roberto gualtieri pierre moscovici

IVA FUNESTA - ANCHE CON TUTTA LA FLESSIBILITÀ POSSIBILE, GUALTIERI DOVRÀ TROVARE ALMENO 15 MILIARDI PER EVITARE L’AUMENTO DELL’IVA E STABILIZZARE IL DEFICIT SOTTO IL 3%: COME? NEL SOLITO MODO, AUMENTANDO LE TASSE O FACENDO UN TAGLIO DELLE SPESE - MA SAREBBE UNA STRETTA MORTALE PER L’ITALIA A CRESCITA ZERO – CHE POI BASTEREBBE RECUPERARE L’IVA NON RISCOSSA, CHE NEL 2017 VALEVA 33 MILIARDI (SIC!)

1 – UE: RECORD DI IVA NON RISCOSSA IN ITALIA, PERSI 33 MLD EURO

roberto gualtieri

(AWE/LaPresse) - Secondo uno studio pubblicato dalla Commissione europea, nel 2017 l'Italia ha perso 33,5 miliardi di euro, a causa di frodi, evasione ed elusione fiscale, insolvenze, bancarotte ed errori di calcolo. In termini assoluti è il divario maggiore registrato a livello europeo tra il gettito IVA atteso e l'importo effettivamente riscosso.

 

Roberto Gualtieri, Pierre Moscovici, Udo Bullmann

In tutto, i paesi dell'UE hanno perso 137 miliardi di euro di entrate provenienti dall'Iva secondo l'analisi della Commissione. L'esecutivo europeo sollecita una riforma del sistema. "Il clima economico favorevole e alcune soluzioni politiche a breve termine messe in atto dall'Ue hanno contribuito a ridurre il divario dell'Iva nel 2017", ha dichiarato in una nota il il Commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici.

 

PIERRE MOSCOVICI

"Tuttavia, per conseguire progressi più significativi servirà una profonda riforma del sistema dell'Iva che lo renda più resistente alla frode. Le nostre proposte di introdurre un sistema dell'Iva definitivo e favorevole alle imprese sono ancora sul tavolo delle discussioni. Gli Stati membri non possono permettersi di stare a guardare mentre miliardi di euro vanno persi a causa di pratiche illegali come le frodi a carosello e di incongruenze nel sistema dell'Iva", ha aggiunto.

 

roberto gualtieri dario franceschini

In termini percentuali, il record spetta alla Romania, con una perdita del 36 % delle entrate relativa all'imposta sul valore aggiunto, segue la Grecia (34 %) e la a Lituania (25 %). I divari minori si riscontrano in Svezia, in Lussemburgo e a Cipro, dove in media la perdita riguarda solo l'1 % del gettito Iva.

 

2 – LA PRIMA PARTITA DI GUALTIERI: NEGOZIARE UN DEFICIT PIÙ ALTO

CHRISTINE LAGARDE

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

Roberto Gualtieri è entrato ieri nel ministero dell' Economia giusto in tempo per le decisioni più difficili. Il nuovo responsabile prende possesso dell' ufficio al piano nobile di via XX Settembre - una sala vasta, vuota, dai soffitti altissimi - sapendo cosa lo aspetta: fra sette giorni a Helsinki vedrà tutti i suoi colleghi europei e i commissari Ue e sonderà fin dove può spingere al rialzo, senza strappi dannosi, il deficit nel 2020.

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

 

Quindi avrà due settimane per stendere una «nota di aggiornamento» imperniata sul quel nuovo dato di disavanzo. Infine altre due per distribuire in legge di Bilancio i sacrifici inevitabili e i (limitati) benefici possibili.

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

 

Gualtieri martedì notte era nel suo alloggio a Bruxelles, impegnato a studiare le carte per l' audizione all' europarlamento di Christine Lagarde dell' indomani. Il mattino dopo ha annullato la sua presenza all' incontro con la francese che deve prendere il posto di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea, ed è riapparso ieri per il giuramento al Quirinale. Gualtieri nelle foto sorride, ma per il resto del tempo è rimasto a lungo serio.

 

roberto gualtieri 1

Sa di poter contare su contatti diretti con tutti i principali attori della politica economica europea. E gli serviranno, dati i numeri che eredita da M5S e Lega. Perché il risultato è chiaro a chi, come lui, ha già fatto i conti: il nuovo governo di M5S e Pd finirà con l' indicare un obiettivo di deficit nel 2020, ironicamente, vicinissimo a quel 2,4% del prodotto lordo (Pil) che un anno fa agitò i mercati e fece saltare i rapporti fra Roma e Bruxelles. La scommessa, per Gualtieri, è farlo senza contraccolpi in Europa e fra gli investitori.

PAOLO GENTILONI

 

I numeri del resto non lasciano scelta, malgrado l' apertura di credito offerta ieri da Fitch. Il governo di Paolo Gentiloni nel 2018 aveva lasciato al primo gennaio prossimo aumenti dell' Iva per 19 miliardi: clausole per mostrare a Bruxelles che il disavanzo sarebbe sceso verso lo zero. Il governo Lega-M5S ha comportato un aumento di spesa corrente di quasi un punto di reddito nazionale, circa 15 miliardi, per due motivi. Il primo è l' introduzione delle pensioni anticipate a «quota 100» e del reddito di cittadinanza; il secondo l' aumento degli interessi sul nuovo debito pubblico dovuta al sospetto che l' Italia fosse disposta a uscire dall' euro: il costo medio dei nuovi titoli era stato di 0,68% nel 2017 ed è salito a 1,07 nel 2019.

 

mario draghi carlo azeglio ciampi

Vista la taglia del debito, fanno quasi due miliardi di spesa in più all' anno che sarebbero stati evitabili. L' effetto è che M5S e Lega hanno alzato a 23 miliardi le clausole di aumento automatico dell' Iva dal primo gennaio, solo per stabilizzare il deficit. Ora il calo degli interessi sul debito iniziato a giugno scorso sta liberando un po' più di tre miliardi di spesa nel 2020 e circa altrettanto da un uso minore del previsto di «quota 100». Il risultato netto è che il deficit nel 2020 sarebbe probabilmente di circa l' 1,6% del Pil o poco più, se scattassero quegli aumenti Iva (che tutti promettono impedire); ma salirebbe a un politicamente insostenibile 3% del Pil senza gli aumenti Iva.

gualtieriroberto gualtieri

 

Di qui la prima missione di Gualtieri: deve trovare nel bilancio oltre 15 miliardi di risparmi o nuove entrate per riportare anche l' anno prossimo il deficit verso il 2% del Pil, dove arriverà anche quest' anno. Il ministro sa già che una stretta di queste dimensioni sarebbe troppo pesante per un' Italia già oggi a crescita zero, mentre la Germania è vicina alla recessione e la produzione industriale è quasi ferma persino negli Stati Uniti.

 

paolo gentiloni nicola zingaretti 1

Per questo il ministro ha davanti a sé un' alternativa: può restituire agli italiani parte dei sacrifici sotto forma di tagli alle tasse sul lavoro dipendente, o può limitare molto la stretta di bilancio. In entrambi i casi il deficit è destinato a salire verso il 2,5% del Pil nel 2020. Per questo farlo in accordo con Bruxelles è così importante: una rottura politica costerebbe cara sui mercati.

ROBERTO GUALTIERIpaolo gentiloni nicola zingaretti andrea marcucci graziano delrionicola zingaretti paolo gentiloni graziano delrio andrea marcucci paolo gentiloni dario franceschiniroberto gualtieri

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....