mattarella tarantino

MATTARELLA, CUORE DI PANNA - PRIMA SCHERZA CON TARANTINO SU MR WOLF E POI OSPITA A CASTEL PORZIANO UNA COLONIA DI DISABILI: VUOI VEDERE CHE “LA MUMMIA SICULA” RIESCE A “SCONGELARE” IL QUIRINALE E A RENDERLO UMANO?

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

MATTARELLA CON LA MACCHIA FOTOGRAFICAMATTARELLA CON LA MACCHIA FOTOGRAFICA

IN un’epoca di politici e potenti boriosi, furbetti, cattivisti e ciò nondimeno o forse proprio per questo del tutto inadeguati, le eccezioni valgono il doppio o anche il triplo, recando in sé il beneficio supplementare e rinforzato della sorpresa.

 

E’ il caso dell’iniziativa del presidente della Repubblica che per il fatto stesso di averla annunciata, e ancor più posta in essere per dopodomani, ridimensiona assai il pur divertente soprannome che a Mattarella aveva affibbiato Dagospia: “la Mummia sicula”. Pareva di cogliere in quell’aspro nomignolo, di plausibile contagio grilloide, una sorta di rassegnazione del Quirinale rispetto alle possibilità di incidere sulla realtà politica, ormai allo sfacelo, quindi uno stato di irreale e disseccata immobilità, immersa nei secoli dei secoli. Ebbene, non è più tanto così.

SERGIO MATTARELLA E QUENTIN TARANTINOSERGIO MATTARELLA E QUENTIN TARANTINO

 

E non solo perché il mese scorso il Capo dello Stato ha aperto alle visite un ulteriore e vasto pezzo del Quirinale, o perché l’altro giorno si è scoperto che la Mummia conosce addirittura i film di Tarantino, ne ricorda i personaggi tipo quello che in Pulp fiction “risolve problemi”, e li menziona a proposito, rivelando in tal modo un insospettabile brio.

 

Ora, è chiaro che tra Mister Wolf, il quale in pochi minuti riesce a restituire decoro all’interno di un’automobile piena di frattaglie, e lo slancio di ospitare a Castelporziano una colonia di disabili ce ne corre. E tuttavia nell’uno come nell’altro caso il personaggio di Mattarella sfugge un po’ ai canoni del suo cliché, la Mummia appunto, sia a quelli di una classe politica caratterizzata da pervicace egoismo – castale o meno che lo si voglia designare.

COMANDANTE ALITALIA MATTARELLACOMANDANTE ALITALIA MATTARELLA

 

In questo senso, alla ricerca di qualche virtuoso precedente, ne “Il Quirinale dei presidenti” (Feltrinelli, 1982) di Matteo Mureddu, che prima come carabiniere e poi come funzionario lavorò per 40 anni sul Colle, felicemente si viene a sapere che nell’estate del 1949 Luigi Einaudi, e più di lui sua moglie, donna Ida, persona di grande animo, giusto nella tenuta di Castelporziano vollero ospitare parecchi “mutilatini” di guerra.

 

mattarella mutimattarella muti

“Un giorno – si legge in quella autentica miniera di memorialistica palatina – la signora e il presidente si recano a visitarli sulla spiaggia, dove, in precedenza, avevano fatto portare dolciumi e giocattoli. Quando donna Ida si avvicina ai fanciulli e vede quei corpicini mutili e figurati, è percorsa da un brivido di orrore e scoppia a piangere. Einaudi, che è emozionato ma sa dominarsi, prende dolcemente per mano la moglie e l’accompagna dietro un casotto che serve da spogliatoio e da mensa. ‘Su, Ida non è bello che ti mostri così turbata... Ricorderesti ad essi le loro sventure, mentre giocano spensierati sulla sabbia. E forse i più grandicelli si sentirebbero umiliati...”.

 

Di qui a qualche minuto essa si rianima, si ricompone e ritorna dai piccoli e dalle suore che li accompagnano. Con un mesto sorriso sulle labbra, distribuisce i doni, coadiuvata dal marito e si trattiene poi lungamente fra i moncherini, gli occhi spenti e le carni straziate di quelle innocenti creature”.

 

MATTARELLA REGINAMATTARELLA REGINA

Sembra una pagina del libro Cuore, ma è storia, o almeno memoria tornata viva per ricordare che il potere, nei momenti difficili, dinanzi alle sofferenze, non significa fare bella figura, ma caricarsi semmai qualche scomoda responsabilità in più. Forse gli italiani allora nemmeno ne furono informati; forse qualcuno ha ricordato questo lontano episodio a Mattarella; o magari ci è arrivato da solo – e sarebbe la migliore improvvisata.

Dopo di che, con qualche disincanto si può aggiungere che la tenuta presidenziale non si segnalò per molte altre scelte per così dire umanitarie.

 

mattarella salone del libromattarella salone del libro

In breve: Gronchi aveva paura che i golpisti proprio lì sbarcassero per sequestrarlo, e richiese un sovrappiù di sorveglianza (pare di ricordare che la formula della richiesta prevedesse militari “rotti a tutti gli sport”). L’autista di Segni, d’altra parte, si convinse che nella pineta la berlina presidenziale era stata sorvolata da un disco volante. Quindi Saragat si privò di un bel tratto di spiaggia per donarlo al pubblico, anche se in quel gli restava diede il via alle più micidiali carneficine di selvatici per “cacciarelle” fra potenti.

 

Quanto all’era di Leone, la più buffa leggenda narra che durante un pranzo organizzato in onore del feroce tiranno africano Idi Amin Dada, gli fu fatto credere che il personale di sicurezza presente a tavola fosse il governo italiano al gran completo. Mentre nel 1999 l’allora premier D’Alema volle recare a Scalfaro un dono gastronomico rappresentato dal cuoco Vissani che fece così il suo ingresso nelle cucine di Castelporziano. Dello storico pasto si conosce il menu, cosìcome sui giornali circolò anche una foto celebrativa – chissà se ufficiale o trafugata.

mattarella salone del libro 1mattarella salone del libro 1

 

Di tutti i possibili esempi, insomma, Mattarella ha scelto il più nobile. Stai a vedere che, inaspettato cinefilo, sa di qualche film in cui la mummia si toglie le bende e sempre a sorpresa fa quello di cui c’è bisogno.

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)