembre a Rimini. Tutto dipenderà dal livello degli interlocutori che gli stakeholder sceglieranno per parlare con il M5S. Molto atteso è l' incontro con Enel, a cui i grillini guardano con grande interesse, ricambiati per ovvie ragioni. Il programma energia del M5S punta sulle rinnovabili e la mobilità elettrica, la e-mobility che al Forum Ambrosetti è stata al centro del discorso di Di Maio come prospettiva per rilanciare l' industria italiana.

 

Proprio a Cernobbio diversi tra i presenti hanno notato una certa insistenza del deputato nel citare Enel e nel ringraziare l' azienda, guidata da Francesco Starace (voluto al vertice da Matteo Renzi), per aver fornito l' accesso alle colonnine da cui è stato ricaricato il pulmino elettrico del tour siciliano del M5S.

 

di maiodi maio

Sicuramente gli incontri più delicati mediaticamente saranno fissati dopo la tre giorni di Rimini che celebrerà l' ascesa di Di Maio. Perché si vuole evitare che le prevedibili polemiche interne e le accuse di simpatia con quelli che una volta i grillini vedevano come nemici pesino sul voto online. Già è bastata la trasferta di Di Maio sul lago di Como a suscitare perplessità.

 

Ieri, tra i deputati che hanno notato la sua ritrosia nell' usare il termine «lobby», c' è stato chi ha segnalato le differenze con l' intervento di Mattia Fantinati sul palco del Meeting nel 2015, da dove il deputato grillino definì Comunione e Liberazione «una lobby di denaro e potere». Fu un attacco frontale che forse si aspettavano anche da Di Maio. Non chi conosce bene i suoi toni soft, e l' astuzia strategica che qualche collega definisce «da democristiano navigato».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…