milena gabanelli luigi di maio alessandro di battista

MA QUALE RAI: DI MAIO HA INCONTRATO LA GABANELLI PER CHIEDERLE DI CANDIDARSI IN EMILIA ROMAGNA! - MILENA HA DETTO NO, MA IL PUNTO È CHE IL NOSTRO MINISTRO DEGLI ESTERI (PER MANCANZA DI PROVE) VUOLE ROMPERE LE PALLE AL PD. E ANCHE ALL'INFIDO CAMALE-CONTE – DAL FONDO SALVA-STATI ALLA COPERTURA DEI 4 EUROPARLAMENTARI CHE HANNO VOTATO CONTRO VON DER LEYEN: L’EX BIBITARO, CON L’APPOGGIO DI DIBBA, STA PROVANDO A RIPORTARE A DESTRA IL MOVIMENTO PER NON FARSI SCHIACCIARE DAL TRUCE SALVINI E DALLA GIGIONA MELONI…

di battista di maio

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”

 

Dietro Luigi Di Maio, c' è Alessandro Di Battista. Ogni mossa è concordata. Ogni battaglia, studiata insieme nei minimi dettagli. Il capo politico e l' ex deputato si sentono spesso e si sono ritrovati d' accordo anche sulla lotta al fondo salva-Stati contrattato da Giuseppe Conte in Europa: «Se su questo lasciamo spazio alla Lega, va al 65 per cento», ha detto ai suoi collaboratori il ministro degli Esteri, prima di chiudersi per tre ore con i gruppi parlamentari in sala Tatarella alla Camera. Il leader M5S - per paradosso - si è di fatto messo alla guida dei ribelli.

raphael raduzzi

 

Ha fatto sue le argomentazioni dei deputati Raphael Raduzzi e Alvise Maniero, convinti che la trattativa sul fondo salva-Stati (cui possono accedere i Paesi europei in crisi finanziaria) sia stata condotta male. Che molti punti di quel meccanismo finirebbero per penalizzare l' Italia e aiutare le banche tedesche. Sono argomentazioni simili a quelle della Lega e Fratelli d' Italia. Cambiano i toni, non la sostanza. E la sostanza, nonostante Giuseppe Conte non cerchi lo scontro frontale col partito che lo ha indicato e scelga - dal Ghana - di attaccare solo la Lega, va in una sola direzione: contro il presidente del Consiglio. Che dovrà non solo chiedere un rinvio del voto del Consiglio europeo il prossimo 13 dicembre, ma anche lavorare a modifiche che possano far dire al Movimento (e soprattutto al suo leader) «Abbiamo vinto».

giuseppe conte luigi di maio

 

Così, mentre il leader M5S chiama il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri per spiegargli che i 5 stelle metteranno sul suo tavolo la necessità di una serie di modifiche, raccolte dal sottosegretario alle politiche europee Laura Agea, e chiede un vertice di maggioranza che possa portare a una posizione comune con Pd, Leu, Italia Viva, tra i dem scatta l' allarme rosso per quella che un ministro definisce «l' insondabile escalation di Di Maio». Insondabile, perché al Nazareno non comprendono se possa fermarsi, o dove voglia arrivare.

LUIGI DI MAIO ROBERTO GUALTIERI

 

Alle orecchie di Nicola Zingaretti è stata sussurrata una certezza: il capo della Farnesina non ha incontrato Milena Gabanelli per parlare di Rai, ma per chiederle di candidarsi alla guida dell' Emilia Romagna per i 5 stelle. La giornalista ha declinato, ma il punto è: altro che «campagna soft», come aveva detto Di Maio nei giorni scorsi per rassicurare l' ala più governista del suo partito. Se ha fatto una mossa del genere, è perché il tentativo alle regionali sarà quello di fare male al Pd: «Quando sono andato a Bologna c' erano in sala 400 persone e di queste ce ne saranno state due che volevano appoggiare Bonaccini», ragiona il leader.

zingaretti di maio

 

Che dal momento in cui la piattaforma Rousseau ha votato sconfessando chi aveva proposto di non correre in Emilia e Calabria, ha rigirato quel voto in suo favore. Facendo rifugiare sotto la sua ala tutti quelli che finora avevano fatto asse con Di Battista: quindi Barbara Lezzi e l' idea di mettere in difficoltà il governo sull' Ilva; Danilo Toninelli e la battaglia contro le concessioni ad Autostrade, rilanciata allo spasimo negli ultimi giorni, fino alla benedizione di Beppe Grillo che ha iniziato sul suo blog una "Autostrade story" a puntate (senza pensare alle conseguenze nefaste sul salvataggio di Alitalia); infine, il voto a Straburgo.

 

gabanelli

Ben 4 europarlamentari non hanno appoggiato la nascita della commissione von der Leyen. E sono stati proprio loro a notare come da Roma non sia arrivato neanche un buffetto, una lettera dei probiviri, una minaccia. Nulla. Uno di loro è Ignazio Corrao, che non ha mai nascosto il legame con Di Battista e con quello che fino a poco tempo fa sembrava il "correntone degli scontenti", ma che adesso sembra quasi la nuova falange armata del capo. Talmente forte da arrivare a convincere praticamente tutti sul fondo salva-Stati (perfino Giuseppe Brescia - area Fico - si è alzato a dire: «Sono d' accordo con Luigi al 101 per cento»). Se poi il capogruppo M5S al Senato Gianluca Perilli arriva a proporre il sovranista Elio Lannutti, noto per un' infelice uscita antisemita e per fissazioni come quella sul signoraggio, alla presidenza della commissione banche, il cerchio è chiuso.

BEPPE GRILLO E LE CONCESSIONI AI BENETTONluigi di maio elio lannutti

 

Con la spiegazione di voler ricompattare il Movimento su temi forti e identitari, gli unici in grado - secondo Di Maio - di non farlo sprofondare ancora, il ministro degli Esteri lo riporta sull' asse sovranista. Di certo, lontano dal Pd e dal premier Conte. E Grillo? «Ma vi pare che Beppe possa avere la costanza di commissariare Luigi - è la risposta di uno dei big - di stargli vicino come ha detto?». La risposta è no. Non lo crede nessuno. A questo punto, neanche il Pd.

LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA BY LUGHINOALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…