mattarella magistrati csm

MAGISTRATURA, DA MANI PULITE A MANI LEGATE - PER QUANTO "SQUALLIDO E MORTIFICANTE", MATTARELLA NON HA IL POTERE DI SCIOGLIERE IL CSM TRANNE NEL CASO DI DIMISSIONI IN MASSA DEI COMPONENTI - TRE I CAPISALDI DELLA RIFORMA ANNUNCIATA DEL CSM: UN NUOVO SISTEMA ELETTORALE "SOTTRATTO ALLE DEGENERAZIONI DEL CORRENTISMO"; MECCANISMI CHE GARANTISCANO NOMINE ISPIRATE SOLTANTO AL MERITO; NETTA SEPARAZIONE TRA POLITICA E MAGISTRATURA IMPEDENDO “PORTE GIREVOLI” TRA UN RUOLO E L'ALTRO (AUGURI!)

Liberoquotidiano.it

 

giovanni legnini, sergio mattarella, paola piraccini, alfonso bonafede

Sergio Mattarella è indeciso sul farsi sentire nei prossimi giorni in merito alle nuove intercettazioni sul caso Luca Palamara. Per il Capo dello Stato però, per quanto "squallido e mortificante", tutto quello accaduto in questi ultimi giorni risulterebbe al momento privo di rilievo penale. Lo scrive sul Corriere della Sera Marzio Breda, quirinalista e sorta di "portavoce-ombra" del presidente della Repubblica.

 

Mattarella non ha il potere di sciogliere il Csm tranne nell'ipotesi di una sua impossibilità di funzionamento. Il che si verificherebbe solo con dimissioni massicce dei componenti, facendo mancare il numero legale. Il presidente ha quindi le mani legate.

 

LE TOGHE LITIGANO SULLA QUESTIONE MORALE E LA POLITICA SI COMPATTA: RIFORME SUBITO

Francesco Grignetti per “la Stampa”

LE INTERCETTAZIONI PALAMARA-GIORNALISTI PUBBLICATE DA LIBERO

 

Usano ormai la «questione morale» come una clava. E se le danno di santa ragione. La pace tra le due correnti maggioritarie dentro la magistratura non ha retto alla prova delle ultime rivelazioni sul caso Palamara.

 

I moderati di Unicost e i progressisti di Area, che nell' ultimo anno hanno governato l' Associazione nazionale magistrati assieme alla corrente che fa riferimento a Pier Camillo Davigo, ormai sono in lite.

 

palamara valerio fracassi

«Avete fatto un passo indietro sulla questione morale», attaccano i progressisti. «Siete voi che non state facendo una seria autocritica in merito al carrierismo e al correntismo, come facciamo noi da maggio», ribattono i moderati Mariano Sciacca e Francesco Cananzi.

 

La lite cade nel momento peggiore. Il Quirinale osserva i fatti con crescente attenzione, non foss' altro che per il ruolo che la Costituzione assegna al Capo dello Stato di presiedere il Consiglio superiore della magistratura.

Palamara Cascini

 

I giuristi del Colle, però, da tempo segnalano che non esiste alcuna norma di legge che può portare a uno scioglimento del Csm, né sono ipotizzabili invasioni di campo da parte di un potere dello Stato sull' altro.

 

E comunque i lavori ordinari del Consiglio procedono sotto la guida del vicepresidente David Ermini, che ha la piena fiducia del Colle, così come le azioni disciplinari nei confronti di chi è stato coinvolto dal caso. Ove fosse necessario, ne partiranno di nuove.

 

alfonso bonafede

La politica, però, ha trovato un' inedita comunanza di vedute: tutti vogliono fortissimamente una riforma del Csm, a cominciare dal ministro della Giustizia, il grillino Alfonso Bonafede. «Il vero e proprio terremoto che sta investendo la magistratura italiana - sostiene - impone una risposta tempestiva delle istituzioni. Ne va della credibilità della magistratura, a cui il nostro Stato di diritto non può rinunciare».

nino di matteo alfonso bonafede

 

Già la settimana prossima potrebbe arrivare in Parlamento un ddl che è stato definito dalla maggioranza giallo-rossa fin nei dettagli. Tre i capisaldi della riforma annunciata: un nuovo sistema elettorale che si vuole "sottratto alle degenerazioni del correntismo"; meccanismi che garantiscano nomine ispirate soltanto al merito; netta separazione tra politica e magistratura impedendo «porte girevoli» tra un ruolo e l' altro. Il Pd ci sta.

 

Secondo Walter Verini, responsabile giustizia dem, «è importante che il ministro Bonafede abbia confermato di voler procedere rapidamente. Questo il Pd aveva chiesto per contribuire ad archiviare le degenerazioni correntizie».

 

cascini greco davigo

Nel centrodestra forse non saranno d' accordo sul sistema, ma è un coro sulla necessità di intervenire. «Basta con i silenzi omissivi sulle scorie tossiche che avvelenano gangli vitali della giustizia», dice Jacopo Morrone, salviniano doc.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...