oro sigarette manovra maurizio leo giancarlo giorgetti

UNA MANOVRA DA “RITORNO AL PASSATO” – PER FAR QUADRARE I CONTI, IL GOVERNO FA CASSA CON I RINCARI SU SIGARETTE E CARBURANTE. IN PIÙ, AUMENTA L’ETÀ PENSIONABILE, LANCIA LA BATTAGLIA SULL’“ORO ALLA PATRIA” E VUOLE INNALZARE LA SOGLIA DEL CONTANTE: È UNA LEGGE DI BILANCIO STILE “PENTAPARTITO”, CHE USA LE STESSE LEVE E LO STESSO LESSICO DELLA PRIMA REPUBBLICA – IL PD PROTESTA PER I RITARDI NELLA PRESENTAZIONE DEL TESTO DEFINITIVO IN PARLAMENTO: “SIAMO A METÀ DICEMBRE ED È INACCETTABILE CHE IL PARLAMENTO NON SAPPIA ANCORA SU COSA STIA REALMENTE DISCUTENDO…”

Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”

 

MAURIZIO LEO E GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE

Rincari per sigarette e, in parte, per il caro carburante. Aumento dell’età pensionabile. Ma anche la sempiterna idea di ritoccare la soglia del contante, che Fratelli d’Italia vuole portare a 10mila euro, e la battaglia sull’oro.

 

Prima con l’ipotesi di una tassa speciale per drenare qualche centinaia di milioni di euro, poi con il progetto di prendere il controllo dei forzieri della Banca d’Italia. Sullo sfondo si staglia una certezza: votazioni notturne nel fine settimana in commissione Bilancio al Senato.

 

[…]  Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha fatto professione di ottimismo: «Siamo alle battute finali». Un minimo conforto per il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, che, con la manovra, continua a creare malcontento tra gli stessi alleati. In realtà la roadmap del testo si conferma raffazzonata.

 

LINGOTTI D ORO

Del resto sembra essere tornati indietro di una quarantina di anni con una legge di Bilancio, stile pentapartito, che usa le stesse leve e lo stesso lessico delle finanziarie della Prima repubblica. Con un’aggravante: la destra di Giorgia Meloni si fa vanto di voler cambiare l’Italia (per informazioni basta fare un giro ad Atreju, la festa di FdI in corso a Roma).

 

Ma in assenza di argomenti e misure concrete, la maggioranza mette indietro le lancette del tempo. A cominciare dalla previdenza. Al netto delle promesse del sottosegretario al Lavoro, il leghista Claudio Durigon, l’età pensionabile aumenterà. «Dalle sue parole si capisce che in legge di Bilancio non ci sarà nessuna proroga di Opzione donna», ha sottolineato la deputata dei Cinque stelle, Valentina Barzotti.

 

LUCIO MALAN 2

L’ultima ossessione di Fratelli d’Italia è diventata l’oro della Banca d’Italia, da intestare «al popolo italiano», secondo la formulazione dell’emendamento, firmato da Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato. Un perfetto diversivo per parlare il meno possibile di una legge di Bilancio a crescita zero, come ammesso dal governo e confermato dagli analisti indipendenti.

Un altro allarme è stato lanciato da Confesercenti nel corso dell’assemblea annuale.

 

«Inflazione e un sistema contrattuale sempre più esposto al dumping stanno erodendo il valore del lavoro, indebolendo tanto i lavoratori quanto le imprese», ha detto il presidente dell’associazione, Nico Gronchi. Un intervento applaudito dalle opposizioni.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani foto lapresse

«La proposta di Confesercenti per un patto sociale sul lavoro è assolutamente condivisibile», ha detto il senatore e responsabile Economia del Pd, Antonio Misiani. I meloniani (a cui si sono accodati i leghisti), per tutta risposta, hanno ripreso a sventolare un’antica bandiera ideologica sulle riserve auree.

 

Tanto che si sta consumando uno scontro con la Banca centrale europea. «Sinceramente ho difficoltà a comprendere questa levata di scudi», ha detto il deputato di FdI, Francesco Filini, difendendo l’iniziativa.

 

[…]

 

Ormai è assodato l’aumento dei tabacchi che scatterà il prossimo anno, un grande classico dei governi a caccia di risorse facili. Così come l’aumento del costo del gasolio, in un’ottica non ambientalista ma meramente economica: uno strumento tradizionale per tentare di fare cassa sulle spalle dei cittadini.

 

Manovra top secret

giancarlo giorgetti controlla i numeri della manovra foto lapresse

Una certezza stratificata è che i tempi di confronto si stanno comprimendo sempre di più: solo domani arriveranno gli emendamenti firmati dai relatori, che rischiano di diventare la riscrittura di mezza manovra, come accaduto negli anni scorsi.

 

«Siamo ormai a metà dicembre ed è inaccettabile che il parlamento non sappia ancora su cosa stia realmente discutendo», ha denunciato il vicecapogruppo del Pd alla Camera, Toni Ricciardi.

 

«Mancano intere parti della manovra», ha sottolineato il parlamentare dem, «elementi essenziali che non consentono di valutarla nel merito né di comprenderne gli effetti».

Finora al Senato non c’è stata alcuna votazione. Solo una sequenza di rinvii.

 

MAURIZIO LEO E GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE

Il presidente della commissione Bilancio a palazzo Madama, il meloniano Nicola Calandrini, ha spostato ulteriormente in avanti i tempi di approvazione. «Sabato si inizia a votare», ha detto. Significa che l’approdo in aula slitta a metà della prossima settimana, probabilmente giovedì 17 dicembre. […]

 

lucio malan 9

 

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