renzi craxi

"EREDI DI CRAXI? ALL’INIZIO RENZI. SVANITO IL CRAXISMO, DI RENZI È RIMASTA L'ANTIPATIA", CLAUDIO MARTELLI E IL LIBRO SUL LEADER DEL PSI: “ALTRO CHE ASPIRANTE MUSSOLINI. BETTINO ERA UN SOCIALISTA VERO. FU TRAVOLTO NON PERCHÉ FOSSE PIÙ CORROTTO DEGLI ALTRI POLITICI, MA PERCHE' ERA DIVENTATO..." – QUALCUNO PIÙ ANTIPATICO DI CRAXI? PARECCHI, UNO IN PARTICOLARE: D'ALEMA" - QUANDO BETTINO SI VOLEVA FARE PRETE

Ugo Magri per “la Stampa”

craxi martelli

 

La fine politica di Craxi, vent' anni dopo la morte in esilio ad Hammamet, ancora divide. Fu un leader coraggioso e lungimirante, fatto fuori per conto dei potentati? O viceversa un losco figuro sfuggito alle patrie galere? Claudio Martelli, vice segretario del Psi quando Bettino ne era leader, offre una spiegazione che sfugge alle categorie usuali. Cadde, spiega, in quanto stava antipatico a una certa Italia. E L' antipatico - Bettino Craxi e la Grande Coalizione s' intitola appunto il libro che ha appena dato alle stampe per La Nave di Teseo (pp. 223, 18).

craxi

 

Di persona Craxi era così sgradevole?

«Appariva ruvido e sincero. Burbanzoso, con parecchi spigoli fin da ragazzino. Mi raccontava che era stato a capo di una banda in via Lambrate a Milano. Definirlo monello è poco perché il padre dovette mandarlo in collegio a Cantù dove, tra l' altro, ebbe una crisi mistica, voleva farsi prete».

 

Questo con i calzoni corti. E dopo?

«Con l' età certe caratteristiche si conservano, inspessite. Perfino con i famigliari e gli amici il primo approccio era tosto. Ti prendeva sempre di punta. Poi però si addolciva.

Aveva un cuore grande e generoso, specie con la gente semplice. Quando c' era da dare aiuto, non esitava a mettere la mano in tasca. Si sentiva obbligato a riparare i torti con uno spirito da vendicatore, come lasciava intendere anche quel tratto un po' picaresco: gli stivali alla Garibaldi, la "fedele colt", il poncho da rivoluzionario».

 

Facciamo la classifica: a chi stava più antipatico?

renzi craxi

«In ordine cronologico, si scontrò anzitutto con i socialisti massimalisti, i barricaderi, quelli che volevano rovesciare il sistema ma secondo Bettino provocavano solo confusione e paralisi. Poi, dopo l' invasione sovietica dell' Ungheria, nel 1956, non ebbe timore di proclamarsi anticomunista, e di un anticomunismo coi fiocchi».

 

A Botteghe Oscure lo misero nel mirino.

«Il Pci era abituato a trattare i socialisti come fratelli minori, perciò ne fu sorpreso. Reagì affibbiandogli un marchio di destra, sebbene Craxi fosse un socialista vero, che in casa aveva respirato la lotta al fascismo, con il babbo prefetto della Resistenza e candidato dopo la guerra nel Fronte popolare».

 

Chi altro non lo sopportava?

MARTELLI LIBRO SU CRAXI COVER

«Fu accompagnato fino alla tomba dall' odio del cosiddetto "quarto partito", come lo definiva De Gasperi, cioè la consorteria del potere e del denaro che all' inizio degli anni 80 aveva messo insieme una quota della Dc, del Pci, della grande industria, del mondo finanziario, oggi si direbbe dei giornaloni. Rispetto a questo mix di politica e affari Craxi risultava d' intralcio, divenne l' ostacolo da abbattere. Gli scatenarono contro l' inferno dipingendolo in modo truce come un prepotente, aspirante Mussolini in fez e camicia nera».

 

E pure come un ladro, smascherato da Mani Pulite.

«Nel libro tento di fare una riflessione storica sul '92. La vera novità non fu la corruzione politica, che aveva scandito l' intera storia della Repubblica con una sequenza di scandali democristiani. Il fatto inedito non fu Tangentopoli, fu Mani Pulite cioè lo scoperchiamento di questa realtà e la persecuzione giudiziaria che ne seguì».

BETTINO CRAXI E CLAUDIO MARTELLI

 

Ma Craxi, come mai finì per primo nel tritacarne? Stava antipatico pure ai magistrati?

«Fu travolto non perché fosse più corrotto degli altri politici, ma perché rappresentava il cardine del sistema. Grazie alla sua modernità era diventato l' ago della bilancia, il perno su cui tutto si reggeva».

 

1989. claudio martelli congresso nazionale ravenna con luca josi

Ovvero il brigante «Ghino di Tacco», come lo bollava Eugenio Scalfari e lui stesso si firmava sull' Avanti! Tra i politici di oggi, c' è qualcuno in cui riesce a intravedere tratti craxiani?

«All' inizio mi era sembrato di percepirne alcune briciole in Matteo Renzi, per via del piglio riformista, anticomunista, spregiudicato e senza complessi, ma è durata poco.

Svanito il craxismo, di Renzi è rimasta l' antipatia».

 

Ha mai conosciuto qualcuno più antipatico di Craxi?

«Parecchi, uno in particolare: Massimo D' Alema. Anche se, stranamente, quando lui diventò premier, dopo la caduta di Prodi, Bettino dall' esilio fu prodigo di buoni consigli».

martelli craxi

 

Come le sembra Hammamet, il film di Gianni Amelio?

«Ne ho visto qualche anticipazione. Mi colpisce la straordinaria interpretazione di Pierfrancesco Favino: identico a Craxi nelle movenze, nei gesti, perfino nella voce».

 

Sono passati vent' anni. Cosa ricorda del vostro ultimo colloquio?

«Per un paio d' anni eravamo stati in fredda, non ci si parlava più. Poi nel '99 cominciò a chiamare la mia assistente, che era stata anche sua segretaria, dando indicazioni politiche dalla Tunisia. Alla vigilia di Natale Stefania, sua figlia, a sorpresa mi telefonò e me lo passò. Affettuoso, con la voce indebolita, a malapena sussurrava. "Dammi modo di rimettermi dall' operazione e poi ci rivedremo, devi portare anche tuo figlio Giacomo", mi disse. Ma non ci fu tempo».

CRAXIclaudio martelli bettino craxi gianni de michelismartelli falconeCRAXICRAXI COVERmartelli29031992. bettino craxi berlino 1 con luca josimartelli 2896BETTINO CRAXI AD HAMMAMETL' ultimo Craxi. Diari da Hammametmartelli2868martelli2805martelli pillitteri2979finetti bobo craxi martelli3042MANI BUCATE - BETTINO CRAXI COME PADRE PIO BY SPINOZA

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)