MANI SPORCHE E COZZE PELOSE: “EMILIANO DIMETTITI” - E’ RISSA NEL CENTROSINISTRATI BARESE. IL PD LO SCARICA E IL SINDACO DELLE COZZE REPLICA: “I DEGENNARO MI SONO STATI PRESENTATI COME IMPRENDITORI VICINI A UNA CORRENTE DELLA MARGHERITA” - LE ENTRATURE DEI DEGENNARO - QUANDO QUALCOSA VA STORTO, LA SOLUZIONE DEL RESPONSABILE LAVORI PUBBLICI, NITTI È SEMPLICE: “FACCIAMO GLI SCEMI. FUNZIONA SEMPRE”…

Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"

Ottantaquattro minuti di autodifesa di fronte alla contestazione dei consiglieri di opposizione in t-shirt con su scritto: «Emiliano dimettiti. Basta ipocrisia». Non è stata proprio un tweet l'apertura di seduta del primo consiglio comunale post-scandalo Degennaro pronunciata dal sindaco di Bari. Un'ora e mezza a tentare di ricomporre un'immagine andata in pezzi con l'inchiesta per corruzione dei fratelli Degennaro, ieri dal gip per respingere le accuse e ad addebitare le irregolarità eventuali ai tecnici.

MAZZETTE MAI
Sotto lo sguardo soddisfatto di chi, fuori e dentro il suo partito, aveva subìto malvolentieri le bacchettate sulla legalità, Emiliano ha preso le cozze per i peli: «Bari non può essere accomunata ad altre regioni dove si sta parlando di milioni di tangenti. Io non ne ho mai prese», assicura.

«Ho conosciuto i Degennaro il giorno che mi sono candidato a sindaco. Mi sono stati presentati come imprenditori vicini a una corrente della Margherita. Per la campagna elettorale ho speso 900 mila euro e da loro non ho avuto neanche un centesimo. Come sa la Procura di Bari che da tre anni ha acquisito il mio bilancio. Non ho mai favorito la Dec. In questa vicenda non c'è nulla che riguardi me. Ma, se le accuse saranno confermate, riguardano il livello amministrativo», sottolinea. L'accusa parla di 3 milioni di euro movimentati dalla Dec in nero tra il 2006 e il 2007 con 908 passaggi di denaro.

Aggiunge Emiliano: «Viviamo in tempi in cui si rischia che la faccia di un galantuomo venga ridicolizzata in tutta Italia e in tutti i tg». E non tralascia l'accenno ironico al dono di pesce ricevuto dai Degennaro, avvisando un assessore: «A Natale non mi mandare più l'abbacchio».

LA FIERA DEL LEVANTE
Ma il rapporto con i sostenitori politici finiti nella bufera continua a pesare. Nelle intercettazioni ne parla anche un progettista della Dec, Grassi a una sua interlocutrice che gli chiede, annota la Finanza nel brogliaccio, «quali siano le imprese vicine a Emiliano.
Grassi elenca rapporti fra più grandi imprese di costruzioni e politici. Inizia dicendo il sostegno politico di cui gode la Dec. Poi accenna alla nomina di Pertosa (Fiera del Levante) per cui era designato Gerardo De Gennaro. Poi parla di litigi fra Emiliano e Pertosa», che però non venne nominato.

Dei Degennaro «ammanicati» politicamente ne parla un collega con il professor ingegner Cotecchia, massimo esperto, ma al soldo della Dec. «Sono due buoni amici, però mi rompono i c... con questi garage sotterranei che sono estremamente difficili, pensa corso Cavour tre piani in due metri d'acqua, in questi calcari fetenti», dice Cotecchia.

E all'altro che sospetta siano ammanicati perché preferiti a un'altra impresa molto seria, Cotecchia li difende: «Per una complessità di motivi. C'è gente che ha c.... No, su questo sono molto affermati, anzi. Più a Milano che a Bari». Segue un omissis. Da Bari, infatti, le indagini si sono allargate a una serie di appalti dei Degennaro che dovranno essere approfonditi.

COMUNE INTERCETTATO
La loro rete di rapporti, infatti, va ben oltre Emiliano. Con il consigliere Gaetano Anaclerio, la Finanza è convinta che ci sia un «rapporto d'affari». Per «il pagamento di quelle fatture lì, di cui Anaclerio chiede conto a Gerardo in quanto pagate 4 su 8». Ma seguendo come Pollicino le tracce delle «irregolarità» che portavano alla Dec, gli investigatori sono incappati in molti tra gli assessori, i consiglieri comunali, i dipendenti, i collaudatori. Finendo per realizzare la tanto sbandierata trasparenza amministrativa.

LA FIRMA DI EMILIANO
Ma non è un bello spettacolo. In questa sorta di Grande fratello, seguiamo in diretta come opere delicate vengano costruite in modo «scanzonato». Senza carotaggi approfonditi. Con progetti realizzati a posteriori. O provvedimenti a richiesta che devono sanare errori fatti o aiutare il business.

È il caso di una lettera che un funzionario, rimborsato dalla Dec, fa firmare al sindaco Emiliano per far modificare l'accatastamento a terreno di un suolo stradale, sotto il quale sorgeva un parcheggio, che la banca della Dec non avrebbe accettato come ipoteca.

Nelle intercettazioni appare prima il funzionario che promette ai tecnici Dec di occuparsene. Il preventivo è di «15 mila euro senza fattura». Poi tenta un «inghippo». Fallisce. Allora usa il sindaco come scorciatoia. A quanto sembra all'oscuro della manovra. Il responsabile Lavori pubblici, Vito Nitti, gliene chiede conto, furioso. Il funzionario, come don Abbondio, non risponde e invoca «Iddio».

MINACCE DI MORTE
A volte c'è chi reagisce male a «inghippi» e pasticci. Come si vede in un'intercettazione del responsabile dei Lavori pubblici Vito Nitti su un'altra vicenda: «Franco Zito dice a Vito Nitti che il sindaco gli ha riferito stai attento con le persone che hanno sette facce. Me l'ha detto a proposito di Rafaschieri che è venuto qui a gridare, perché mo' si sa che il parcheggio lo sequestrano. Siccome qualcuno che ha comprato è malavitoso, l'ha minacciato di morte». Quando gli «inghippi» vengono scoperti, per tutte vale la regola di Nitti: «Facciamo gli scemi. Funziona sempre».

 

degennaro x degennaro x MICHELE EMILIANOmichele emiliano sindaco bariMICHELE EMILIANO - SINDACO BARI

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO