MAXXI-PARACULE – “IL GIORNALE” DEFINISCE LA MELANDRI “ESPERTA IN BUGIE” – AVEVA DETTO CHE AL MUSEO AVREBBE LAVORATO GRATIS, MA OLTRE ALLO STIPENDIO DA 90 MILA EURO ADESSO SI BECCA ANCHE IL BONUS

Paolo Bracalini per “il Giornale

 

Il Maxxi di Roma Il Maxxi di Roma

Per arrivare ad un bilancio finalmente florido, nonostante la pioggia di fondi pubblici al museo Maxxi guidato dall'ex deputata e ministra Pd Giovanna Melandri, bisogna ancora attendere. Dopo due anni in pesante rosso, il 2013 si è chiuso con un magrissimo utile di 9mila euro, a fronte di 3,5 milioni di euro di finanziamento ministeriale, più altri aiuti. Ma il peggio forse è passato. Grazie ad una provvidenziale legge, dal 2014 in avanti il contributo pubblico annuale al Maxxi sarà di 5 milioni di euro, un maxxi-finanziamento. «Un regalo del Pd alla Melandri» dissero subito i maligni, che già prima, al momento della nomina (sotto il governo Monti) dell'ex plurideputata piddina, in quel momento libera da impegni, avevano protestato per lo scivolo d'oro.

 

il Maxxi di Roma il Maxxi di Roma

«Voglio trasformare il museo nella Tate Modern italiana. Ai miei detrattori do appuntamento fra tre anni per valutare insieme i risultati» replicò lei. Scommessa più facile da vincere se i fondi pubblici raddoppiano, ma comunque... Non è l'unica promessa fatta dalla Melandri, e non è l'unica voce aumentata nel frattempo. Anche il suo stipendio è cresciuto, di parecchio. Doveva lavorare gratis («Vado gratuitamente a rilanciare un'istituzione pubblica»), e invece il suo compenso è diventato di 91mila euro l'anno, più un premio di risultato – scoperto dal Fatto – fino a 24mila euro. Anche se gli incassi da biglietti sono calati da 1,3 milioni nel 2011 a 900mila euro nel 2013 (ultimo bilancio disponibile), e la sua gestione finora è stata caratterizzata soprattutto da polemiche e infortuni.

giovanna melandri 6giovanna melandri 6


Scelte discutibili, come le lezioni di yoga al museo, o l'incarico di segretario generale del Maxxi a Francesco Spano, già docente nelle scuole di formazione del Pd, già consulente legislativo della Melandri, già capo della «Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale» che la Melandri istituì da ministro delle Politiche giovanili. Quando un giornalista lo scrisse, venne convocato e strigliato a dovere dall'ex ministra dal viso angelico ma dal caratterino tosto.


Le sarà servito anche per vincere le diffidenze dovute al fatto di essere carina, e dunque – nell'equivalenza comune – meno brava delle colleghe brutte. Soprattutto dentro il suo partito, dove molti la consideravano una raccomandata (da Veltroni), aiutata dall'estetica. Quando si doveva votare per Miss Parlamento, e lei era in gara insieme alla Prestigiacomo, si vestì apposta il più sobrio possibile per non vincerlo. Si tramanda la leggenda di una battuta micidiale di Gianni Agnelli, poi smentita: «Al massimo le farei fare la segretaria, ma la segretaria di un altro».

 

giovanna melandri 5giovanna melandri 5

Claudio Velardi, consigliere dell'allora premier D'Alema, sostenne così il suo ingresso nella squadra di governo: «Facciamola ministro, ci vuole una bella donna che venga bene nelle foto». Per la collega Livia Turco “Giovanna Settebellezze” (soprannome giovanile della Melandri) era sempre troppo inesperta per un incarico: «È troppo giovane per fare il ministro», ma poi lo hanno fatto nello stesso governo. Tiziana Maiolo l'ha definita «lagnosa», perché la tormentò dopo la sua esclusione nel '95 dalla delegazione alla Conferenza delle donne a Pechino. Lei, di tutte le critiche invidiose e cattive, se n'è fatta una ragione: «Penso che in politica la bellezza raddoppi la fatica. Da ministro credo di aver dimostrato con gli atti pubblici quello che valevo. Punto».

 

Da ministro per lo Sport, per la verità, qualche bordata le arrivò. Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, la definì «incompetente». Come risposta la ministra fece annullare un'ospitata di Zamparini in un talk show della Rai («Questa è la democrazia nel nostro Paese, questo lascia intendere quale sia l'apertura al dialogo critico costruttivo del nostro ministro!» sbottò l'irascibile presidente). In effetti la Melandri, laureata in economia, giovane dirigente di Legambiente, di sport non si era mai occupata prima di fare il ministro dello Sport, come pure di arte contemporanea prima di fare il presidente del Maxxi di Roma. Ma non è importante, le strade della politica sono infinite.

giovanna melandri 2giovanna melandri 2


Per lei, oltre alle ciniche accuse di essere «raccomandata», ha pesato pure la questione parentale. Fin dall'inizio, neolaureata assunta alla Montedison, dove ai piani alti c'era Matilde Bernabei (figlia di Ettore Bernabei, storico direttore generale della Rai), moglie di Giovanni Minoli, che poi è cugino della Melandri. «No, non fu Matilde a farmi entrare in Montedison – ha spiegato l'ex ministra -. Entrai con un gruppo di ragazzi dell'università chiamati da Schimberni». E un rapporto di parentela è spuntato anche nella vicenda di Mafia capitale. Uno degli arrestati, Luca Odevaine, ex capo di gabinetto del sindaco Walter Veltroni, l'uomo che moltiplicava i profughi a Roma per lucrare sui fondi per l'emergenza, è infatti sposato con la sorella dell'avvocato Marco Morielli, che poi è il marito della Melandri.

 

giovanna melandri 1giovanna melandri 1

 E sempre in quell'inchiesta, senza però parentele, è finito anche Stefano Bravo, commercialista della Melandri, quello che ha firmato la dichiarazione dei redditi da presidente del Maxxi. Non solo, Bravo è anche uno dei fondatori della Human Foundation, onlus presieduta – stavolta veramente a titolo gratuito – dalla Melandri. Lei si è infuriata: «È il mio commercialista da 15 anni, sono addolorata ma anche furiosa per quanto sta accadendo. Gli abbiamo inviato una lettera per chiedergli di lasciare ogni incarico». Accostamento molto sgradevole, in effetti, per una fondazione che si occupa di sociale, e che, grazie al carisma della Melandri, raccoglie donazioni da big come Vodafone, Unicredit, Sorgenia. 


Anche al Maxxi l'ex ministra sta portando fondi da sponsor privati. Quei ricchi che, in altri casi, è meglio non dire di frequentare, come successe per il resort di Briatore in Kenya. Lei negò di essere stata ospite, finché Chi non pubblicò le foto della Giovanna scatenata nella danza. Già pronta per la prossima direzione di un corpo di ballo.

 

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...