theresa may dancing queen

UN "PIANO B" PER LA BREXIT? MAI DIRE MAY -  LA PREMIER PREPARA UNA NUOVA BOZZA DA FAR VOTARE ALLA FINE DI GENNAIO -  SENZA UN’ACCORDO SULL’USCITA PIL GIU’ DEL 9,3% - PER CORBYN LA VIA PRINCIPALE CONTINUA AD ESSERE QUELLA DELLE ELEZIONI ANTICIPATE - SONDAGGIO: IN CASO DI REFERENDUM BIS VINCEREBBERO NETTAMENTE I "REMAIN" (CI POTEVANO PENSARE PRIMA)

theresa may alla camera dei comuni

Cristina Marconi per “il Messaggero”

 

Le porte della dirigenza laburista le rimarranno sbarrate fino a quando la premier britannica non escluderà il rischio di no deal dal ventaglio, ancora assai ampio, delle Brexit possibili: non tutti sono d' accordo nel partito, ma è quanto deciso dal leader Jeremy Corbyn, inamovibile. Per il resto l' invito rivolto dalla premier Theresa May ai parlamentari di tutti gli schieramenti di incontrarsi per trovare una piattaforma in grado di ottenere una maggioranza sta procedendo, con l' obiettivo di arrivare alla presentazione di un piano B emendabile entro il 21 gennaio e a un nuovo voto il martedì 29 gennaio.

 

theresa may con i leader del dup arlene foster e nigel dodds

Dopo aver ottenuto la fiducia di Westminster e aver spiegato, in un breve messaggio al Paese nella serata di mercoledì, di voler mettere «l' interesse nazionale davanti a tutto», la May ha portato avanti «colloqui costruttivi» con tutti, dai LibDem ai Verdi, continuando però, fino ad ora, a rispettare quelle linee rosse che di fatto restringono di molto il margine di manovra negoziale: il controllo delle frontiere e la possibilità di portare avanti una politica commerciale indipendente, il che è in contrasto con la richiesta di molti deputati laburisti di mantenere la partecipazione all' unione doganale anche attraverso il modello norvegese.

theresa may alla camera dei comuni 1

 

GLI EUROSCETTICI DI ERG Facendo diversamente, la May rischierebbe una spaccatura del partito conservatore, dove il gruppo euroscettico dell' Erg continua a sostenere la possibilità di procedere a un no deal controllato come opzione per una Brexit netta e pura. La May ha scritto a Corbyn per dirgli che «non è nel potere del governo» escludere questa opzione, dopo essersi detta «delusa» dal fatto che il leader laburista non la voglia incontrare e abbia chiesto ai suoi deputati di non avviare contatti con il governo, ordine prontamente disatteso da alcuni di loro come Yvette Cooper e Hilary Benn. Per Corbyn la via principale continua ad essere quella delle elezioni anticipate, anche dopo che ieri il parlamento ha confermato la sua fiducia alla May, rendendo per il momento impossibile procedere su quella strada.

 

jeremy corbyn alla camera dei comuni

Molti tra i suoi deputati vorrebbero che a questo punto fosse intrapresa la strada di un secondo referendum, a cui Corbyn ha accennato senza convinzione, sebbene YouGov abbia fatto presente come il numero di brexiteers stia diminuendo per ragioni naturali sono prevalentemente anziani e stanno morendo mentre i remainers sono in aumento grazie all' arrivo dei giovani nei registri elettorali. Da un sondaggio lampo su 1000 persone è emerso come il sostegno per il remain sia ai massimi storici dai tempi del referendum, al 56% contro il 44% di leave.

 

Con davanti tre scelte, il 52% è per il remain, il 39% per un no deal e il 9% per il modello Norvegia, con la libera circolazione e il mercato interno ma senza membership di fatto. Il governo ha prodotto un breve documento in cui stima che per tenere un secondo referendum ci vorrebbe più di un anno, tempi troppo lunghi visto che per ora la data per la Brexit rimane il 29 marzo del 2019, sebbene a Bruxelles siano pronti a considerare una richiesta di rinvio davanti a un piano d' azione chiaro.

theresa may alla camera dei comuni 2

 

GLI ALLARMI PER L' ECONOMIA Intanto si moltiplicano gli allarmi sugli effetti di un no deal per l' economia britannica: per il Fondo monetario internazionale si tratta del «più significativo rischio a breve termine» dopo che la stessa Banca d' Inghilterra aveva parlato di una perdita di pil del 9,5% in 15 anni. Una circostanza rispetto alla quale il paese si sta comunque preparando, con il ministero della Difesa che ha messo in stand by tutti i riservisti e i milionari europei che, prevedibilmente, stanno lasciando Londra in massa. Davanti all' incertezza, chi può si mette in salvo.

CORBYN DA' DELLA STUPIDA A THERESA MAYBATTIBECCO TRA THERESA MAY E JUNCKERBATTIBECCO TRA THERESA MAY E JUNCKERTHERESA MAY

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – OH, NO: VUOI VEDERE CHE ABBIAMO DI NUOVO SOPRAVVALUTATO TAJANI? PENSAVAMO CHE IL SUSSULTO SULLO IUS SCHOLAE FOSSE LO SLANCIO DI UN LEADER, PER QUANTO AL SEMOLINO, PRONTO A METTERCI LA FACCIA PER UNA BATTAGLIA DEL SUO PARTITO. E INVECE NO: NEI PALAZZI ROMANI SI MORMORA CHE DIETRO LE SUE DICHIARAZIONI (OSTILI ALLA LEGA) CI FOSSE LA ZAMPETTA DI GIORGIA MELONI, IMPEGNATA A SEMINARE ZIZZANIA NELLA LEGA DI SALVINI, ORMAI VANNACCIZZATA, CHE VEDE LO IUS SCHOLAE COME LA KRYPTONITE – UN "PIZZINO" PER GLI SCOMODI ALLEATI DEL CARROCCIO: NON TIRATE TROPPO LA CORDA - E IL "MAGO OTELMA" DI FROSINONE, TRAVESTITO DA MINISTRO, HA LANCIATO IL SASSO E POI NASCOSTO LA MANO...

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...