alessandro di battista europa

DI MAIO SEMBRA DAVVERO VOLER FAR SALTARE IL TAVOLO E LANCIA DIBBA AGLI AFFARI EUROPEI. FORSE PER BRUCIARLO, FORSE PER NON METTERE LA FACCIA SOLO LUI SUL PAPOCCHIO, È OVVIO CHE PER IL PD È UNA PROPOSTA INACCETTABILE. SENSI: ''DOPO SAVONA E FONTANA, E' UNA SCELTA COERENTE. NON VEDO L'ORA DI LAVORARCI'' - MA IL ''CHE GUEVARA'' DI ROMA NORD VUOLE RESTAR FUORI DALL'INCIUCIO

 

 

 

luigi di maio passeggia per roma con virginia saba 8

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

di maio virginia saba

Una giornata di attesa, fitta di telefonate, contatti, messaggi. La mossa del Pd, che chiede formalmente di non inserire vicepremier nella squadra di governo, arriva in parte inaspettata. Quando Luigi Di Maio la riceve è in visita alla basilica di San Pietro con la sua fidanzata, Virginia Saba. I due, vestiti in abiti casual, hanno assistito alla Santa Messa delle 13 per poi ammirare la basilica. Il capo politico M5S ha appena incassato l’assist a metà del premier Giuseppe Conte (che precisa: «Non sono del Movimento, ma c’è vicinanza») quando si riapre il nodo politico sul suo ruolo nel futuro governo.

 

luigi di maio roberto fico napoligiuseppe conte abbraccia di maio e festeggia la vittoria del m5s alle elezioni 2018 1

Si rincorrono le voci che danno Di Maio isolato. L’ala ortodossa preme. Il fichiano Luigi Gallo rompe il silenzio chiesto a deputati e senatori. «Ora con coraggio dimostriamo di essere maturi per garantire, con lo stesso metodo corale e partecipativo del gruppo parlamentare la nascita della migliore squadra di governo per questo Paese». Alcuni parlamentari pentastellati — come racconta l’Adnkronos — attaccano in chat: «Se hai incaricato Conte, lo lasci lavorare e non lo indebolisci così. Ha ragione chi pensa che vogliano sabotare tutto per i propri interessi personali...».

giuseppe conte luigi di maio 3

 

paragone

Ma il leader, in realtà, vuole ponderare la mossa e decide di prendere la decisione insieme al suo stato maggiore. Una scelta corale anche per dimostrare che il Movimento è con lui. E che non cederà facilmente. Stamattina alle 10 ministri e sottosegretari del governo uscente si incontreranno a Roma. Una riunione chiesta per coordinare le prossime mosse: sul tavolo il futuro «collettivo» dei Cinque Stelle. Ma il messaggio che i pentastellati vogliono indicare, al di là della composizione della squadra, è quello che oggi ha lanciato Gianluigi Paragone. «Luigi Di Maio non piace al Pd perché sta difendendo quello che di buono avevamo fatto nel precedente governo. Luigi deve rimanere centrale. Anche a Chigi!», scrive il senatore, negli ultimi mesi molto critico con il capo politico.

MANLIO DI STEFANO

 

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA

Di Maio durante la giornata sceglie la via del silenzio anche per non inasprire i toni. In serata si diffondono voci di una sua possibile intervista per prendere posizione, ma le indiscrezioni non trovano conferma dagli ambienti vicini al capo politico del Movimento. «Siamo tornati a essere una squadra», dice un fedelissimo cercando di stemperare le polemiche di questi giorni. Le parole di Beppe Grillo, però, hanno scosso la base (i commenti alle parole del garante sono anche in questo caso sono divisi tra sostenitori e detrattori).

 

di battista di maioLUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA BY LUGHINO

Manlio Di Stefano cerca di compattare le anime: «Ha ragione Beppe quando dice che è tempo di guardare 50 anni avanti e avviare una stagione di riforme evolute e lungimiranti, ed è proprio per questo che ci stiamo concentrando al 100% sul programma». Ma oltre ai temi i pentastellati stanno abbozzando anche una ipotetica squadra di governo da presentare a Conte e ai dem. Dopo la mossa del Pd di chiedere un passo indietro sui vicepremier, nel Movimento ha ripreso quota l’idea di proporre un altro big come papabile ministro.

beppe grillo luigi di maio alessandro di battista contro la legge elettorale

 

Il nome in questione è quello di Alessandro Di Battista: per lui si ipotizza tra i pentastellati un incarico alle Politiche europee. Una mossa che potrebbe far storcere più di qualche naso tra i dem. «Preferiamo parlare di temi e non di ruoli», tagliano corto i Cinque Stelle. Che poi precisano sibillini: «Di certo che Alessandro sia un valore per il Movimento è cosa nota per tutti».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…